Corso Settembrini-vista notturna
Tavola di concorso
Vista d’insieme - lato Corso Settembrini
Planimetria di progetto
Corso Settembrini-vista diurna
Vista a volo d’uccello
A partire dai temi dell’analisi del luogo e della storia nasce l’idea matrice che ruota intorno
ad alcune scelte e convinzioni progettuali:Costruzione di un legame forte tra il nuovo insediamento
e il contesto, anche a partire dalle geometrie del tessuto
consolidato della zona. Attenzione alle trame urbane, agli
allineamenti, alle matrici insediative. Nella realizzazione di
questo ambizioso progetto, la partecipazione dei cittadini
risulta fondamentale. Un luogo di memoria come l’ex
Area Fiat deve essere vissuto e partecipato: non può essere
un progetto calato dall’alto, bensì deve condividere
l’esigenza storica di una comunità che, perso i tradizionali
settori di produzione, vuole rielaborare la propria tradizione
costruendo un’identità capace di assicurare prospettive di
rilancio turistico-culturale.
Costruzione di un nuovo luogo urbano, fortemente caratterizzato
e riconoscibile, pronto ad accogliere con la propria
identità architettonica e urbana la voce di una società che
non vuole essere più solo un gruppo eterogeneo di individui
ma un gruppo di persone che genera con i propri
interessi il concetto di “luogo comune”.
Strutturazione e disegno di un sistema degli spazi collettivi
(le strutture ricettive e di ristorazione, la zona fiera,il museo, le strutture di intrattenimento e le aree adibite
alla ricerca, alla creatività e alla produzione ecc…) che
si intrecci con le diverse identità e vocazioni dei luoghi
urbani al contorno. Riprogettazione e riammagliamento
della zona a verde attualmente in degrado. Il progetto vuole
condensare nello spazio pubblico i bisogni espressi e i
desideri inespressi dei cittadini e addirittura in alcuni casi
costruire la stessa comunità che non conosce ancora le
potenzialità che questi spazi rigenerati possono avere. E’necessario fare in modo che gruppi eterogenei di individui(lavoratori, professionisti, studenti, turisti, famiglie, giovani,anziani ecc) si riconoscono in un medesimo luogo di
socialità come quello di Mirafiori, attualmente ridotto ad un
enorme spazio inutilizzato.
Progettazione urbana attenta ai rapporti collettivi, alla mobilità,all’uso del tempo, all’incertezza economica, in cui
i canoni di ‘permanenza’ e ‘immutabilità’, ormai sempre
più in discussione, vengano rivisti, evidenziando le dimensioni
della ‘trasformabilità’ e della ‘instabilità’. I concetti
di flessibilità ed adattabilità diventano fondamentali nella
evoluzione dello spazio, incentrando le ricerche in un’architettura
‘modulare’ oltreché sostenibile e innovativa.
Necessità che le nuove strutture si confrontino con le
questioni che riguardano l’ambiente, la città e il tessuto
urbano nel quale sono inserite forse più di qualsiasi altro
complesso o edificio. L’ eco-compatibilità, la sostenibilità
ambientale ed economica devono essere fin dall’inizio
ben studiate, creando un intervento calibrato in virtù dei
possibili benefici e dell’indotto positivo che questo deve
necessariamente avere.
Il progetto mira a rivitalizzare vecchi edifici di architettura
industriale oramai abbandonati che in passato hanno rappresentato
un importante centro di lavoro per la città di
Torino. Questi contenitori hanno potenzialità elevatissime
vista la loro posizione all’interno dell’area metropolitana di
Torino. L’obiettivo è quello di inglobare destinazioni d’uso
capaci di dialogare con gli interessi del territorio comunale
inserendo attività legate al lavoro, allo studio, allo sport e
al tempo libero, che possano diventare attrazione anche a
scala provinciale.
L’ingresso principale dell’ex Dai, da Corso Settembrini, è
costituito da una zona di filtro e di smistamento dei flussi
che corre lunga tutto la prima campata dell’edificio, parallelamente
al muro di cinta. Il progetto cerca di mantenere
inalterata più possibile la struttura esistente, le partizioni
interne, i pilastri e le strutture dei locali interni ancora in
buone condizioni e ancora funzionali; cerca inoltre, di dare
nuova vita agli spazi che sono rimasti in funzione fino agli
ultimi mesi di attività dei due capannoni. Entrare in questa
struttura consentirà a chiunque di percepire la vecchia
struttura e l’orditura della copertura originale così come
è stata realizzata negli anni ‘30. Il nesso con la memoria
è così mantenuto lasciando inalterata l’originaria struttura
metallica e parte della copertura in lamiera, sotto la quale
sono stati collocati dei moduli in legno che seguono la
rigida maglia strutturale dei capannoni ex Dai ed ex Gommatura.
La ‘staticità’ compositiva della ‘architettura industriale’rappresentata dalla rilevanti luci libere (navate di
20 metri scandite da pilastri ad intervalli di 12 m) viene
sostituita da nuove ‘proiezioni’ interne e verso il paesaggio,attraverso una forma modulare flessibile, ‘sensibile al
contesto’, formata da materiali naturali, leggeri e luminosi,a creare ambienti impalpabili per superare quei concetti di
‘limite’ e per relazionare l’interno dell’edificio con l’esterno.
Il modulo delle campate esistenti diventa il “modulo
cardine” del nuovo progetto sia per l’inserimento dei vari
blocchi funzionali e la loro distribuzione all’interno dei due
capannoni, sia per la configurazione del nuovo parco urbano.
Le scelte costruttive e dei materiali seguono il principio
della sostenibilità, facendo di un materiale naturale come il
legno il principale interprete della rinascita dell’area. I blocchi
interni dell’ Ex Dai (laboratori, ristorante, uffici, negozi
ecc..) e dell’Ex Gommatura (spogliatoi, tribune, alloggi per
studenti ecc..) sono interamente costruite in legno secondo
il sistema X-Lam (Cross Laminated Timber), una soluzione
innovativa e tecnologicamente all’avanguardia per la
costruzione di edifici in legno, anche a più piani.
Il progetto sfrutta tutte le proprietà del legno e di tale sistema
di assemblaggio, ovvero l’alta resistenza al sisma,la resistenza al fuoco, l’efficienza energetica, l’isolamento
acustico, la sostenibilità ambientale e la durabilità nel
tempo con un occhio di riguardo ai grandi vantaggi costi/
benifici e alla facilità di montaggio e smontaggio di tali
strutture per realizzare un intervento complessivo mirato
alla flessibilità funzionale e compositiva. Il cittadino di Torino
si riappropria così di uno spazio che conosceva già
ma di cui non conosceva le reali potenzialità, un ambiente
diventato ora completamente inedito con nuovi scenari e
nuove prospettive interne. Tali prospettive vengono messe
in evidenza dall’abbattimento di parti del muro di Corso
Settembrini e fungono da invito alla nuova area di Mirafiori, un’area non più separata dalla vita del quartiere bensì
permeabile da più punti. Tra i problemi dell’area infatti vi è
l’accessibilità: molto complicata sul fronte ovest di Corso
Orbassano, per effetto dei confini di proprietà tracciati in
sede di cessione da parte di Fiat Spa, più agevole sul fronte
sud (Corso Settembrini) che è stato individuato come il
più adeguato per organizzare l’accesso sia pedonale che
carrabile.
L’accessibilità e la permeabilità diventano punti cardine
del progetto in quanto dai nuovi ingressi aperti su Corso
Settembrini si delineano 3 grandi percorsi che tagliano trasversalmente
il capannone dell’ex Dai e accompagnano il
fruitore fino all’ ex Gommatura, alla passeggiata coperta e
al nuovo parco urbano. Tali percorsi diventano delle vere
e proprie “promenade”/gallerie a tutta altezza coperte da
ampie vetrate che trasformano il vecchio spazio industriale
in un ambiente “inedito”.
Come è stato in passato, le campate centrali dell’Ex Dai,adibite negli anni 30’ a mensa, mantengono la connotazione
di baricentro funzionale dell’area di intervento: qui troveranno
spazio bar-caffetterie, ristoranti, servizi di ristorazione
come mense per il lavoro, che consentiranno a tutti
gli utenti e ai lavoratori di ritrovare in questa zona il cuore
pulsante della nuova Mirafiori. Le attività commerciali consentiranno
di fare shopping durante la pausa pranzo, prima
o dopo un’attività sportiva e in qualunque ora della giornata.
Uno spazio polifunzionale e flessibile di 116.000 metri
quadri consentirà di trovare all’interno molteplici funzioni:spazi per fiere, mercati artigianali, spazi per esposizioni
temporanee o semi permanenti con strutture di supporto
flessibili e adattabili ad ogni tipo di evento. Una passeggiata
coperta attrezzata, il boulevard pedonale, tra gli edifici
dell’ex Dai e dell’ex Gommatura funge da “ collante attivo“alle differenti funzioni contenute nell’area, a completare il
progetto di rigenerazione urbana. Il boulevard pedonale è
coperto da una tensostruttura leggera e modulare costituita
da tubolari e funi in acciaio a doppio effetto, con una
membrana che si sviluppa per metà luce a livello della fune
portante (copertura “alta”) e per metà luce a
livello della fune stabilizzante (copertura ”bassa”). Questo
sistema costruttivo oltre a fare in modo che l’acqua
meteorica si muova dalla porzione superiore della copertura
verso quella inferiore, consente un facile montaggio
o smontaggio ed un’estrema adattabilità ad ogni tipo di
evento: concerti, spettacoli all’aperto, spettacoli notturni,mercati temporanei e fiere estive, manifestazioni culturali
e sportive.
La flessibilità, la temporaneità e la multifunzionalità saranno
i fattori chiave della riqualificazione dell’area Mirafiori.
Il prospetto lungo Corso Settembrini è caratterizzato attualmente
dalla presenza di un muro di confine che non
ne permette una facile visuale interna e, arretrata di una
decina di metri circa, una lunga parete in mattoni (parete
dell’Ex Dai), alta 12,50 metri, interrotta da una doppia fila
di finestre a nastro che corrono per tutta la lunghezza della
facciata. Entrambi gli elementi concorrono nell’identificare
l’area come un luogo dall’aspetto invalicabile e impenetrabile.
Il progetto del prospetto è stato pensato con l’obiettivo di
mantenere i caratteri predominanti del luogo. Come è già
stato descritto precedentemente è su questo lato che si
aprono i punti di accesso Ex area Mirafiori. La recinzione
si trasforma così in un confine in parte permeabile che
integra gli accessi carrabili, pedonali e ciclabili. La parete
dell’Ex Dai invece è pensata come un giardino verticale,che valorizza il vecchio edificio con colori sempre nuovi
grazie al cambiamento delle stagioni, mantenendo in alcune
parti sempre visibile e leggibile la sua parte originaria
in mattoni così da mantenere un legame con l’identità e la
storia del luogo. La nuova facciata “verde” studiata per
ospitare un ampia varietà di specie vegetali con zone di
fioritura diverse, è integrata alla struttura muraria grazie
a una intelaiatura metallica con contenitori flessibili in alluminio
per il substrato che consentiranno un maggiore
accumulo idrico e una più facile sostituzione delle piante.
Le parti vetrate attuali vengono sostituite con dei vetri fotovoltaici trasparenti che oltre a consentire l’ingresso del
la luce naturale per illuminare gli spazi interni , filtrano le
componenti dannose della irradiazione solare, isolano termicamente
e acusticamente e producono energia elettrica.
Così facendo l’edificio guadagna sensibilmente in risparmio
energetico e in illuminazione naturale. Considerando
che un impianto da 1KWp necessita di 8 metri quadri di
pannelli fotovoltaici per produrre 1100 KWh/annuo, che
l’energia elettrica costa sui 0,20 Euro/KWh e che la superficie
vetrata totale è di 1000mq: il risparmio annuo sull’energia
elettrica si aggirerà intorno ai 25000 Euro all’anno.
All’interno dell’area di progetto libera da edifici, sono presenti
alcune parti a verde caratterizzate da una vegetazione
di tipo spontaneo, attualmente lasciata completamente al
degrado della zona. Il progetto prevede la rigenerazione
di quest’area con la realizzazione di spazi comuni, spazi
giochi per bambini, orti urbani e giardini tematici, aree
di sosta al coperto, che cambieranno il volto di questo
spazio nel corso delle quattro stagioni e nei diversi mesi
dell’anno. Nasce a Mirafiori un nuovo bosco urbano che
assume il duplice ruolo di “polmone verde” dell’area e di
connessione dello spazio pubblico aperto, permeabile da
più punti, che dialoga con le zone limitrofe per creare un
disegno di progetto armonioso e unitario. Il nuovo parco
costituisce, infatti, un fondamentale elemento di presenza
ecologica ed ambientale, che contribuisce in modo
sostanziale a mitigare gli effetti di degrado e gli impatti
prodotti dalla presenza delle edificazioni e dalle attività
dell’uomo. Fra l’altro la presenza del verde contribuisce
a regolare gli effetti del microclima cittadino attraverso
l’aumento dell’evapotraspirazione, regimando così i picchi
termici estivi con una sorta di effetto di “condizionamento”naturale dell’aria, oltreché soddisfare l’importante esigenza
ricreativa e sociale della collettività rendendo la città più
vivibile e a dimensione degli uomini e delle famiglie. La
proposta di progetto consiste nella riproposizione a terra
del ”modulo” della griglia strutturale dei capannoni che organizza
il parco secondo un sistema di lotti piantumati con
essenze di alto fusto o semplicemente a superficie erbosa,separati da percorsi pedonali pavimentati che attraversano
il parco trasversalmente o si fermano a formare interessanti
aree di sosta ombreggiate. Il tracciato del parco
si connota così come naturale prosecuzione dell’orditura
delle campate dei vecchi capannoni percepibile già dagli
ingressi in Corso Settembrini grazie ai grandi percorsi trasversali
che tagliano l’Ex Dai. Il parco è caratterizzato da
chiari elementi: la griglia, un filare alberato che ne segna il
confine sul lato nord e la vegetazione per lo più ad alto fusto.
La regolarità degli spazi definiti dalla griglia è arricchita
dal mantenimento e dalla valorizzazione di alcune tracce
del paesaggio industriale precedente che si costituiscono
come veri e propri objects trouvès. Ne sono un esempio
i vecchi binari ferroviari, attualmente dismessi, che venivano
utilizzati per la movimentazione della merce che il
nuovo progetto valorizza realizzandovi dei piccoli giardini
tematici e “orti urbani” che vogliono essere oggetto per la
riscoperta di un’agricoltura self-made di quartiere. Il nuovo
Parco Urbano di Mirafiori si presenta come una sorta
di bosco, costituito da specie in maggioranza autoctone,con fini prevalentemente protettivi e di miglioramento ambientale,secondo uno schema semplice, ben delineato
all’interno dell’area con costi di impianto bassi e soprattutto
con bassissimi costi di gestione e manutenzione. Un
bosco urbano, atto a cingere la città, a proteggerla dalle
polveri sottili e ad alleviare il caldo soffocante durante il
periodo estivo. Si tratta di un bosco a spessore variabile,in alcuni punti profondo come una foresta, in altri sottile
come un filare. Un bosco fitto e vivo punteggiato da aree
che ospiteranno gli spazi per il tempo libero, aree di gioco,attrezzature sportive, aree agricole, spazi di ricerca e formazionee altri servizi di utilità sociale; un luogo di silenzio,contemplazione, immersione nella memoria individuale e
collettiva. L’area di Mirafiori come molte altre zone della
città potrà godere di un piccolo polmone verde accessibile
da tutti e a supporto dei due nuovi contenitori urbani. La
città si deve riappropriare di qualcosa che ha sempre avuto,i cittadini ed i nuovi fruitori devono scoprire questi spazi
che per troppo tempo sono stati visivamente celati da alti
muri perimetrali e dai cancelli di accesso utilizzati essenzialmente
nel solo orario di lavoro. Il progetto del parco
costituisce in questo senso il primo tassello per la rigenerazione
urbana ed ambientale dell’area in quanto realizza
la bonifica e la rivitalizzazione dei terreni contaminati dai
residui delle lavorazioni industriali. La massa “chiusa” di
vegetazione arborea ed arbustiva ha anche un importante
effetto di protezione dall’inquinamento acustico e dell’aria,ma affinché il bosco possa svolgere pienamente le funzioni
salutari citate, occorre che le specie impiegate abbiano
requisiti ben precisi, ovvero che siano quelle adatte all’ambiente
urbano della città.
Year 2015
Status Competition works
Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture / Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Adaptive reuse of industrial sites / Feasibility Studies / Office Buildings / Business Centers / Offices/studios / Multi-purpose Cultural Centres / Theatres / Museums / Concert Halls / Libraries / Associations/Foundations / Cinemas / Sports Centres / Sport halls / Swimming Pools / Fitness Centres / Sports Facilities / Hotel/Resorts / Tourist Facilities / Bars/Cafés / Pubs/Wineries / Restaurants / Discos, Clubs / Lighting Design / Graphic Design / Urban Renewal / Strategic Urban Plans / Book shops / Media Libraries / Day-care centres / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Structural Consolidation / Recovery of industrial buildings / Furniture design
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