The recovery project of the bunkers of the Pineta del Fondo intends to bring the reflection back to 70 years after its construction, on the entire settlement area and on the transformations that have occurred over time by man and nature, with the aim of affirm a new historical phase dated 2014 that activates a new system of use and visit and generates a process of strong identification with the history and memory of the place.
Il progetto di recupero dei bunker della Pineta del Fondo, Mesola (FE) realizzato grazie al progetto europeo TUR rivers_ Turismo rurale tra i grandi fiumi, intende riportare la riflessione a 70 anni dalla costruzione, sull' intera area di insediamento e sulle trasformazioni che nel tempo si sono verificate per opera dell'uomo e della natura, con l’obiettivo di affermare una nuova fase storica datata 2014 che attivi un nuovo sistema di fruizione e di visita e generi un processo di forte identificazione con la storia e la memoria del luogo.
Gli ambiti di approfondimento che il progetto ha affrontato, pur essendo rivolti alla totalità dei bunker nel contesto naturale in cui sono immersi, si rivolgono agli spazi esterni/interni individuati in 2 bunker, il n.1 ed il n.6, dove si sviluppa il racconto degli avvenimenti bellici e delle storie delle famiglie che li hanno abitati.
Il progetto di recupero dei bunker è strettamente connesso alla fruizione delle aree esterne che sono ricomprese nella Pineta del Fondo e caratterizzate dalla presenza di dune ed interessa un sistema di visita e di catalogazione che comprende tutti i bunker presenti nella Pineta.
L'itinerario di visita si delinea attraverso un percorso che ha inizio in prossimità del Bunker 1 e raggiunge tutti i bunker accessibili dai sentieri esistenti.
Il tracciato ha una larghezza media di circa 2 metri. All'interno di questo, il visitatore a piedi o in mountain bike può trovare zone di approfondimento e comunicazione (pannelli comunicativi), punti di sosta e di servizio (sedute e cestini).
Per facilitare l'accesso al bunker 6 che si trova ad una quota inferiore rispetto al livello del percorso di visita e per non alterare e degradare il profilo dunoso esistente, si prevede la realizzazione di una scala in appoggio per il superamento del dislivello.
Ripensare l'area come insieme di possibilità semantiche e fruitive ha portato alla definizione di un nome che sia allo stesso tempo identificativo per gli abitanti del luogo e di richiamo per i visitatori.
BUNKMEMO è la parola che suona come promemoria nell' agenda del turista e come nuovo toponimo nel territorio. BUNKMEMO comunica in modo immediato il concetto di Bunker e di memoria.
Un altro tema di riflessione che ha interessato la progettazione del recupero dei bunker è¨ quello della relazione fra manufatti cos atipici e difficilmente modificabili e la linea del tempo, ovvero il percorso temporale che parte dalla data di costruzione dei bunker nel1943, anno 00, passa per la fase di occupazione delle famiglie sfollate negli anni 50, anno 10 e attraverso il lento divenire delle forze naturali che hanno preso il sopravvento arriva fino ai giorni nostri nel 2014, anno 70 in cui avviene il ripensamento dell'intera area e la proposta per nuovi usi e significati. Questo riferimento temporale comparirà sulla segnaletica dell'itinerario di visita e sulle indicazioni specifiche per ogni bunker, targhe metalliche apposte all'esterno dei bunker.
Le condizioni ambientali all'interno dei bunker(umidità , assenza di corrente e luce naturale)hanno portato a sviluppare l'idea di un allestimento mobile adatto a situazioni estreme, alimentato da sorgenti ricaricabili:un BUNKERKIT audio/video/faretto,una piccola scatola in metallo da attaccare con un gesto magnetico al soffitto (sistema a calamita)che contiene al suo interno micro-videoproiettori a batteria e luci LED in grado di riprodurre un'esperienza sensoriale completa attraverso dispositivi luminosi e contributi multimediali creati ad hoc da artisti, che uniscono temi ed aspetti più descrittivi e nozionistici ad altri più evocativi ed artistici.
Essi sono elementi che devono essere agiti dalle guide che in tal modo hanno la possibilità di una nuova abitudine (funzione aggregativa prodotta dal sito allestito).Inizialmente pensato come produzione fuori serie per riproduzioni seriali in tutti i bunker della stessa tipologia (anche all'estero),il BUNKERKIT può essere immaginato,grazie alla sua flessibilità , per un utilizzo in tutti quei contesti sia interni che esterni,storici o contemporanei in cui vi sia la necessità di creare un percorso o una situazione puntuale di visita e non vi siano le condizioni ambientali, economiche e gestionali per farlo.
L’allestimento interno del bunker n. 1 prevede inoltre un elemento fisso che è¨ costituito da un cilindro trasparente e serigrafato in plexiglass a copertura della vecchia postazione ringstand raggiungibile attraverso una scala interna.
Questa nuova postazione denominata ‘ciclorama’, rievoca il paesaggio arcaico e la visuale al tempo della guerra, indicando i bunker come landmarks nella radura allora priva di vegetazione.
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