Via Orfeo è una piccola via nella parte meridionale del centro di Bologna, proprio nel mezzo tra la fine di via S. Stefano e via Castiglione. Nel 1400 qui vi era una chiesetta del convento di clausura dell'ordine delle gesuite, più conosciute con il nome di "Convento dei fiori di seta". Le cronache dell'epoca raccontano che nel suo cortile le suore allevavano bachi da seta, per realizzare i fiori che vendevano per opere di carità.
Nel corso degli anni, dopo un ampliamento che risale al 1700, la chiesa ha dovuto subire notevoli e ripetute modifiche, compreso il suo assorbimento nel tessuto ediifcato limitrofo. Sconsacrata nel 1900 fu venduta a privati e trasformata in una fabbrica di borse. Nella sala absidata furono ricavati tre livelli e nel 1924 il solaio di copertura venne rifatto con i voltini e travi di ferro in un processo che in seguito porterà la struttura in uno stato di notevole fatiscenza.
Le prime opere interessano soltanto la chiesa, la sala absidata e la torre, con la trasformazione in residenza, attraverso realizzazioni funzionali alla nuova destinazione, salvaguardando e recuperando le caratteristiche originali degli ambienti e delle loro parti di pregio. L'altare, gli affreschi, le volte, i fregi, gli inserti marmorei e tutte le parti di particolare significato artistico sono stati recuperati nelle forme e nei colori autentici, mentre l'affresco della SS. Trinità, risalente al tardo XVII secolo e originariamente posto in controfacciata, è stato restaurato.
In seguito, dopo l'annessione di altre porzioni architettoniche limitrofe e di un appartamento situato al primo piano, è stato possibile definire in modo pieno e completo il mutamento dell'edificio nell'attuale albergo. Oggi il convento è una struttura ricettiva con un numero complessivo di dieci camere: quattro, con relativo bagno, sono state ricavate nella sala absidata, alta quasi cinque metri, in relazione alle quattro ampie finestre. La forte altezza dei locali ha permesso di soppalcare una parte degli ambienti realizzando doppi volumi dalle visioni intensamente scenografiche e dalle nuove funzionali potenzialità. Per le rimanenti camere, il progetto ha previsto che fossero realizzate al piano primo raggiungibile attraverso una scala interna o attraverso un ascensore posizionato nel volume di quella che un tempo era la torre campanaria.
Lo studio degli interni è risultato dalla sinergia con la committenza, favorendo così un'atmosfera raffinatamente familiare con scelte indirizzate ad una calda accoglienza, lontana dalle sensazioni fredde e standardizzate degli alberghi "di serie". Messo da parte il rigore progettuale, è stato possibile, partendo dall'illuminazione, principio caratterizzante del progetto, giocare con elementi di arredo o decorativi all'apparenza distanti l'uno con l'altro. Un gioco di rimandi, di oggetti stilisticamente e storicamente differenti, di manufatti su disegno e di materiali: una miscela che ha reso il Convento dei fiori di seta una locanda dove la permanenza degli ospiti risulta unica ed estremamente personale.
Year 2006
Work started in 2005
Work finished in 2006
Status Completed works
Type Hotel/Resorts / Recovery/Restoration of Historic Buildings
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