All’interno di un paese di circa 10.000 abitanti un’area di conferimento dei rifiuti solidi urbani (area CARD), abbandonata si offre come un’opportunità di riappropriazione di uno spazio aperto e di rivitalizzazione di un bosco trascurato, nella volontà di costruire un legame propositivo tra quanto è presente in un sito, la disponibilità finanziaria e le richieste funzionali della comunità.
L’area è interclusa tra le piscine, il campo sportivo, il centro anziani, è collocata all’interno di una zona molto frequentata da diverse fasce di utenza.
Dagli elementi basici di cui si compone l’area si è costruito il parco: lavorando attraverso semplici operazioni di sottrazione, riporto, scavo, taglio, … è stata riattivato uno spazio nell’uso e nei suoi principi ambientali. Manipolando l’esistente sono state sottratte porzioni di cemento per rendere il suolo permeabile, per ricavare ampie “aiuole” in cui piantare nuove alberature necessarie per mitigare l’isola di calore, identificare spazi d’ombra, costruire punti di attrazione collettiva, disegnare gli spazi dello stare.
Le superfici verticali disposte in successione sono diventate lo spazio per attività ludiche in cui trovano disegno il tiro a segno, l’arrampicata, street workout segnalati da cromie differenziate.
Alcune parti liberate dal cemento sono state volutamente senza piantagione organizzata, per consentire l’arrivo di nuovi semi e la libera evoluzione della vegetazione che qui spontaneamente vorrà insediarsi. Le alberature, gli arbusti e le erbacee sono state collocate per la loro capacità di ambientarsi in suoli duri e ostici e sopravvivere a condizioni di stress idrico.
E’ stato ampliato il bosco con la piantagione di una nuova massa densa, e nuovi filari che guidano le persone lungo nuovi percorsi del parco. Un parco come espressione consapevole del valore delle semplici azioni e della potenza rigenerativa e interpretativa che questo luogo silenziosamente celava.
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