L’idea nasce per realizzare un ristorante basato sulla tradizione Emiliana dei piatti tipici, inizialmente incentrato su tigelle e crescentine fritte con affettato tipico regionale, poi evoltosi verso tutto il panorama enogastronomico Emiliano.
Gli interni del locale nascono dallo studio delle case rurali delle campagne Bolognesi ed Emiliane riprendendone le peculiarità dei materiali e degli arredi, reinterpretando il tutto in una ottica di design volta al mantenimento delle tipicità, utilizzando talvolta materiali moderni su forme archetipe o reinterpretando forme e materiali.
La progettazione degli interni del locale ha voluto enfatizzare le emozioni ed il calore delle case rurali mettendo in risalto quegli elementi che erano tipici e riconoscibili nelle nostre campagne e nella civiltà contadina che tanto ha dato e tanto ha fatto crescere la regione sia in termini di produttività che in termini enogastronomici.
Gli arredi sono la reinterpreatazione delle forme degli arredi tipici, come il tavolo che riprende il basamento del tavolo della festa reinterpretato in lamiera di acciaio e della tavol a di tutti i giorni in legno massello, le sedie sono in legno con seduta in legno a caratterizzare la robustezza delle sedie contadine che dovevano durare una vita.
L’illuminazione passa dalla semplicità di lampade semplicemente appese al cavo elettrico con un cappello diffusore in metallo al lampadario del soggiorno della domenica è delle giornate di festa generalmente realizzato con cristalli di vetro.
Una parte molto caratterizzante del locale sono le porte dei servizi, realizzare in profili di ferro grezzo con avvitate tavole di legno grezzo, così come erano realizzate le porte delle cantine sia in ambiente rurale ma anche dei classici integrati cittadini.
Su alcune pareti è stata inserita una carta da parati a sfondo muro antico rovinato al fine di ricordare gli interni un po’ scrostati, non per non cura ma per mancanza di tempo che sarebbe stato sottratto al lavoro nei campi, di alcuni ambienti delle case rurali, sulla quale si sono volute inserite delle fotografie antiche di scorci particolari di bologna, e delle frasi a ricordare il cibo Bolognese ed Emiliano ma anche stralci di canzoni.
Sono state inserite due pareti di verde stabilizzato per ricordare il verde delle campagne e l'aia della corte contadina, le stesse hanno inoltre una funzione fonoassorbente ed insieme al controsoffitto Ecophon assobe i rumori di fondo dalle sale dando un grande confort interno.
Il nome nasce dal voler rendere attuale il termine dal dialetto Bolognese “a sthagh bàn” ovvero "sto bene rimodernizzato con l’introduzione del #.
Per il carattere del logo invece si è realizzata una ricerca storico tipografica e utilizzato il Griffo Classic realizzato da Francesco Griffo o Griffi, noto anche come Francesco da Bologna (Bologna, 1450 circa – Bologna, 1518 circa) è stato un tipografo e disegnatore di caratteri italiano. Le serie di caratteri da lui disegnate ebbero una vasta e duratura influenza sull'arte tipografica. È inoltre considerato l'inventore del corsivo tipografico
Gli esterni sono stati curati con l'inserimento di meli da fiore e piante aromatiche nelle aiole, inoltre è statro inserito un olivo a ricordare l'olivo bolognese presente in alcune zone collinari dell'Emilia.
Un tocco particolare è dato delle gabbie Maccaferri realizzate a dividere la zona conviviale dll'aiula, come omaggio al vicino fiume Reno.
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