La strategia progettuale dell’intervento ha seguito il principio del ripristino filologico dell’apparato decorativo originario, restituendo coerenza alla complessa stratificazione storica dell’edificio, dall’impianto tardo gotico catalano fino agli interventi degli anni trenta del Novecento. La volta della navata centrale è stata sottoposta ad un consolidamento dell’intonaco e del film pittorico. Sulle pitture della volta, realizzate intorno al 1929, si è intervenuti con una pulitura accompagnata da una puntuale integrazione cromatica delle lacune con velature di colori alla calce, così da salvaguardare la leggibilità e l’integrità delle decorazioni trompe l’oeiI.
Il fregio, la trabeazione e le membrature architettoniche sono state inserite in un sistema organico teso a ristabilire il giusto rapporto cromatico tra la volta, la navata centrale e le cappelle laterali. La riduzione della gamma cromatica alle tinte presenti nella volta ha permesso di individuare le diverse fasi costruttive mettendo in relazione le modanature lapiddee tardogotiche delle cappelle laterali con la struttura architettonica barocca della navata centrale. Particolare cura si è posta nel ripristino del pavimento del presbiterio così da costruire un tappeto marmoreo intorno allo spendido altare Barocco dello Spazzi. Il cantiere di restauro ha poi messo in luce altri elementi lapidei della fabbrica tardo gotica che nelle fasi successive erano state celate quali due pilastri in stile platearesco alla base della volta stellare della capilla mayor e una porzione di arco gotico in corrispondenza del campanile. L’integrazione accurata degli impianti elettrico, di illuminazione e antitrusione, attraverso l’utilizzo di corpi illuminanti a led, ha restitutito allo spazio sacro maggiore dignità e frubilità.
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