Incastonata nel cuore di San Salvario, a Torino, questa officina ha operato per tutta la seconda metà del ‘900 nel settore della componentistica per le autovetture. Il primo proprietario oltre a lavorare al piano terreno viveva al piano superiore ed era amico di tutti nel quartiere. Nel 1995 la ditta cessa l’attività lasciando i locali vuoti e segnati dalle tracce stratificatesi in mezzo secolo di quotidiano lavoro. L'osservazione della stratificazione del tempo che ha segnato questo spazio porta al recupero di un insieme di elementi che possono formare una grammatica e un lessico utili a raccontare l'anima di questo luogo.
Come in una domus pompeiana, una volta alzata nuovamente la serranda avvolgibile sono riemersi i segni e le tracce dei macchinari, degli arredi e delle latte di vernice e di olio stampate nelle macchie indurite su pavimento, come corpi in negativo ingabbiati in una moderna lava industriale.
Ciò che ci ha spinti in questa piccola avventura è stata la ricerca di un linguaggio che non assomigliasse al minimalismo di tendenza e neanche al suo contrario ma che si potesse collocare nel limbo del non finito in un dialogo aperto e progressivo con il tempo che scorre, secondo un andamento naturale e fluido.
In tal modo si sono valorizzati i segni ruvidi rivelati come rughe di vita vera e evidenziati come si fa con i cocci di antichi vasi dissotterrati e poi ricostruiti con pezzi di malta bianca inseriti tra i frammenti originali.
Recentemente è stato ampliato il locale con uno spazio gemello dedicato all'editoria d'autore e a laboratori d'arte e letteratura.
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