Il progetto ambisce alla coincidenza tra spazio architettonico ed esposizione. L’intenzione progettuale è stata quella di differenziare una zona espositiva per le essenze lignee naturali, e una per i laminati artificiali, attraverso due comparti spaziali e percettivi funzionali ai prodotti da esporre. L’obiettivo era di non progettare degli espositori indipendenti dall’involucro architettonico bensì ottenere una spazialità che accogliendo i materiali da esporre, diventasse “spazio espositivo integrato”, portando al limite la definizione di “showroom”, facendo quindi in modo che la stessa scatola spaziale fosse un sistema espositivo. Da qui l’idea di giustapporre due scatole analoghe che però esprimessero la propria struttura formale secondo due differenti logiche: una rigorosa che esplicita la propria natura geometrica e materica; l’altra indefinita che esprime lo spazio come fatto geometrico e materico inafferrabile, percepibile solo attraverso una sua lettura profonda. L’intervento si presenta con un’ imponente cornice in legno che prospetta sulla strada manifestando con immediata chiarezza l’essenza spaziale e materica dello showroom. La prima scatola ha una forma cubica composta da una serie consecutiva di fasce lignee, alternate a fasce di vetro che contengono i corpi illuminanti. Una zona filtro, in marmo bianco bocciardato, funge da giunto architettonico tra le due scatole. La seconda scatola dedicata alla vendita dei laminati artificiali è caratterizzata dal superfici nere, cui si demanda la smaterializzazione delle pareti che ospitano i materiali da esporre. Un ingrossamento delle pareti permette di ricavare delle nicchie che si dispongono sia sulle superfici orizzontali, sia sulle superfici verticali. La parete di fondo accoglie dei perni che sono gli unici elementi che dichiarano la griglia geometrica della scatola nera. All’interno un oggetto semplice in vetro diventa l’unico oggetto funzionale che contiene cassetti espositori per laminati e il piano d’appoggio per le vendite. La parete di fondo nera, con i led luminosi funge da quinta prospettica al “tunnel ligneo” amplificandone la profondità, realmente modesta dello show room.
{{item.text_origin}}