IL PROGETTO COME QUALITA’ DELL’AMBIENTE MONTANO
Alla base della formulazione di ogni concorso d’idee d’architettura trovano sempre collocazione delle proposte di “renovatio”, esplicitamente messe in relazione con una idea di sviluppo e innovazione dell’immagine del nostro mondo figurativo dell’abitare. Si tratta generalmente dell’introduzione di un nuovo “decoro”; dell’affermarsi di una nuova cultura, consapevole della possibile valorizzazione sociale dell’architettura, in una funzione dell’offerta per un’immagine qualificata e alternativa all’attuale. Ebbene, partendo da questi presupposti, l’occasione di proporre una struttura essenziale, come il “bivacco” è stata una sfida per ripensare agli ingombri e all’uso collegati alle misure dell’uomo. Rimandiamo il pensiero al “modulor” lecorbuseriano, all’autore del suo “cabanon”-“capanno” di Cap-Martin e agli spazi minimi standardizzati. Nell’atto progettuale si privilegia comunque l’aspetto emozionale e nel particolare contesto la “figura” della conformazione classica a pendio della montagna assume carattere predominante. L’immagine figurativa nella sua stilizzata ed elementare stereometria trapezoidale proposta, espressione di un volume architettonico, non è altro che la declinazione della cima scoscesa e inclinata della montagna, ottimizzata in una forma compatta grazie a una struttura costruttiva ergonomica e moderna.
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