La prima fase del progetto di recupero e valorizzazione dell'ambito prevedeva l’attivazione di una prima area museale ubicata nella villa Caneva, e il ripristino di un tratto in galleria Friole, uno dei tanti cunicoli che caratterizzano l'attività prevalentemente medioevale di estrazione in sottosuolo. ♦ L'area riveste particolare importanza non solo per le presenze visibili attualmente nell'ambito delle miniere dismesse negli anni 1950, il cui avvio venne dato dalla popolazione dei Cànopi minatori esperti che vi giunsero nel Medioevo dal sud della Germania, ma anche per l'interesse, da parte di popolazioni come gli Etruschi, che i minerali nella zona più estesa delle Dolomiti hanno esercitato nel tempo, favorendo migrazioni e contaminazioni di tecniche e culture che sopravvivono ancora oggi nelle tracce archeologiche e nella storia della Valle del Primiero. ♦ La riscoperta della storia delle miniere, la cui attività manifesta tracce in tutto il territorio, diventa il presupposto e l'occasione per recuperare il patrimonio storico della popolazione e per ripensare la gestione futura dell'ambiente che lo caratterizza in senso economico e della sostenibilità, attivando ricerche e sperimentazioni ad hoc. ♦ La scelta che porta alla definizione delle lavorazioni del 1 lotto, con l’attivazione parziale di opere in sotto suolo e opere in sopra suolo, è determinata dall’idea forte di un progetto che vede le due realtà strettamente collegate tra di loro come patrimonio culturale storico e strategico per tutta la Valle del Primiero, e che andrà a rafforzare il senso di Comunità nelle azioni di sviluppo per quanto riguarda l’offerta turistica, fino ad ora concentrata quasi esclusivamente sugli sport invernali, in modo da poter mettere in circolo l'economia circolare che garantirà la sostenibilità collettiva della popolazione residente e l'offerta al visitatore in modo differenziato e complementare.
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