Bari, litorale est
Le antiche ragioni della città sembrano irrimediabilmente dissolte, liquefatte nella genericità, nell’amorfo mare dei tessuti espansivi. Bari_lottizzazione Sant'Anna
Bari est, stabilimento balneare / Lido San Giorgio.
Bari, litorale est/Rete ferroviaria RFI
Città e consumo di suolo. Il suo avanzare, volutamente, si inerpica sulle flebili tracce dei luoghi identitari, innescando conflitti, rompendo arcane relazioni con il suo intorno connettivo. Il suo scopo dichiarato sembra dunque configurare disagi i
Bari, lottizzazione Sant'Anna. Strade sovradimensionate.
Bari est / litoranea San Giorgio / Lido "Il trullo".
Bari est / litoranea San Giorgio / Lido "Il trullo".
Bari est / Caratteri della campagna di levante
Bari est / Caratteri della campagna di levante
Bari, espansione est / Lottizzazione Sant'Anna
Proposta di" Parco costiero" fra i due solchi idrografici: Lama Valenzano e lama San Giorgio.
Ritrovare la permeabilità / Studio dei percorsi trasversali.
Proposta per una rete ferroviaria di rango metropolitano e regionale / Studio delle strutture per la continuità trasversale dolce.
Bari, Piano Ludovico Quaroni, 1976 / Analisi della struttura urbana.
Tavola d'analisi.
L’analisi ortografica del territorio barese ci svela con estrema chiarezza le scellerate urbanizzazioni degli ultimi quarant’anni che hanno ricoperto, ferito e sfregiato, alcune volte irrimediabilmente, le flebili tracce di un passato prezioso: landmark identitari come segni di storie, di fertili ruralità, frettolosamente dimenticate. La rigenerazione delle impronte territoriali (solchi idrografici dimenticati, preziose impronte di antichi racconti) è dunque la condizione per il possibile avvio di un progetto di riscrittura delle irrisolte aree urbane di frangia. In questo quadro gli amorfi tessuti edilizi, in corso di allestimento, della maglia 22 (aree espansive del PRG di Ludovico Quaroni) sono di per sé anacronistici, lontani dal lungimirante quadro innovativo di molte città metropolitane europee (contrasto all’insostenibile espansione urbana, ecosostenibilità energetica, reti integrate della mobilità, eccetera). Qui da noi, invece, ancora serpeggia silenziosa, tra i progetti di Piano, nascosta nei frasari incomprensibili, vagamente tecnici, l’attitudine all’espansione, all’immotivato consumo di suolo.
Poco importa se questi progetti di Piano siano vecchi strumenti di PRG, approvati dopo iter di trent’anni, oppure PUG di recente elaborazione. Alcuni numeri, però, inconsapevolmente, sembrano indicarci altre strade, scelte diverse, strategie urbane di cui in futuro avremo assoluto bisogno. A tale proposito, utili risultano per il territorio di Bari i dati ISTAT del quindicesimo censimento della popolazione italiana / 2011. I quali indicano per la Puglia (1 gennaio 2014) una popolazione complessiva pari a 4.088.988 individui. Tra dieci anni, nel 2024, quel valore numerico avrà un decremento di 77.623 unità, ciò vale a dire che la popolazione residente in Puglia sarà di 4.007.365 individui. Il calo demografico continuerà nei decenni successivi. Il decremento delle nascite sarà accompagnato da un progressivo aumento dell’età media delle persone. Per Bari metropolitana il ragionamento è identico (o quasi). Nei prossimi decenni è prevista una decrescita consistente per il capoluogo di regione e una stabilizzazione demografica della popolazione residente nell’hinterland barese. Tutto ciò dovrà inevitabilmente portare ad una diversa visione strategica del Piano Urbano Generale di Bari (in itinere). Quale significato, ad esempio, avranno i cosiddetti crediti edilizi, ovvero il residuo volumetrico, dimezzato (come è stato detto), del PRG Quaroni? Permettere ancora la costruzione di nuovi tessuti è, alla luce dei dati Istat, una metodologia logica, credibile e strategicamente spendibile sul piano del risanamento ambientale? Un’ipotesi più credibile potrebbe riguardare la rigenerazione e la densificazione urbana intorno ai nodi della rete della mobilità urbana, insieme ad un quadro di possibili demolizioni e opportuni ripensamenti progettuali (raffinati) dei vuoti. Importante asset strategico per la riorganizzazione delle fasce periurbane sarà la conservazione e la tutela delle risorse ambientali e delle componenti paesaggistiche: tracce rurali, segni idrografici delle lame, quali sensibili custodi della biodiversità e della flora autoctona, ruralità periurbana da salvaguardare per una integrazione efficace nel sistema economico della città metropolitana. La lottizzazione Sant’Anna si innesta su un territorio costiero caratterizzato dalla presenza di lame, ovvero corsi d’acqua di natura carsica, habitat naturale per la flora della macchia mediterranea (quercus ilex, quercus pubescens, arbutus unedo, laurus nobilis, ceratonia siliqua, pistacia lentiscus, eccetera) e per la fauna: volpi, rane, ricci di terra e donnole, eccetera. La fascia costiera su cui insiste la lottizzazione Sant’Anna è delimitata ad ovest dalla lama Valenzano e ad est da quella San Giorgio. Tra i due solchi idrografici, morfologicamente più evidenti, si innestano le lame San Marco, Di Mauro e Cutizza (quest’ultima, dal territorio di Casamassima attraversa quelli di Rutigliano, Capurso e Triggiano). La cartografia di PRG (Piano elaborato da Ludovico Quaroni negli anni sessanta e approvato nel 1976) include quei suoli nelle aree d’espansione di tipo C. L’area Sant’Anna si innesta tra la linea ferroviaria RFI (Bari / Lecce), sul lato nord, e la dorsale viaria adriatica (SS/16) sul confine sud. In questo luogo le antiche ragioni della città sembrano irrimediabilmente dissolte, liquefatte nella genericità, nell’amorfo mare dei tessuti espansivi. Da qui incalza l’immanente spettacolo dell’osceno, mentre i brani, i lacerti dei meta racconti della storia, vorticosamente sembrano ruotare, smembrati, nell’apocalittico silenzio del caos, dove la città generica espande le sue spore (Rem Koolhaas). L’architettura sembra, qui, aver perso i suoi antichi fondamenti, dissolta nella sua sciocca autoreferenzialità, rarefatta e configurata con simulacri incorporei senza radici. Il suo avanzare, volutamente, si inerpica sulle flebili tracce dei luoghi identitari, innescando conflitti, rompendo arcane relazioni con il suo intorno connettivo. Il suo scopo dichiarato sembra dunque configurare disagi inspiegabili, frantumando le possibili e fragili trame dell’abitare.
Year 2014
Client workshop M_ARGINI, novembre 2014 / InArch Puglia
Status Unrealised proposals
Type Landscape/territorial planning / Urban Renewal
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