Cenni storici ed inserimento ambientale:
Il complesso edilizio oggetto di intervento è sito all'interno del tessuto urbano del centro storico, il cui fronte su via Sclopis viene denominato, tra gli edifici privati, con il nome di "Casa di Aventurino Vanetto" (cfr. "Recuperare l'immagine urbana di Giaveno" di Chiara Ronchetta e Paola Delpiano, ed. Lybra immagine). Dall'opera citata si apprende che Aventurino Vanetto intorno alla metà del 1500 risultò essere: "...il massimo contribuente di una tassa straordinaria sui redditi...", qualificato come "mercante di drappi" cioè produttore e mercante a livello internazionale di un tipo di panno; il "drap" era un panno robusto e senza pretese con cui si confezionavano anche gli abiti dei soldati e per un certo periodo di tempo l'edificio fu dunque la residenza dell'imprenditore più ricco del paese. Da ciò la scelta di rinominare il complesso edilizio: "Corte dei Drappi": per recuperarne la memoria storica.
Conformazione architettonica
Il complesso edilizio è distinto in due diversi corpi di fabbrica, dei quali uno con fronte verso via Sclopis ed entrambi con fronti verso il cortile interno, e da fabbricati accessori. Dall'analisi morfologica si può intuire che il primo, avendo continuità architettonica con le facciate degli edifici adiacenti su via Sclopis ha sino ad oggi mantenuto la conformazione architettonica originaria dell'epoca di costruzione (medioevale, sicuramente dal 1300 in poi), mentre il secondo (con fronti verso cortili interni), ha caratteristiche prettamente medioevali solo al piano terreno e potrebbe essere verosimilmente un edificio a due piani (terreno e sottotetto) che successivamente (forse nel 1800) è stato sopraelevato di tre piani fino a portarlo alla stessa alla stessa altezza dell'altro fabbricato.
Caratteristiche architettoniche rilevanti
Le caratteristiche originarie del fabbricato verso Via Sclopis che il progetto valorizza sono costituite da:
- porticato con soffitto a volte (crociere) posto a collegamento tra via Sclopis e il cortile interno le logge (in corrispondenza del porticato sottostante) ai piani superiori; - la disposizione dei vani interni dei singoli piani, rispettandone le murature di spina e la scansione delle aperture interne ed esterne e dei passaggi interni, pur dovendo dotare ogni unità abitativa degli idonei ambienti di servizio e di passaggio; - i prospetti: verso via Sclopis la riapertura della bottega ripristinandone l'ingresso sulla via, il restauro del portone di accesso al porticato, l'accessibilità all'arco rampante di collegamento tra l'edificio in oggetto e quello di fronte per garantirne la manutenzione e l'uso, le aperture ad arco del piano sottotetto da mantenere con la stessa trasparenza originaria nascondendo completamente il nuovo serramento; verso il cortile interno il mantenimento della bugnatura in color mattone, ripresa integralmente ove compromessa, sia come forma sia come colore, il ripristino delle aperture ad arco costituenti l'affaccio del loggiato sul cortile, in passato parzialmente chiuse, così come le finestre sul futuro vano scala al piano secondo e terzo, ora dipinte; i prospetti sul cavedio interno in corrispondenza delle logge, da riaprire per riportare le arcate originarie in vista.
Le caratteristiche originarie del fabbricato verso cortile interno che il progetto valorizza sono costituite da:
- sala medioevale al piano terreno: ambiente domestico sin dai tempi della costruzione che conserva il grande camino la zoccolatura in intonaco posta lungo tutte le pareti per l'appoggio degli arredi, la travatura in legno centrale sorretta da un pilastro tondo in mattoni a vista (forse non originale) dalla quale si dipartono le grandi specchiature delle volte intonacate; il passaggio tra questo ambiente cucina e la dispensa annessa realizzato tramite un'apertura con arco a tutto tondo. I piani superiori, che vengono comunque mantenuti nella loro integrità, non presentano caratteristiche rilevanti.
- sul prospetto verso il cortile interno vengono le aperture poste al piano terreno, ripristinando il loro aspetto originario (sopraluce curvo in mattoni pieni e vista e serramenti in legno naturale come il portone da restaurare su via Sclopis); le aperture sono riquadrate con cornici in intonaco e zoccolatura, il tutto color mattone in analogia alla bugnatura del fabbricato adiacente, mantenendo il colore preesistente per il resto della facciata. Anche le aperture sul ballatoio dell'ultimo piano, prive di persiane (perchè non protette dallo spiovente) sono riquadrate con cornici in intonaco di colore grigio.
Fabbricati accessori sono caratterizzati da un prospetto di facciata in mattoni a vista e cornici in intonaco grigio, presumibilmente realizzate ai primi del '900.
In ultimo, il restauro della facciata su Via Sclopis, mantenuta integra con piccoli ritocchi sull'intonaco preesistente e, su questo, una leggera velatura protettiva, lasciando a vista la tessitura muraria originaria in mattoni e pietre, risulta vincente rispetto alle facciate adiacenti dove l'intonaco realizzato vent'anni fa e la soprastante verniciatura sintetica hanno tolto ogni "voce" del passato senza aggiungere nulla che possa sostituirlo.
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