Un intervento delicato e complesso, un bene unico come il Palazzo del Podestà di Faenza con una storia in continua evoluzione, un edificio sottoposto ad un progetto di riqualificazione integrato, nel quale grande attenzione è stata dedicata al tema delle coperture. AERcoppo® è stato scelto per riqualificare il tetto di una porzione del palazzo, tornata oggi al suo antico splendore dopo un attento progetto di restauro.
Il complesso Da un lato il vescovo, dall’altro la Signoria e dall’altro ancora il Popolo. Si può riassumere così l’impianto planimetrico della piazza principale a Faenza, sulla quale si confrontano ancora oggi il Palazzo del Comune e il Palazzo del Podestà. Beni architettonici di assoluto valore, testimoni concreti della storia e delle mille trasformazioni del nostro Paese, come ben esprimono le diverse anime e le differenti porzioni degli edifici. Proprio sul Palazzo del Podestà è tutt’ora in corso un ampio progetto di riqualificazione e restauro che interessa il complesso nella sua interezza, sia per quanto riguarda gli aspetti conservativi e di tutela delle opere artistiche, sia sotto l’aspetto funzionale e strutturale, per restituire alla comunità e al territorio uno spazio efficiente e sicuro.
Alcune ipotesi indicano nel 1175 il termine dei lavori di costruzione del Palazzo. Era una struttura molto più grande di quella attuale nella quale oltre agli ambienti residenziali trovavano posto la chiesa, le carceri e le stalle. Secondo alcune fonti, a quell’epoca la struttura doveva essere molto più imponente rispetto ad oggi e, come il Palazzo del Comune, al primo piano ospitava numerose botteghe, che furono smantellate durante la risistemazione della piazza ad opera di Carlo II. È facile capire come la piazza potesse essere quindi un crocevia di traffici commerciali e quanto il sito potesse simbolicamente rappresentare l’incontro di tutte le genti faentine, ma non solo. Al livello superiore del Palazzo era ubicata la stanza del Vicario del Podestà, illuminata dai grandi finestroni romanici anch’essi in pietra locale, culminanti in archi in laterizio. A Faenza l’avvento del podestà risale alla metà del XII secolo, ma con l’arrivo della signoria manfreda nei primissimi anni del Trecento, il podestà perdette tutte le sue prerogative di giudice e di legislatore. Il più famoso dei podestà faentini, Franco Sacchetti, fu in carica nel 1396, mentre era signore della città Astorgio I Manfredi.
Le cronache poi riportano che nel 1270 venne abbattuta la scala che faceva salire al piano superiore per fare posto al balcone del palazzo detto “dell’arengario”, cioè da dove si arringano le folle. Un’altra scala, fu eretta pochi anni dopo, e fu detta “dei baratti”, poiché ai suoi piedi si svolgevano i giochi d’azzardo. Oggi quello che rimane è una porzione del palazzo originale: esso infatti giungeva sino all’attuale via Marescalchi, mentre internamente aveva due corti divise da una via che si apriva sino alla piazza del Popolo. Era presente anche una torre, con una campana che chiamava all’adunata i cittadini in armi, sul cui sedime oggi verrà eretta la scala di sicurezza. Nel Settecento il palazzo venne ridimensionato, e il grande Salone dell’Arengo venne adibito a teatro pubblico. La struttura cambiò volto frequentemente, fino al Novecento, quando importanti interventi condussero al ripristino della sala grande e dei finestroni. Alterne fortune quindi, per un complesso che è stato testimonianza del sistema politico dell’epoca e che nel corso degli anni ha seguito l’evoluzione de
L’intervento e la complessa pianta delle coperture La complessità dell’intervento era dettata dalle caratteristiche architettoniche dell’edificio, dall’alternanza di volumi diversi per epoca e sistemi costruttivi, dal doversi confrontare con un mix eterogeneo, sul quale intervenire dopo un’attenta analisi e una valutazione puntuale delle diverse criticità, cercando di risolvere ogni aspetto legato alle singole parti nell’ottica di un miglioramento generale delle condizioni del complesso, da considerare in modo unitario. Se da un lato infatti occorreva tutelare e riportare alla piena efficienza il grande Salone dell’Arengo, dall’altra era necessario intervenire sugli spazi annessi e di servizio e infine, ma non di minore importanza, progettare e realizzare ex novo la scala di sicurezza. Non si trattava quindi di intervenire con un unico pacchetto tecnologico su tutta la struttura ma al contrario di identificare per ogni porzione del complesso quali potessero essere i sistemi e le soluzioni specifiche più indicate, come ci conferma l’Arch. Claudio Coveri del Comune di Faenza che ha svolto il ruolo di Direttore dei Lavori: “L’intervento doveva la sua complessità proprio alle caratteristiche del bene. Se da un lato infatti occorreva intervenire sullo spazio principale del complesso, dall’altro occorreva realizzare un nuovo volume che in qualche modo potesse confrontarsi con l’esistente in modo discreto e coerente, senza inficiarne l’estetica generale ma assicurando la sicurezza dei flussi all’interno del complesso. Senza dimenticare gli spazi accessori e di servizio che necessitavano una riqualificazione funzionale e strutturale organica e integrata”.
In una prima fase, i lavori si sono concentrati sul Salone dell’Arengo, senza dubbio il cuore pulsante del complesso. Si tratta di un ambiente probabilmente di origine Medioevale più volte rimaneggiato e colpito duramente dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Nel mentre una serie di interventi ne hanno in parte modificato le caratteristiche senza però minarne l’identità e l’importanza. A fine lavori il Salone dell’Arengo verrà adibito a luogo espositivo e spazio multifunzionale in grado di ospitare convegni, concerti, incontri e conferenze stampa. L’intervento è partito dall’analisi strutturale dell’involucro che ha consigliato un consolidamento delle strutture murarie realizzato attraverso un intervento di foratura della muratura a sacco e la conseguente iniezione di resine stabilizzanti. Un intervento ben mitigato che risolve i problemi statici dell’involucro. Grande attenzione è stata poi dedicata al rifacimento della copertura che presentava parecchi fenomeni di infiltrazione che ne inficiavano la funzionalità e finivano per deteriorare anche la pavimentazione dei livelli sottostanti con un danno molto rilevante. Sulla grande copertura, dall’originale struttura lignea a capriate, sulla quale si è intervenuto puntualmente in un paio di casi, si è provveduto alla riqualificazione delle tavelle in laterizio sopra le quali sono stai poi posati l’isolante e la guaina impermeabilizzante, prima della stesura dei coppi.
“Dopo il completamento del primo stralcio dei lavori sul Salone dell’Arengo” – prosegue l’Arch. Coveri – “abbiamo posto l’attenzione sugli altri ambienti accessori e sulla nuova scala di sicurezza da realizzare ex novo. Proprio su questi ambienti, adibiti a biglietteria, ingresso, guardaroba e spazi di servizio per il Salone, siamo intervenuti sul consolidamento dei solai, sul rifacimento degli impianti, sul recupero dell’intonaco. Ci siamo concentrati fin da subito anche sulla copertura, collocata a una quota inferiore rispetto a quella del tetto del Salone. La copertura non versava infatti in buone condizioni. Anche in questo caso si trattava di un tetto con capriata lignea originale, ovviamente con luci e dimensioni molto inferiori rispetto al Salone dell’Arengo, ma con una pendenza rilevante e una complessiva inefficienza del pacchetto sul quale siamo intervenuti”.
AERcoppo®, soluzione vincente I dettagli della copertura e dell’intervento affrontato ci vengono forniti dalla Progettista del Comune di Faenza, l’Arch. Raffaella Grillandi: “Al momento dell’intervento era presente in questi spazi un controsoffitto di scarso valore e in cattive condizioni che è stato completamente rimosso. Volevamo recuperare le altezze e liberare il volume anche di questi spazi. Si è poi lavorato sulla struttura di copertura, anch’essa realizzata con capriate lignee che sono state verificate e valutate. Gli interventi in questo senso sono stati minimi e si sono limitati al consolidamento di qualche connessione tra gli elementi. Siamo intervenuti invece radicalmente sulla struttura secondaria che è stata praticamente rifatta attraverso l’impiego di travetti lignei di 16x16cm, leggeri ma resistenti. Sopra l’orditura secondaria abbiamo posizionato un doppio tavolato ligneo che fa da supporto alla barriera al vapore, sopra la quale sono stati posizionati lo strato isolante e la guaina ardesiata per l’impermeabilizzazione. Dovevamo poi ricollocare il manto di copertura in coppi e tra le possibili soluzioni abbiamo approfondito anche il sistema di AERtetto. È stata una mia proposta, ben accettata da tutti gli interlocutori coinvolti nel progetto. Ne ero venuta a conoscenza tramite riviste e pubblicazioni di settore e anche se non l’avevo mai impiegato, mi sembrava potesse rispondere alle specificità del nostro progetto, considerando le sue principali caratteristiche intrinseche. In particolare, mi interessava molto la possibilità di realizzare la ventilazione della copertura, visto che non avremmo ricollocato il controsoffitto in quegli ambienti, e la straordinaria leggerezza del sistema oltre alla flessibilità e alla velocità di posa. Abbiamo così deciso di approfondire questa soluzione direttamente con i tecnici dell’azienda con i quali abbiamo potuto analizzare al meglio potenzialità e caratteristiche del sistema, oltre a condividere obiettivi ed eventuali criticità del processo”.
“Anche per noi, l’impiego del sistema AERcoppo® era un’assoluta novità” – afferma l’Ing. Vincenzo Arca dell’Impresa I.M.E s.r.l. che ha svolto i lavori – “Dopo aver ridefinito l’intero pacchetto di copertura, ci siamo infatti trovati a posizionare i coppi, che sono stati in parte recuperati dalla copertura originale, in parte invece sostituiti con elementi nuovi. Abbiamo dovuto all’inizio prendere confidenza con il sistema e con i suoi elementi costitutivi, in particolare con i pezzi speciali che diventano fondamentali in un progetto di riqualificazione come questo. Con il passare del tempo abbiamo migliorato la conoscenza di questa soluzione e le operazioni di posa sono proseguite celermente e con ottimi risultati. Il sistema è leggero e flessibile e una volta capito permette di realizzare allineamenti precisi”.
“I lavori sulle coperture sono conclusi da qualche mese e ci riteniamo molto soddisfatti del risultato ottenuto, sia in termini generali, sia nello specifico dell’impiego del sistema AERcoppo®” conclude l’Arch. Coveri “L’impiego di questa soluzione ci ha permesso di assicurare la ventilazione della copertura ma anche una solidità nel fissaggio del manto in coppi, senza forare in nessun modo la guaina impermeabilizzante. Ora stiamo ultimando alcuni lavori interni in questi ambienti e lavorando contestualmente all’installazione della nuova scala autoportante in accordo con la Soprintendenza. Addossare un nuovo volume al complesso storico del Palazzo del Podestà non era infatti operazione semplice. Abbiamo cercato di salvaguardare le caratteristiche identitarie del complesso, realizzando un volume minimale e discreto, leggermente staccato dalla facciata su Piazza del Mercato. Questo volume, che ospita la scala di sicurezza metallica, insiste sul sedime di un’antica torre andata distrutta e in qualche modo ne reinterpreta la memoria perché permette di dar vita a un elemento di servizio, fondamentale per la vita del complesso”.
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