Un unico pattern definisce la nuova piazza per l’Isolotto: un tappeto continuo, capace di rendere le differenze delle variazioni su un tema. Sono trame diverse che partecipano alla definizione di un disegno unico e comune dove ciò che prevale è il valore simbolico del “noi”, noi tutti insieme. Un flying magic carpet, capace di rendere vicini luoghi e persone lontane; è l’immagine simbolica della volontà di rendere vicino ciò che oggi è distante: le opinioni, i valori culturali, le etnie. Per questo il simbolo principale diventa rispecchiarsi nella copertura della grande pensilina, insieme. La vivibilità di una città oggi si misura innanzitutto sulla capacità che essa ha di invitare le persone a percorrerla, ad attraversarla in bicicletta, a sostare nei suoi spazi. Camminare è il punto di partenza, perché una città è tanto più ospitale ed accogliente quanto più è disponibile a farsi attraversare, così sono stati immaginati spazi che possono essere percorsi da tutti e guardati da tutti. Quello che abbiamo indagato con questo progetto quindi, è un’idea di città come luogo d’incontro, all’interno della quale lo spazio vuoto viene considerato un’opportunità di disegnare le relazioni tra cose diverse (edifici, persone, attività, flussi ecc.), di raccontare la qualità della vita che si svolge all’interno, attraverso un’idea che tenga insieme una sequenza di spazi del fuori, quelli di tutti, dove ogni individualità si riconosce come parte di una comunità, come parte di un “Noi”.
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