Il problema fondamentale di questo progetto è stato verificare la possibilità di sopraelevare e, verificata questa, valutare come riuscire a intervenire in modo da non confondere il nuovo intervento con il preesistente.
Rientriamo volutamente in un approccio che vuole evidenziare il nuovo intervento, vuole manifestare la crescita dell’abitazione, la sua estensione. Cambia a questo punto non solo il modo di progettare l’interno (guardando lo stato di fatto dei piani inferiori alla sopraelevazione risalta il diverso modo di abitare) ma anche il modo di rapportarsi con l’esterno e manifestare apertamente la volontà dei progettisti.
Esternamente l’estensione in progetto doveva utilizzare una parete ventilata in alluminio, studiata anche nella divisione delle pennellature, parete che fungeva da isolante termico, acustico e da protezione del paramento murario.
L’alluminio e il suo colore dovevano manifestare, con infissi tagliati a filo di parete esterna e con oscuranti interni, una immagine forte al passante che scorge il nuovo involucro giocando con i “colori” del giorno e della notte.
Per motivi economici la committenza in fase esecutiva non era disposta alla realizzazione di questa parete ventilata pur apprezzandone le valenze e si guardò ad un’altra soluzione che è il manifesto del compromesso fra committente e progettista.
Viene realizzato un cappotto in polistirolo che trattato nelle giuste maniere cerca di emulare il più possibile l’idea originaria di un nuovo volume che grava sulla preesistenza. Si riesce a distinguere nell’abitazione l’ala pubblica e l’ala privata, entrambe rapportate con lo spazio esterno dell’appartamento, luogo che pur essendo all’aperto e in città riesce ad avere un carattere privato rispetto a ciò che ruota oltre l’edificio.
Le stanze da letto hanno un corpo aggettante che è inclinato per evitare la presenza di occhi indiscreti dell’edificio frontale e per permettere di indirizzare la vista verso Erice. La presenza nel “patio” di una pianta ad alto fusto cerca idealmente di portare il verde della vetta Ericina all’interno dello spazio abitato.
In prossimità della scala di risalita esterna (scala secondaria) è stato previsto un piccolo ascensore-montacarichi e sbarcati al piano interessato dal progetto, prima di entrare all’interno dell’ambiente abitato vero e proprio i proprietari usufruiranno di uno spazio di servizio.
La scala di risalita principale segue la linea verticale di quella preesistente e giunti al pianerottolo d’ingresso si può scegliere di accedere direttamente all’abitazione o allo spazio esterno di sua pertinenza.
Lo stesso avviene per la zona notte e la zona giorno che entrambe stabiliscono un rapporto diretto con l’esterno. L’intervento vuole denunciare la sua presenza non solo alla realtà urbana ma anche all’edificio stesso sul quale grava ponendosi “come un parassita” e differenziando per contrapposizione verticale il nuovo dal vecchio.
Design team: G. Todaro e R. Tumbiolo
Trapani - 2007-2008
Photo credits: © Santo Eduardo Di Miceli
Study model: F. Mannina
Year 2008
Work started in 2007
Work finished in 2008
Status Completed works
Type Multi-family residence / Restoration of façades / Building Recovery and Renewal
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