In questa lunga serie di immagini, certamente non completa ed esaustiva, ho voluto documentare le lavorazioni che hanno reso possibile l'opera; mancano quelle relative alle fondazioni, alle opere di completameto, e alla rampa di accesso a sbalzo telaio 5 che pubblicherò più in là. Ho passato in cantiere anche 12 ore e più quando si è trattato di affrontare e mettere a punto le lavorazioni più delicate come le piastre nervate e durante l'esecuzione delle prove di carico che hanno visto impegnati 21 comparatori centesimali ed un ritorno elastico perfetto: la struttura in calcestruzzo leggero di cemento bianco si è comportata quasi come una struttura metallica. Non sto qui a dilungarmi; gli ossevatori più attenti si saranno già resi conto della complessità del cassero delle pistre nervate: composto da una piattaforma lignea a tavole distanziate su cui venivano inchiodati con chiodi piccoli da legno i tronchi piramidali in lamiera metallica con le pareti inclinate rivestiti da un doppio strato di celofan con interposto borotalco, oltre un foro di sfiato ed insufflaggio aria compressa per la sformatura; e del bilancino per la sformatura, tutti appositamente progettate da chi scrive: il primo ha reso poissibile con poco costo la realizzazione di 12 piastre già finite in un unico getto e senza riprese direttamenmte a piè d'opera, il secondo ha consentito il sollevamento per la movimentazione e lo stoccaggio con una 45t e poi la posa in opera con una 200t avvenuto in un giorno e mezzo. Molto delicato è stato il giunto di connessione fra la trave IPE del bilancino ed il travetto di bordo della piastra consentendo la formazione di una trave acciaio-calcestruzzo di un'inerzia tale da sopportare lo sforzo di sollevamento e movimentazione. Alta "invenzione" cui mi sono piacevolmente dedicato è stata quella del cassero composto da un telaio con orizzontali in legno, verticali in tondini metallici, rete da pesca per tonni cucita ad essi ed un spessore di celofan a contenere la spinta del calcestruzzo, il risultato è stato una curvatura iniziale verso l'interno ed una finale a "pancia di gestante" verso l'esterno dopo il getto. La solidarizzazione dei due casseri è stata eseguita grazie all'apposia realizzazione e progettazione di un bullone cavo dotato di una piastra stringente il celofan allo scopo di impedire la rottura a causa della spinta del calcestruzzo. A scarreratura avvenuta sia le pareti che le piastre avevano mantenuto la boiacca e quindi si presentavano e si presentanu tutt'ora con una superficie bianca e lucuda.
Per chi fosse interessato, sono a disposizione. Un saluto arch. Bernardo Re
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