Un volume basso e trasparente a geometria variabile, sia in alzato sia in pianta, poggiato all’esterno degli scavi. Un volume che sia avverte, nell’ampio spazio urbano in cui si colloca, più per il luccichio delle vetrate di giorno e il luminoso involucro di notte, che per la sua presenza architettonica.
Una forma mutuata più dalla leggerezza della trasparenza, come protezione e percezione della “storia”, che dalla massività della pietra; in questo caso, essa è la “pietra della storia”, e come tale deve essere vista e protetta.
Il “guscio” trasparente, con la sua volumetria a geometria variabile, (dall’altezza massima di quattro metri) emerge dal piano di calpestio dello spazio circostante il sito, inserendosi nel contesto ambientale con un piccolo segno dinamico e flessuoso. Un segno, più di curiosità che di “stupore”, il quale risulta sostanzialmente ininfluente in termini volumetrici, inserito in un quadro urbano e architettonico di grande dimensione e di edifici alti e imponenti, qual ‘è Piazza Venezia con i suoi spettacolari monumenti. L’estensione della copertura, anche sull’uscita della metropolitana, intende non solo offrire un segno unico nel contesto ambientale ma, principalmente, coinvolgere l’uscita della metropolitana nella fruizione e percezione degli scavi. La pedonalizzazione della Piazza della Madonna di Loreto, con l’inserimento di un piccolo nucleo verde, posto lateralmente la facciata della Chiesa (in ricordo dei pini abbattuti per il recupero dei resti archeologici), e un piccolo box vetrato per l’info-archeo, intendono contribuire alla tutela sia degli scavi sia della Chiesa ma soprattutto a un’adeguata accoglienza dei visitatori.
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