L’edificio, che nasce come residenziale negli anni 60, rappresenta un classico esempio di riuso e trasformazione funzionale. Durante gli anni 80 era già stato adibito a uffici e nel 2001 l’agenzia del demanio ha indetto un concorso per farne la propria sede. Il progetto, risultato vincente, ha volutamente negato le stratificazioni funzionali tentando di far emergere con chiarezza il nuovo ruolo di rappresentanza istituzionale. Il budget molto limitato previsto dalla committenza, avrebbe consentito solamente una buona ristrutturazione interna oltre che il necessario adeguamento sismico strutturale. Ma l’occasione di effettuare una trasformazione più radicale dell’edificio era allettante e l’esperienza maturata nel tempo attraverso ristrutturazioni ha spinto il progetto più avanti. Difatti, conservando e rinforzando la struttura si è poi effettuata una vera e propria operazione chirurgica edilizia. Liberato l’edificio dagli ornamenti residenziali si è cercato di intervenire sulla forma scavando e ricucendo intere porzioni di facciata. Le aperture, apparentemente posizionate in maniera aleatoria, a volte scorrono come strette fessure davanti alla struttura, fasciandola di lamiere d’alluminio brunito, altre volte aprono grandi squarci schermati, sempre diversi, sempre inaspettati. L’intero edificio è semplicemente rivestito di intonaco rosso, elemento storico da sempre presente nella nostra tradizione costruttiva. E se fuori l’edificio si fa notare per forma e colore, gli spazi interni evidenziano la volontà di ottenere un ambiente sobrio, caldo e rilassante. L’atrio a doppia altezza è lo spazio di riferimento e distribuzione di tutto l’edificio. Pietra chiara, bianchi caldi, vetro e luce zenitale ne fanno un luogo accogliente ed elegante.
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