发布时间:2015-08-02 07:12:00 {{ caseViews }} {{ caseCollects }}
设计亮点
该项目将工业遗址重生为绿意盎然的城市森林,运用可持续材料和绿色植被,打造了一个充满生机与活力的公共空间。

Corso Settembrini-vista notturna

Tavola di concorso

Vista d’insieme - lato Corso Settembrini

Planimetria di progetto

Corso Settembrini-vista diurna

Vista a volo d’uccello

A partire dai temi dell’analisi del luogo e della storia nasce l’idea matrice che ruota intorno

ad alcune scelte e convinzioni progettuali:Costruzione di un legame forte tra il nuovo insediamento

e il contesto, anche a partire dalle geometrie del tessuto

consolidato della zona. Attenzione alle trame urbane, agli

allineamenti, alle matrici insediative. Nella realizzazione di

questo ambizioso progetto, la partecipazione dei cittadini

risulta fondamentale. Un luogo di memoria come l’ex

Area Fiat deve essere vissuto e partecipato: non può essere

un progetto calato dall’alto, bensì deve condividere

l’esigenza storica di una comunità che, perso i tradizionali

settori di produzione, vuole rielaborare la propria tradizione

costruendo un’identità capace di assicurare prospettive di

rilancio turistico-culturale.

Costruzione di un nuovo luogo urbano, fortemente caratterizzato

e riconoscibile, pronto ad accogliere con la propria

identità architettonica e urbana la voce di una società che

non vuole essere più solo un gruppo eterogeneo di individui

ma un gruppo di persone che genera con i propri

interessi il concetto di “luogo comune”.

Strutturazione e disegno di un sistema degli spazi collettivi

(le strutture ricettive e di ristorazione, la zona fiera,il museo, le strutture di intrattenimento e le aree adibite

alla ricerca, alla creatività e alla produzione ecc…) che

si intrecci con le diverse identità e vocazioni dei luoghi

urbani al contorno. Riprogettazione e riammagliamento

della zona a verde attualmente in degrado. Il progetto vuole

condensare nello spazio pubblico i bisogni espressi e i

desideri inespressi dei cittadini e addirittura in alcuni casi

costruire la stessa comunità che non conosce ancora le

potenzialità che questi spazi rigenerati possono avere. E’necessario fare in modo che gruppi eterogenei di individui(lavoratori, professionisti, studenti, turisti, famiglie, giovani,anziani ecc) si riconoscono in un medesimo luogo di

socialità come quello di Mirafiori, attualmente ridotto ad un

enorme spazio inutilizzato.

Progettazione urbana attenta ai rapporti collettivi, alla mobilità,all’uso del tempo, all’incertezza economica, in cui

i canoni di ‘permanenza’ e ‘immutabilità’, ormai sempre

più in discussione, vengano rivisti, evidenziando le dimensioni

della ‘trasformabilità’ e della ‘instabilità’. I concetti

di flessibilità ed adattabilità diventano fondamentali nella

evoluzione dello spazio, incentrando le ricerche in un’architettura

‘modulare’ oltreché sostenibile e innovativa.

Necessità che le nuove strutture si confrontino con le

questioni che riguardano l’ambiente, la città e il tessuto

urbano nel quale sono inserite forse più di qualsiasi altro

complesso o edificio. L’ eco-compatibilità, la sostenibilità

ambientale ed economica devono essere fin dall’inizio

ben studiate, creando un intervento calibrato in virtù dei

possibili benefici e dell’indotto positivo che questo deve

necessariamente avere.

Il progetto mira a rivitalizzare vecchi edifici di architettura

industriale oramai abbandonati che in passato hanno rappresentato

un importante centro di lavoro per la città di

Torino. Questi contenitori hanno potenzialità elevatissime

vista la loro posizione all’interno dell’area metropolitana di

Torino. L’obiettivo è quello di inglobare destinazioni d’uso

capaci di dialogare con gli interessi del territorio comunale

inserendo attività legate al lavoro, allo studio, allo sport e

al tempo libero, che possano diventare attrazione anche a

scala provinciale.

L’ingresso principale dell’ex Dai, da Corso Settembrini, è

costituito da una zona di filtro e di smistamento dei flussi

che corre lunga tutto la prima campata dell’edificio, parallelamente

al muro di cinta. Il progetto cerca di mantenere

inalterata più possibile la struttura esistente, le partizioni

interne, i pilastri e le strutture dei locali interni ancora in

buone condizioni e ancora funzionali; cerca inoltre, di dare

nuova vita agli spazi che sono rimasti in funzione fino agli

ultimi mesi di attività dei due capannoni. Entrare in questa

struttura consentirà a chiunque di percepire la vecchia

struttura e l’orditura della copertura originale così come

è stata realizzata negli anni ‘30. Il nesso con la memoria

è così mantenuto lasciando inalterata l’originaria struttura

metallica e parte della copertura in lamiera, sotto la quale

sono stati collocati dei moduli in legno che seguono la

rigida maglia strutturale dei capannoni ex Dai ed ex Gommatura.

La ‘staticità’ compositiva della ‘architettura industriale’rappresentata dalla rilevanti luci libere (navate di

20 metri scandite da pilastri ad intervalli di 12 m) viene

sostituita da nuove ‘proiezioni’ interne e verso il paesaggio,attraverso una forma modulare flessibile, ‘sensibile al

contesto’, formata da materiali naturali, leggeri e luminosi,a creare ambienti impalpabili per superare quei concetti di

‘limite’ e per relazionare l’interno dell’edificio con l’esterno.

Il modulo delle campate esistenti diventa il “modulo

cardine” del nuovo progetto sia per l’inserimento dei vari

blocchi funzionali e la loro distribuzione all’interno dei due

capannoni, sia per la configurazione del nuovo parco urbano.

Le scelte costruttive e dei materiali seguono il principio

della sostenibilità, facendo di un materiale naturale come il

legno il principale interprete della rinascita dell’area. I blocchi

interni dell’ Ex Dai (laboratori, ristorante, uffici, negozi

ecc..) e dell’Ex Gommatura (spogliatoi, tribune, alloggi per

studenti ecc..) sono interamente costruite in legno secondo

il sistema X-Lam (Cross Laminated Timber), una soluzione

innovativa e tecnologicamente all’avanguardia per la

costruzione di edifici in legno, anche a più piani.

Il progetto sfrutta tutte le proprietà del legno e di tale sistema

di assemblaggio, ovvero l’alta resistenza al sisma,la resistenza al fuoco, l’efficienza energetica, l’isolamento

acustico, la sostenibilità ambientale e la durabilità nel

tempo con un occhio di riguardo ai grandi vantaggi costi/

benifici e alla facilità di montaggio e smontaggio di tali

strutture per realizzare un intervento complessivo mirato

alla flessibilità funzionale e compositiva. Il cittadino di Torino

si riappropria così di uno spazio che conosceva già

ma di cui non conosceva le reali potenzialità, un ambiente

diventato ora completamente inedito con nuovi scenari e

nuove prospettive interne. Tali prospettive vengono messe

in evidenza dall’abbattimento di parti del muro di Corso

Settembrini e fungono da invito alla nuova area di Mirafiori, un’area non più separata dalla vita del quartiere bensì

permeabile da più punti. Tra i problemi dell’area infatti vi è

l’accessibilità: molto complicata sul fronte ovest di Corso

Orbassano, per effetto dei confini di proprietà tracciati in

sede di cessione da parte di Fiat Spa, più agevole sul fronte

sud (Corso Settembrini) che è stato individuato come il

più adeguato per organizzare l’accesso sia pedonale che

carrabile.

L’accessibilità e la permeabilità diventano punti cardine

del progetto in quanto dai nuovi ingressi aperti su Corso

Settembrini si delineano 3 grandi percorsi che tagliano trasversalmente

il capannone dell’ex Dai e accompagnano il

fruitore fino all’ ex Gommatura, alla passeggiata coperta e

al nuovo parco urbano. Tali percorsi diventano delle vere

e proprie “promenade”/gallerie a tutta altezza coperte da

ampie vetrate che trasformano il vecchio spazio industriale

in un ambiente “inedito”.

Come è stato in passato, le campate centrali dell’Ex Dai,adibite negli anni 30’ a mensa, mantengono la connotazione

di baricentro funzionale dell’area di intervento: qui troveranno

spazio bar-caffetterie, ristoranti, servizi di ristorazione

come mense per il lavoro, che consentiranno a tutti

gli utenti e ai lavoratori di ritrovare in questa zona il cuore

pulsante della nuova Mirafiori. Le attività commerciali consentiranno

di fare shopping durante la pausa pranzo, prima

o dopo un’attività sportiva e in qualunque ora della giornata.

Uno spazio polifunzionale e flessibile di 116.000 metri

quadri consentirà di trovare all’interno molteplici funzioni:spazi per fiere, mercati artigianali, spazi per esposizioni

temporanee o semi permanenti con strutture di supporto

flessibili e adattabili ad ogni tipo di evento. Una passeggiata

coperta attrezzata, il boulevard pedonale, tra gli edifici

dell’ex Dai e dell’ex Gommatura funge da “ collante attivo“alle differenti funzioni contenute nell’area, a completare il

progetto di rigenerazione urbana. Il boulevard pedonale è

coperto da una tensostruttura leggera e modulare costituita

da tubolari e funi in acciaio a doppio effetto, con una

membrana che si sviluppa per metà luce a livello della fune

portante (copertura “alta”) e per metà luce a

livello della fune stabilizzante (copertura ”bassa”). Questo

sistema costruttivo oltre a fare in modo che l’acqua

meteorica si muova dalla porzione superiore della copertura

verso quella inferiore, consente un facile montaggio

o smontaggio ed un’estrema adattabilità ad ogni tipo di

evento: concerti, spettacoli all’aperto, spettacoli notturni,mercati temporanei e fiere estive, manifestazioni culturali

e sportive.

La flessibilità, la temporaneità e la multifunzionalità saranno

i fattori chiave della riqualificazione dell’area Mirafiori.

Il prospetto lungo Corso Settembrini è caratterizzato attualmente

dalla presenza di un muro di confine che non

ne permette una facile visuale interna e, arretrata di una

decina di metri circa, una lunga parete in mattoni (parete

dell’Ex Dai), alta 12,50 metri, interrotta da una doppia fila

di finestre a nastro che corrono per tutta la lunghezza della

facciata. Entrambi gli elementi concorrono nell’identificare

l’area come un luogo dall’aspetto invalicabile e impenetrabile.

Il progetto del prospetto è stato pensato con l’obiettivo di

mantenere i caratteri predominanti del luogo. Come è già

stato descritto precedentemente è su questo lato che si

aprono i punti di accesso Ex area Mirafiori. La recinzione

si trasforma così in un confine in parte permeabile che

integra gli accessi carrabili, pedonali e ciclabili. La parete

dell’Ex Dai invece è pensata come un giardino verticale,che valorizza il vecchio edificio con colori sempre nuovi

grazie al cambiamento delle stagioni, mantenendo in alcune

parti sempre visibile e leggibile la sua parte originaria

in mattoni così da mantenere un legame con l’identità e la

storia del luogo. La nuova facciata “verde” studiata per

ospitare un ampia varietà di specie vegetali con zone di

fioritura diverse, è integrata alla struttura muraria grazie

a una intelaiatura metallica con contenitori flessibili in alluminio

per il substrato che consentiranno un maggiore

accumulo idrico e una più facile sostituzione delle piante.

Le parti vetrate attuali vengono sostituite con dei vetri fotovoltaici trasparenti che oltre a consentire l’ingresso del

la luce naturale per illuminare gli spazi interni , filtrano le

componenti dannose della irradiazione solare, isolano termicamente

e acusticamente e producono energia elettrica.

Così facendo l’edificio guadagna sensibilmente in risparmio

energetico e in illuminazione naturale. Considerando

che un impianto da 1KWp necessita di 8 metri quadri di

pannelli fotovoltaici per produrre 1100 KWh/annuo, che

l’energia elettrica costa sui 0,20 Euro/KWh e che la superficie

vetrata totale è di 1000mq: il risparmio annuo sull’energia

elettrica si aggirerà intorno ai 25000 Euro all’anno.

All’interno dell’area di progetto libera da edifici, sono presenti

alcune parti a verde caratterizzate da una vegetazione

di tipo spontaneo, attualmente lasciata completamente al

degrado della zona. Il progetto prevede la rigenerazione

di quest’area con la realizzazione di spazi comuni, spazi

giochi per bambini, orti urbani e giardini tematici, aree

di sosta al coperto, che cambieranno il volto di questo

spazio nel corso delle quattro stagioni e nei diversi mesi

dell’anno. Nasce a Mirafiori un nuovo bosco urbano che

assume il duplice ruolo di “polmone verde” dell’area e di

connessione dello spazio pubblico aperto, permeabile da

più punti, che dialoga con le zone limitrofe per creare un

disegno di progetto armonioso e unitario. Il nuovo parco

costituisce, infatti, un fondamentale elemento di presenza

ecologica ed ambientale, che contribuisce in modo

sostanziale a mitigare gli effetti di degrado e gli impatti

prodotti dalla presenza delle edificazioni e dalle attività

dell’uomo. Fra l’altro la presenza del verde contribuisce

a regolare gli effetti del microclima cittadino attraverso

l’aumento dell’evapotraspirazione, regimando così i picchi

termici estivi con una sorta di effetto di “condizionamento”naturale dell’aria, oltreché soddisfare l’importante esigenza

ricreativa e sociale della collettività rendendo la città più

vivibile e a dimensione degli uomini e delle famiglie. La

proposta di progetto consiste nella riproposizione a terra

del ”modulo” della griglia strutturale dei capannoni che organizza

il parco secondo un sistema di lotti piantumati con

essenze di alto fusto o semplicemente a superficie erbosa,separati da percorsi pedonali pavimentati che attraversano

il parco trasversalmente o si fermano a formare interessanti

aree di sosta ombreggiate. Il tracciato del parco

si connota così come naturale prosecuzione dell’orditura

delle campate dei vecchi capannoni percepibile già dagli

ingressi in Corso Settembrini grazie ai grandi percorsi trasversali

che tagliano l’Ex Dai. Il parco è caratterizzato da

chiari elementi: la griglia, un filare alberato che ne segna il

confine sul lato nord e la vegetazione per lo più ad alto fusto.

La regolarità degli spazi definiti dalla griglia è arricchita

dal mantenimento e dalla valorizzazione di alcune tracce

del paesaggio industriale precedente che si costituiscono

come veri e propri objects trouvès. Ne sono un esempio

i vecchi binari ferroviari, attualmente dismessi, che venivano

utilizzati per la movimentazione della merce che il

nuovo progetto valorizza realizzandovi dei piccoli giardini

tematici e “orti urbani” che vogliono essere oggetto per la

riscoperta di un’agricoltura self-made di quartiere. Il nuovo

Parco Urbano di Mirafiori si presenta come una sorta

di bosco, costituito da specie in maggioranza autoctone,con fini prevalentemente protettivi e di miglioramento ambientale,secondo uno schema semplice, ben delineato

all’interno dell’area con costi di impianto bassi e soprattutto

con bassissimi costi di gestione e manutenzione. Un

bosco urbano, atto a cingere la città, a proteggerla dalle

polveri sottili e ad alleviare il caldo soffocante durante il

periodo estivo. Si tratta di un bosco a spessore variabile,in alcuni punti profondo come una foresta, in altri sottile

come un filare. Un bosco fitto e vivo punteggiato da aree

che ospiteranno gli spazi per il tempo libero, aree di gioco,attrezzature sportive, aree agricole, spazi di ricerca e formazionee altri servizi di utilità sociale; un luogo di silenzio,contemplazione, immersione nella memoria individuale e

collettiva. L’area di Mirafiori come molte altre zone della

città potrà godere di un piccolo polmone verde accessibile

da tutti e a supporto dei due nuovi contenitori urbani. La

città si deve riappropriare di qualcosa che ha sempre avuto,i cittadini ed i nuovi fruitori devono scoprire questi spazi

che per troppo tempo sono stati visivamente celati da alti

muri perimetrali e dai cancelli di accesso utilizzati essenzialmente

nel solo orario di lavoro. Il progetto del parco

costituisce in questo senso il primo tassello per la rigenerazione

urbana ed ambientale dell’area in quanto realizza

la bonifica e la rivitalizzazione dei terreni contaminati dai

residui delle lavorazioni industriali. La massa “chiusa” di

vegetazione arborea ed arbustiva ha anche un importante

effetto di protezione dall’inquinamento acustico e dell’aria,ma affinché il bosco possa svolgere pienamente le funzioni

salutari citate, occorre che le specie impiegate abbiano

requisiti ben precisi, ovvero che siano quelle adatte all’ambiente

urbano della città.

Year 2015

Status Competition works

Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture / Neighbourhoods/settlements/residential parcelling / Adaptive reuse of industrial sites / Feasibility Studies / Office Buildings / Business Centers / Offices/studios / Multi-purpose Cultural Centres / Theatres / Museums / Concert Halls / Libraries / Associations/Foundations / Cinemas / Sports Centres / Sport halls / Swimming Pools / Fitness Centres / Sports Facilities / Hotel/Resorts / Tourist Facilities / Bars/Cafés / Pubs/Wineries / Restaurants / Discos, Clubs / Lighting Design / Graphic Design / Urban Renewal / Strategic Urban Plans / Book shops / Media Libraries / Day-care centres / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Structural Consolidation / Recovery of industrial buildings / Furniture design

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米兰 Mirafiori 区工业遗址重生 | 绿意盎然的城市森林
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