Tipologia: Restauro e risanamento conservatico del Teatro Mugnone 1° lotto funzionale
Committente: Comune di Marcianise (CE)
Gruppo di progettazione:
RTP Costructura consulting s.c., Arch. Marco Mazzella, Arch. Luigi Vergone, Arch. Vincenzo Sparaco
Direzione Lavori: Ing. Nicola Sampietro (D.T. Costructura) prima fase, Arch. Marco Mazzella (socio Costructura) seconda fase
CSE: Arch. Federico Grieco (socio Costructura)
Ispettori di cantiere: Arch. Luigi Vergone, Arch. Vincenzo Sparaco
Collaudatore T.A. e statico: Ing. Angelo Romano
Responsabile del Procedimento: Ing. Fulvio Tartaglione, Ing. Gennaro Spasiano, Ing. Francesco Letizia, Ing. Fulvio Tartaglione.
Impresa appaltatrice: Gr.An. Appalti Italia s.r.l. Geom. Antonio Grillo
Importo di appalto: € 1.213.946,11
Area: 1303mq
Fotografie: Luigi Vergone architetto
L’opera del teatro, intitolata al Maestro d’orchestra del San Carlo di Napoli Leopoldo Mugnone, fù commissionata nel 1919 dalla mente eccelsa e colta del Notaio Avv. Nicola Gaglione (1877-1944) di Marcianise all’ingegnere udinese Giovanni Battista Comencini.
Il progetto fu redatto dallo “Studio di Ingegneria ed Architettura Comm. G. B. Comencini e Guido Milone” di Napoli.
Il Maestro Mugnone, a quel tempo ancora vivo, era un concittadino del Notaio Gaglione ed ebbe l’incarico di curare direttamente l’acustica del teatro.
L’opera fu finanziata dalle famiglie Carlo Accinni, Enrico Accinni, Silvestro Perrino, quest’ultimo successivamente liquidato della sua quota durante l’erigenda costruzione, Maria Letizia Gaglione, (1881-1955) moglie del Notaio Gaglione.
La prima stesura di progetto del Comencini è datata Agosto 1919, in cui gli elaborati consistono in 5 tavole progettuali in scala 1:100, costituiti dalla “Pianta PianTerreno Poltrone e Platea”, “Pianta Piano Primo Palchi e Posti Distinti”, “Pianta Piano Ammezzato e Copertura della Sala”, “Sezione Longitudinale A-B”, “Prospetto”, cui si accompagna un preventivo dei lavori occorrenti per la costruzione del Teatro sia in forma di protocollo, ovvero con validità legale, sottoscritto dai committenti, sia in forma di computo delle lavorazioni, entrambi coincidenti riportanti le fasi e le descrizioni dei lavori, quantizzati in metri quadrati e metri cubi di opere da realizzare.
Il progetto viene presentato al Presidente Componenti la Commissione Edilizia il 16 settembre 1919, firmato da tutti i committenti recitando: “i sottoscritti chiedono di essere autorizzati a norma di legge a costruire su di una zona di suolo edificatorio di loro proprieta sito in Marcianise, in Piazza Onofrio Buccini, alla Via Municipio un teatro giusto il progetto ideato e redatto dall’Ing. Comm. Giov. Battista Comencini che si esibisce per visione”.
Il giorno 20 settembre 1919, a distanza di quattro giorni dal deposito del progetto, la Commissione Edilizia, letta l’istanza, visto il Regolamento Edilizio, approva il progetto e ne autorizza la esecuzione.
In un documento su carta intestata, Municipio della Citta di Marcianise, il Commissario Prefettizio “certifica che la costruzione del teatro Leopoldo Mugnone fu intrapresa alla fine dell’anno 1920 e terminata nel mese di luglio del successivo anno 1921. In carta libera per sgravio di tassa, Marcianise li 11 aprile 1923”.
In questa prima stesura di progetto, si evince sia dagli elaborati progettuali che dal preventivo dei lavori, una serie di lavorazioni che in una probabile seconda stesura di progetto siano stati in parte soppressi, in parte mutati e realizzati con tecniche e materiali diversi per sopraggiunte mutate esigenze dei committenti nel corso del tempo, attribuendo inoltre all’esecuzione dei lavori anche un certo grado di varianti in corso d’opera.
Il Teatro Leopoldo Mugnone, in Marcianise, è un’opera di architettura, che incrementa lo scenario architettonico, di ville e palazzi borghesi dai caratteri dell’architettura razionale e dell’eclettismo tardo-ottocentesco di diversa provenienza stilistica, in posizione baricentrica, parzialmente prospettante sulla Piazza Onofrio Buccini.
Una analisi sistematica, come quella svolta preliminarmente in fase di gara, 2008, successivamente in fase di approfondimento di progetto definitivo ed esecutivo, 2009, che indaga ed interseca l’apparato iconografico del progetto originario del Comencini con sopralluoghi all’opera, foto, saggi, analisi, discussioni, è parte di quello che noi definiamo “cultura della conoscenza o del rilievo”, fase questa indispensabile all’acquisizione di molteplici dati che sono stati elaborati nelle fasi successive e che ricade sotto la definizione di “cultura del progetto”. È questo approccio metodologico che ci ha consentito di redigere un valido progetto di riconfigurazione architettonica del manufatto storico.
La “cultura del rilievo” ha fondato le basi della “cultura del progetto”, attraverso lo studio sistematico della documentazione progettuale ed analitica dell’Ing. G. B. Comencini, consentendoci di avanzare, alla luce della rifunzionalizzazione della macchina teatrale, un progetto di riconfigurazione architettonica calibrato, austero e dalle linee pure, che oseremo definire essenziali, privo di ostentazioni, e che denunciano puntualmente gli interventi posti in campo.
Il progetto di riconfigurazione architettonica ha come tema specifico l’acquisizione di una metodologia finalizzata alla redazione del progetto di restauro, e sviluppata nei suoi principali momenti: l’analisi dell’esistente nei suoi molteplici aspetti, formali e materici; la comprensione e la rappresentazione dei fenomeni di degrado e dissesto in atto; la conservazione dei materiali; la definizione di nuove funzioni compatibili con l’esistente, la rifunzionalizzazione; la progettazione degli elementi aggiuntivi in grado di garantire l'assolvimento di tali funzionalità.
Si sono percorse a tal fine due strade parallele e convergenti: da un lato la conoscenza fisico-materica dell’architettura che ha condotto alla definizione dei migliori interventi tecnici atti alla sua conservazione; dall’altro l’indagine relativa alle sue molteplici caratteristiche (storiche, formali, spaziali, distributive, ecc.) che ha portato all’individuazione delle potenzialità proprie della stessa architettura, ovvero alla individuazione degli usi con essa compatibili. I due percorsi si sono integrati in maniera coerente e omogenea, dal punto di vista delle scelte progettuali.
Il livello di conoscenza raggiunto è l’adeguato “LC2” che consente di utilizzare un fattore di confidenza FC pari a 1,20. La verifica eseguita è stata di Livello 3 (LV3) come richiesto dalla Direttiva del PCM del 9 febbraio 2011, § 2.2. per interventi di miglioramento su edifici tutelati e ha coinvolto l’intero edificio, ovvero l’unità strutturale nella sua interezza (US), essendo completamente isolata rispetto agli altri edifici del contesto urbano in cui è inserita.
L’intervento è stato teso al recupero ed alla valorizzazione dell’impianto tipologico originario, passando necessariamente attraverso gli interventi di demolizione controllata delle superfetazioni degli anni ’70, che trasformarono la fabbrica da teatro a cinema, con delle addizioni stolte e distruttive che avevano alterato la spazialità della platea ed il boccascena e sgrammaticata la lettura degli ordini dei palchetti e del loggione.
Sono stati recuperati tutti gli elementi invarianti dell’architettura, a partire dalla spazialità dei singoli ambienti, proseguendo secondo l’ordine della spazialità plano-altimetrica, agli stucchi interni all’atrio ed alle modanature in facciata. Sono stati ripristinati gli spazi localizzati su Via S. Francesco, per funzioni direttivo-amministrative e di servizio con soprastante terrazza per eventi legati alle kermesse teatrali.
Il progetto di riconfigurazione architettonica ha ripristinato gli ambienti originari della macchina teatrale, così come progettati nella loro serrata simmetria dall’ing. G.B. Comencini, seppur limitattamente al primo lotto. Al piano terra gli spazi tripartiti del foyer, con accesso dall’atrio, di cui i foyer destro e sinistro consentono l’accesso ai palchetti e loggione del piano primo e secondo, mentre il foyer centrale consente l’accesso alla platea. Al piano terra, diametralmente opposti, ma prospettanti nell’atrio, la biglietteria ed il guardaroba. I corpi scala conducono al piano palchetti con i relativi salotti ed uno spazio caffetteria, agli estremi una cucina ed area lavaggio di supporto alla bouvette. Le scale conducono al piano loggione ed al sottotetto, quest’ultimo destinato a museo degli strumenti musicali e della storia del teatro. La scala lato destro conduce al piano regia, con servizio annesso. Il piano palchetti e loggione sono dotati di bagni distinti per sesso. A tutti i livelli si sviluppano locali triangolari, in origine destinati a servizi igienici, oggi costituiscono le dorsali impiantistiche e tecniche di supporto al teatro.
L’atrio che nel progetto di G. B. Comenicini era stato concepito come uno spazio urbano, fu successivamente chiuso alla città, lasciando un solo cancello d’ingresso centrale e due cancellate su muri che occludevano gli archi laterali e l’ampia vista dell’atrio, con gli eleganti stucchi. Abbiamo ripristinato l’atrio aprendolo alla città come fosse una piazza urbana interna all’edificio, permeabile anche visivamente, grazie agli esili profili dei cancelli, con apertura a libro su cerniere eccentriche, ed alle scale non più invadenti la sede pedonale ma ricavate nello spessore dei piedritti degli archi.
Diversi sono stati gli interventi strutturali posti in campo di tipo locale e diffuso, che hanno interessato tutto il complesso, considerando che il Teatro versava in stato di totale abbandono dagli inizi del 1980. I lavori di recupero e rifunzionalizzazione sono iniziati concretamente nel 2016, a 96anni dal primo inizio lavori ed a 36 anni dall’abbandono.
Tra gli interventi strutturali eseguiti, in ottemperanza alla circolare 18 del MIBACT e concordati con la Soprintendenza, si elencano sinteticamente in, rinforzo e consolidamento estradossale dell’arco scenico in mattoni pieni con fibre in acciaio galvanizzate, fasciatura con fibre di carbonio ai pilastri ottagonali in mattoni pieni ed ai nodi trave-pilastro, metodo scuci-cuci, consolidamento dei maschi murari con metodo tipo barre pultrose, nuova copertura spazio palco ed atrio, nuovi solai alleggeriti preservando, ove possibile, le preesistenti travi Ipe, piattabande di finestre, vani porta e maschi murari, stilatura dei giunti tra i conci di tufo con malta strutturale, classe di resistenza M15 secondo EN 998-2 e R1 secondo EN 1504-3.
Gli intonaci interni ed esterni, in linea con la natura tufacea della fabbrica, sono stati eseguiti in pura calce naturale NHL 3.5 con classe di resistenza CS II secondo EN 998-1, altamente traspiranti. Le pavimentazioni interne di ambienti e scale sono in pietra di origine calcarea, perlato coreno, mezza perla, 60x60x2cm ed imbotti murarie con lastre su misura dello spessore di 2cm. I rivestimenti dei bagni sono in tessere di vetro 2x2cm. Le superfici esterne, come la paviemntazione dell’atrio sono con ignimbrite trachitica, lavagrigia, nei formati 100x100x3cm, così come le zoccolature ed i gradini di accesso all’atrio ed il basamento del fronte d’ingresso su Via Marconi. Le pavimentazioni dei locali tecnici sono in cemento. Le porte dell’atrio, realizzate da ebanisti locali su progetto, sono in multistrato di okoumè, mentre la porta di accesso alla platea è in multistrato di betulla ad incollaggio fenolico.
Il solaio orizzontale della copertura è stato eseguito con sistema cool-roof (tetto caldo): barriera al vapore, pannello per isolamento termico, massetto delle pendenze, doppio strato di protezione con manto impermeabile; successiva applicazione di prodotto fluoropolimero ad alta riflettanza (SRI 90%) con white reflex fire resistant, per futuro impianto fotovoltaico. La copertura del sottotetto e del palco è eseguita in travi di legno lamellare, GL24H, tavolato in abete maschiato, sp.20mm, classe C24, barriera al vapore, pannello monolitico con correntino in alluminio per ventilazione sottotegola e coppo in cotto conforme UNI EN1304. Infine è stata istallata la linea vita per gli interventi di manutenzione in sicurezza in copertura, relativamente al primo lotto funzionale.
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