Il ristorante-trattoria Battibecco, a Bologna, è certamente più noto dello stesso centralissimo vicolo in cui è situato e dal quale ha assunto il nome.
Il ristorante apre nel 1978 all’interno di un angusto spazio e si afferma immediatamente per l’ottima qualità della cucina.
La precoce necessità di dilatarsi trova soddisfazione nel 1987, quando un intervento di ampliamento converte il Battibecco nell’odierna fisionomia dimensionale.
Quell’opera rappresenta una coppia di sale fortemente connotata dalla presenza del legno naturale che riveste sia i controsoffitti che i componenti e dal carattere di una parete della sala-ristorante punteggiata da sedi o nicchie che interpretano infine il disegno elementare di case tracciate a matita.
Il passaggio generazionale ha provocato, nel 2016, l’atteso progetto di rielaborazione delle sale del Battibecco, la cui realizzazione si è conclusa con la riapertura del 23 gennaio 2017.
La consolidata e assidua frequentazione del ristorante, indubbiamente dovuta anche all’eleganza e alla confortevole familiarità dell’ambiente, non poteva costituire un dato da sottovalutare; pertanto i principi ispiratori del progetto di rielaborazione hanno preferito opzionare il tema della consonanza con gli effetti riscontrati per perseguire conseguentemente il non facile obiettivo di migliorarli.
Custodendo la continuità dei valori pre-esistenti, il concetto ha allora interessato il perfezionamento della composizione dell’interno attraverso la ridefinizione delle partizioni divisorie e perimetrali. Solo la parete con le nicchie, insieme ai soffitti, rivive nella sua piena originalità.
Nella sala di ingresso l’opera rimodella lo spazio antifreddo, il guardaroba e l’amministrazione; l’ambìto tavolo 16 si presenta e si rivolge agli ospiti in modo differente, il pre-esistente timpano ligneo sopra al banco regolarizza le proprie apparenze manifestando i corsi orizzontali di analoghe liste e un grande specchio interviene a foderare completamente il fondale adagiandosi sopra alla storica panca in giunco.
Nella sala-ristorante, in fronte alla parete con le nicchie, una lunga quinta composta da una coppia di pannelli disallineati scherma i distinti connettivi di relazione con l’area cucina e con i servizi. I corsi orizzontali che si alternano nella vibrante sequenza delle liste lignee nel primo pannello della quinta si avvicendano secondo l’orientamento verticale nel secondo per conformarsi nel ‘cielo’ che distingue l’introduzione all’area servizi.
I colori, l’illuminazione, le sedute, i tendaggi … un paio di sculture disegnate dal progettista - di cui una intende celebrare il ricordo delle numerosissime torri che connotavano Bologna -, appartengono al novero dei complementi che tramandano l’opera.
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