RELAZIONE.
Salendo verso Monte Magrè, dopo aver superato a destra il piccolo colle del Castelòn di Cà Trenta, ci appare a sinistra un tratto di strada sterrata che taglia i campi orizzontalmente per collegare la strada asfaltata alla piccola contrada Monti.
In fondo alla strada sterrata si apre un grande arco che fa da accesso alla contrada, attorno a questo accesso arcuato si sviluppa la casa dei committenti di questo intervento, una sorta di “ponte abitativo”, che, scavalcando il portico comune diventa una particolare eccezione per l’uso di questi manufatti, un tempo appartenenti ad un popoloso nucleo rurale.
Ora nuove esigenze impongono una razionalizzazione della proprietà che si estende ortogonalmente rispetto alla strada di accesso per terminare in fondo al campo perimetrato a valle dagli alberi del bosco.
Due le richieste.
La prima, creare due posti auto accessibili dalla strada sterrata che circonda a nord la contrada con a lato un percorso pedonale che conduce all’abitazione esistente.
Questo “pianoro” è sostenuto da murette in pietra locale munite di palizzata in legno protettiva e un piano di calpestio in ghiaino in continuità materiale e visiva con la preesistente strada sterrata.
La seconda ,realizzare un sorta di deposito costruito interamente in legno e rivestito in assi di legno poste orizzontalmente, compreso il tetto, lasciando che il tempo e gli agenti atmosferici lo rendano di quel bel grigio cenere tipico delle chiusure con assi delle “tese” del mondo rurale.
La caratteristica principale di questo “manufatto”, appoggiato sul dolce declivio del prato, è il tetto con una pendenza accentuata ed un angolo interno alla sommità di 90°.
Con questa “figura” si è voluto segnare il mondo rurale di contrà Monti con un oggetto archetipo appartenente alle interpretazioni della “capanna del primitivo” immersa nella natura (il timpano nelle prime ville palladiane).
Le forme primarie dell’architettura appartengono alla natura stessa che le accoglie e qui a poca distanza dalla “cortina” edilizia di contrà Monti si è voluto “continuare” un sistema insediativo parallelo sia planimetricamente che per andamento delle falde dei tetti.
Con un pensiero in più, una interpretazione più accennata rispetto alla mera riproposizione di una forma che molti chiamano in” armonia con il contesto” senza accorgersi che scivolano verso la mimesi vernacolare.
Questo si è voluto fare, tenendo il rapporto tradizione/modernità dentro un piccolo intervento, ma, se ne saremo capaci, questa piccola “cosa” può diventare architettura.
E se pensiamo al “Cabanon” di Le Corbusier sulle colline della Costa Azzurra?
Tutto può diventare vero.
arch. Diego Peruzzo
Year 2019
Work started in 2019
Work finished in 2019
Main structure Wood
Client Privato
Contractor In proprio
Cost 80000
Status Completed works
Type Modular/Prefabricated housing
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