La prima idea quando è stata commissionata la progettazione della sistemazione del busto di Padre Alessio Falanga è stata quella di creare uno spazio che, seppur inserito nell’ambito più vasto della nuova piazza del Municipio, avesse una sua specifica autonomia in quanto strettamente legato alla storia della Chiesa e del Convento di San Francesco d’Assisi, più che a qualsiasi altro riferimento della città. La riflessione si è quindi soffermata su cosa rappresentasse in origine il luogo attualmente occupato dal nuovo Municipio e dai giardini antistanti: esso era un orto recintato (“hortus conclusus”) appartenente ai frati che hanno vissuto la vita monastica all’interno del convento nei secoli passati. L’orto, recintato da antiche mura, era costituito da alberi da frutto autoctoni e rappresentava un luogo di meditazione e di preghiera. Esso è riportato in tutte le stampe del ‘700 che riproducono la città di Fondi vista da sud-est. In particolare si evince in tutte le rappresentazioni una collinetta ai piedi dell’abside e del campanile della Chiesa di San Francesco, caratterizzata dalla presenza di cipressi. Da questo dettaglio dell’antico orto si è preso spunto per la sistemazione del busto bronzeo. Una piccola collina, ricordo, memoria di quella ben più grande esistente anticamente e documentata dalle stampe, circondata da cipressi, sulla quale è stato impostato il basamento del busto. Riprendendo gli allineamenti dell’intorno costruito, costituito dalla canonica e dal campanile, è stata inserita una seduta lineare in travertino bocciardato che ha come schienale una lastra in acciaio “corten” e che termina con una stele dello stesso materiale che riporta, insieme allo schienale, la dedica del luogo al padre francescano. Un luogo tranquillo in cui sostare, scambiare due chiacchiere, ma anche un luogo di preghiera e di meditazione che consente una riflessione sulla nostra storia, da quella più antica, rappresentata dalla presenza documentata di un antico orto francescano annesso agli spazi conventuali, a quella più moderna rappresentata dalla storia di Padre Alessio Falanga e del suo legame stretto con la Parrocchia di San Francesco, con il chiostro in cui svolgeva la sua attività, rappresentato nella composizione architettonica da una piccola scacchiera di piante officinali odorose, memoria delle piante che una volta erano coltivate all’interno del chiostro dell’antico convento e utilizzate dai frati sia per la cucina, sia per le proprietà medicamentose di alcune di esse. Una pausa di riflessione sulla nostra storia (più antica e più moderna) inserita nel cuore pulsante della città storica, vissuta spesso in modo frenetico e distratto. Un omaggio alla storia del convento di San Francesco d’Assisi ed in particolare ad un grande testimone della cultura e della fede francescana.
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