La Masseria Maresca è un articolato complesso agricolo dell’ottocento posto sulle pendici collinari che si affacciano verso Ostuni ed il mare, in un complesso naturalistico di eccezionale valore. Obiettivo dell’intervento è stato quello di recuperare il complesso storico ma anche di dotarlo di funzioni essenziali per essere convertito in un farm-hotel.
Il progetto si è basato sul principio di “recupero responsabile”: rispetto della storicità della preesistenza, continuità con il contesto paesaggistico, ma anche esplicita dichiarazione delle addizioni contemporanee.
La masseria è stata restaurata rispettando e restaurando le volumetrie originarie, gli spazi voltati interni, sottolineando le trasformazioni e stratificazione avvenute nel tempo e riscoprendo il valore del trattamento delle superfici in calce e pietra bianca. Dove era necessario creare dei divisori si è utilizzato il vetro.
Allo stesso tempo, per ospitare spazi funzionali al nuovo uso ricettivo, si è affiancato alle vecchie stalle un volume dichiaratamente autonomo, essenziale nella sua forma lineare, asciutto con le sue superfici in pietra di cui si intravede la trama ordinata. La facciata è costituita da una doppia pelle in blocchi di tufo, anche con funzione bioclimatica, nel quale si aprono liberamente alcuni tagli verticali che generano profonde ombre scure sulla facciata. Sullo stesso lato è realizzata la piscina.
Proprio in questo volume hanno trovato spazio gli spazi di servizio di due suite al piano terra. Nei bagni si è portata alla luce la pietra della muratura originaria della facciata. Una suite al piano terra è stata dotata di angolo relax, ricavato nello spazio di un vecchio camino, con vasca idromassaggio.
E’ il “luogo” ad aver dettato le condizioni entro cui il progetto può spaziare: la configurazione naturale, la struttura storicizzata dei manufatti esistenti, la materia, i trattamenti superficiali che accolgono e riverberano la luce, i rapporti tra i pieni e i vuoti costituiscono le basi lessicali del progetto. Profondo rispetto di quanto trovato, quindi, ma anche consapevolezza del valore del linguaggio contemporaneo.
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