Robby Cantarutti e Francesca Petricich, architetti e designers, sono riusciti a realizzare il sogno della loro vita: progettare e costruire la propria casa sul fiume Natisone, a Firmano, in provincia di Udine, a due passi dal confine sloveno.
Il progetto prende origine da lontano, dagli innumerevoli momenti di svago dell'infanzia prima e dell'adolescenza poi, trascorsi sul corso d'acqua che dà il nome alle valli che attraversa.
Vissuto come spiaggia d'estate e come territorio da esplorare e sul quale costruire capanne nelle boscaglie che punteggiano le sue rive durante le altre stagioni, il Natisone è stato l'incubatore di un sogno, dapprima inconsapevole, poi vagheggiato e infine fortemente voluto.
Così ha preso forma la casa-capanna di Robby e Francesca e lo studio attiguo in cui cullare nuove idee per realizzare ulteriori sogni di un vivere armonizzato con l'ambiente naturale, capace di dialogare con esso.
Il tema progettuale è stato quello di rispettare il contesto attraverso la ricerca di un inserimento equilibrato dei volumi, rimasti identici all'edificazione preesistente, in un paesaggio così fortemente caratterizzato, sia dai colori della vegetazione circostante, sia dalle limpide acque del fiume, sia dai suoi caratteristici costoni in conglomerato, al punto di divenire fonte di ispirazione per la scelta dei materiali e per un corretto rapporto tra vuoti e pieni.
Il terreno di mq. 9000 su cui sorge il manufatto è sito di interesse comunitario e su di esso insistono vincoli di tutela del patrimonio paesaggistico e faunistico. Precedentemente ospitava un canile , a suo tempo composto da una serie di stalletti allineati su due file, una più lunga dell'altra, la cui planimetria ricordava la forma di una pipa. Poco più a nord c'era la casetta del custode.
L'esposizione è ideale: lo sviluppo longitudinale è rivolto in direzione est-ovest, mentre a sud, annunciato da un bellissimo boschetto di latifoglie, dopo uno strapiombo di cinque metri, scorre il Natisone, in un'area conosciuta come “Magredi di Firmano”.
A chi giunge dalla stradina sterrata che da nord, in prossimità del centro abitato, si inoltra tra terreni coltivati a granturco e frumento, l'edificio si presenta come un corpo unico.
In realtà si tratta di due unità indipendenti unite tra loro da un muro in calcestruzzo faccia a vista che, oltre a legare i due volumi, forma un ampio portale rivolto verso il fiume, costituendo l'ingresso sia dello studio di architettura, più lungo e stretto, ad ovest, sia dell'abitazione, che sfrutta una maggiore larghezza, ad est.
Quest'ultima è stata pensata per una totale simbiosi con l'ambiente fluviale: di qui la scelta di realizzare il alto sud completamente in vetro, estendendone la già generosa metratura con un'ampia terrazza a sbalzo sullo strapiombo.
Proprio per godere al massimo della vista boschiva e fluviale nella zona giorno sono state limitate al massimo le pareti opache. L'utilizzo del vetro, oltre alle sue caratteristiche riflettenti, soddisfa la possibilità di usufruire dell'irraggiamento solare durante l'inverno e di limitarne gli effetti nella stagione estiva, grazie allo schermo naturale fornito dalle fronde degli alberi del boschetto antistante.
Tra le camere, rivolte a nord, e la zona giorno è stato interposto un lungo corridoio che assolve anche alla funzione di guardaroba.
Parte dell'abitazione è stata rivestita con “pietra di Muggia. Da questa località di confine del Friuli Venezia Giulia, stretto cuscinetto carsico tra Trieste e la Slovenia, si estrae un'arenaria ricchissima di ferro. L'intenzione è quella di sfruttarne la naturale ossidazione che, conferendole il caratteristico color ruggine, faccia assumere alla casa le tinte tipiche della boscaglia circostante.
Lo studio di architettura rappresenta il baricentro delle energie creative. Qui, assieme ai propri collaboratori, Robby e Francesca lavorano fianco a fianco per ideare soluzioni abitative e costruttive in grado di rispondere alle esigenze più diversificate, partendo sempre dall'analisi del contesto storico, culturale ed ambientale che ospiterà le nuove realizzazioni.
Detto questo è facile comprendere il perchè della scelta degli elementi architettonici che definiscono uno spazio così importante. Per il rivestimento dello studio è stato utilizzato il larice siberiano non trattato che, nel tempo, si modulerà sulle tonalità del bosco. Un altro materiale impiegato sia nella copertura sia nella facciata della casa e dello studio è il corten, scelto per la sua spiccata affinità cromatica con la terra.
Il conglomerato che dà origine alle scogliere sulla forra del Natisone, non essendo altro che calcestruzzo naturale, ha fornito lo spunto per parti in muratura realizzate in cemento a vista, ossia impiegando l'elemento “evoluto” del materiale naturale su cui poggia l'intero edificio.
Anche per i pavimenti si è fatto largo impiego di conglomerato cementizio in cui, la presenza di altri inerti e i particolari trattamenti di finitura, rimandano a materiali da sempre reperibile nell'ambiente circostante e utilizzati da secoli in quest'area.
Da ultimo anche la casetta del custode è stata ricostruita con cubatura identica all'originale divenendo, nella nuova destinazione d'uso, dependance e piccolo deposito attrezzi
Year 2013
Work started in 2011
Work finished in 2013
Main structure Steel
Client robby cantarutti e francesca petricich
Contractor avant costruzioni
Status Completed works
Type Single-family residence
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