L'allestimento della stazione metro San Giovanni è il primo a Roma che interpreta le peculiarità della stratificazione archeologica; la comunicazione operata sui registri della grafica, dell'informazione storico/culturale e sull'esposizione diretta dei reperti produce un'esperienza immersiva di viaggio nella storia per passeggeri e turisti.
Gli scavi hanno portato alla luce un'eccezionale stratificazione archeologica che raggiunge i 27 metri di profondità, attraversando tutte le epoche storiche di Roma e prima di Roma.
Il progetto degli interni interviene su una struttura che ha comportato la rimozione di tutti i rinvenimenti: l'allestimento vuole perciò realizzare un'esperienza immersiva nella storia del luogo mediante un criterio di narrazione che faccia percepire l'attraversamento degli strati della storia.
Soffitti e pavimenti assumono un carattere neutro per dare rilievo alle pareti bianche, che diventano un foglio su cui scrivere il racconto della Storia e delle tante storie emerse grazie a più di 40.000 reperti che hanno restituito uno spaccato entusiasmante della vita quotidiana attraverso più di 25 secoli.
La discesa nella storia è materialmente visibile grazie ad uno stratimetro che registra graficamente la profondità fisica e temporale, identificando ciascuno dei numerosi strati intercettati; le immagini ingrandite dei reperti e la misurazione crono-spaziale avvolgono il passeggero nella Storia, mentre una serie di allestimenti mette in mostra i reperti più significativi al livello in cui sono stati ritrovati, evocando singole storie segnalate ancora da grandi scritte che identificano specifici ambiti.
La sfida è stata quella di elaborare un concetto museografico che invece di misurarsi con le condizioni proprie di una normale esposizione museale deve piuttosto confrontarsi con l'impatto fisico di una massa di passeggeri che ha per prima preoccupazione quella di prendere un treno, assecondando specifici livelli di sicurezza e un livello di attenzione legato alla velocità
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