Le piccole dimensione di un appartamento obbligano alla riflessione sugli spazi, sulle necessità e le abitudini di chi lo abita, sul personale significato di “casa”, sui contenitori e sul contenuto. Spesso necessità e possibilità entrano in conflitto, spesso le cose che vogliamo sembrano tra loro opposte. Da queste riflessioni è nata la dicotomia della casetta P, la divisione del giorno/notte, il concetto di yin (nero) e yang (bianco) e l’uso del Minimalismo per razionalizzare gli spazi.
Attraverso la personalizzazione di mobili di grande serie, abbiamo costruito uno spazio in continua trasformazione: tutto è contenimento, tutto è apribile ed accoglie di volta in volta porte, armadi, lavanderia, vani tecnici, o vani a giorno. Ciò che è nero, ha una finitura lavagna per diventare supporto di disegni, appunti o liste della spesa. Il letto ha le ruote, per poter accedere ad altri contenitori e poter essere spostato, girato, tolto. Tutto è fluido anche se misurabile nel rincorrersi e trasformarsi di un elemento sull'altro e da uno spazio all'altro.
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