L’intervento si è reso necessario in ragione delle infiltrazioni di acqua piovana rilevate nella zona del cornicione, facciata ovest, causate dalla corrosione del canale di gronda e dallo spostamento di alcune tegole conseguenza di uno scarso ancoraggio. I lavori da progetto, prevedevano la sostituzione dei canali di gronda e delle staffe, l’innesto nelle pluviali verticali esistenti, la rimozione ed il ripristino delle tegole che coprono il cornicione e la posa degli stessi elementi, previa impermeabilizzazione del cornicione con membrana minerale traspirante ecocompatibile; riparazione di parte del cornicione e dell’intonaco di facciata danneggiati.
Prima dei lavori, per ovvi motivi di raggiungibilità, non è stato possibile ispezionare il cornicione ammalorato, le relazioni tecniche e i grafici relativi ai lavori effettuati sulla Chiesa nei decenni passati ci avevano fatto supporre che ci trovassimo davanti a un cornicione in cemento armato. Durante l’esecuzione dei lavori, in fase di spicconatura, ci siamo trovati davanti a un cornicione realizzato in ferro e laterizio, intonacato, sormontato da una cornice di mattoni pieni e blocchi di tufo sagomati, con l’intonaco che presentava distacchi evidenti e diffusi su tutta la lunghezza del supporto. Pertanto si è dovuto procedere in variante, rispetto alle previsioni di progetto. L’intervento di restauro sopra descritto, resosi necessario per salvaguardare, oltre che la conservazione dell’immobile, l’incolumità dei fruitori, ha visto l’utilizzo congiunto di materiali e tecniche tradizionali con materiali e tecniche innovative (come l’uso della rete in fibra di vetro o l’intonaco di sottofondo fibrorinforzato) poiché riteniamo che una buona pratica di restauro è quella capace di dare risposte contemporaneamente alle problematiche connesse alla conservazione e a quelle legate alla fruibilità, nel rispetto della storia passata con uno sguardo alle nuove tecnologie, tenendo sempre ben chiari i concetti chiave del restauro: reversibilità, compatibilità dei materiali, distinguibilità e minimo intervento. In fine per la tinteggiatura della facciata edi parte dell'abside, in accordo con il funzionario responsabile della Soprintendenza per il territorio di Paduli, è stato elaborato uno studio storico scientifico sui materiali da costruzione utilizzati all’interno del Centro Storico al fine di individuare una gamma di tinte (naturali a base di grassello selezionato di pura calce CL 90-S conforme alla norma EN 459-1 e terre colorate naturali) da utilizzare, la cui scelta potesse essere giustificata da motivazioni storico scientifiche e culturali e non dal fatto che già la parete est era stata in un recente passato tinteggiata.
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