Il restauro di un bene architettonico rappresenta un momento importante del suo percorso vitale. Spesso si tratta di un processo indelebile, che se condotto in maniera impropria può danneggiare il testo “originale” in maniera irreversibile e cancellare le tracce del suo percorso storico. La Chiesa di San Benedetto Abate di Caserta è stata oggetto negli anni 1970-90 di grosse manomissioni e sovrapposizioni, che tuttavia hanno consentito di trovare, con la dovuta attenzione, le tracce del suo passato relative alle pavimentazioni, agli intonaci, ai colori e alla sua configurazione spaziale. La definizione dell’intervento ha dunque tenuto conto delle varie fasi riconosciute ed ha condotto la mano del restauratore all’individuazione del periodo storico più congruo alla riconfigurazione del suo contesto architettonico. È stato possibile, infatti, confrontando i dati storici con gli elementi rinvenuti dall’indagine diretta riproporre la pavimentazione in cotto dell’aula e delle navate laterali con inserti in maiolica, i colori a calce delle volte e delle pareti, i colori della facciata e il restauro dei portoni del XVIII secolo. Il ritrovamento di elementi maiolicati ha poi consentito la riproposizione della pavimentazione del presbiterio. Un intervento significativo sotto il profilo strutturale e architettonico ha riguardato la riconfigurazione del campanile che, liberato dalla sovrastruttura in cemento armato, è stato restituito nella sua veste architettonica più degna. In facciata non sono state eliminate a-priori tutte le sovrapposizioni ma sono conservate tutte le parti che consentono di rendere riconoscibile la struttura campanaria in assonanza al suo contesto architettonico. Altri interventi di importanza strutturale hanno riguardato il consolidamento della controsoffittatura, del tetto e delle murature dell’aula.
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