Dieci appartamenti in un lotto urbano ai margini delal città compatta diventano un esercizio su come controllare, attraverso un concetto semplice, un inusuale intreccio di vincoli e requisiti.
La facciata posteriore a denti di sega e la sezione trasversale realizzano un sistema di relazioni tra il giardino esistente, le richieste dei vicini, le esigenze della ditta costruttrice, e alcuni vincoli normativi forse un po' eccessivi.
Contesto Il lotto d’angolo, in una zona piuttosto densa al limitare della città compatta, è delimitato sui due lati interni dal muro quasi cieco di una palazzina degli anni '70 e da una casa isolata con un grande giardino.
Obiettivi Il progetto concilia l’esigenza di una costruzione in altezza economicamente redditizia, la necessità di sottrarre meno superficie possibile al giardino, e la richiesta di limitare la proiezione di ombre sulla porzione più vicina di esso e sulla casa, nonché sulla facciata più distante della palazzina, che ospita le camere. Preserva inoltre la tranquillità e la privacy delle camere da letto che si affacciano sul giardino.
Configurazione spaziale Il nuovo volume si articola secondo la sua collocazione e tenendo in conto i carattere degli spazi aperti che si vengono a formare. I due lati d’angolo costruiscono un affaccio sulla città e sulla campagna circostante, mentre i due lati interni definiscono lo spazio del giardino e del cortile che si affaccia verso la palazzina. Il giardino diventa uno spazio di calma, che il nuovo edificio separa dai rumori della strada. Il progetto ne rafforza la natura introversa, aprendo su di esso anche le stanze da letto del nuovo edificio. Il prospetto sul giardino diventa quindi superficie piegata che orienta le finestre esattamente a sud. Questa geometria consente un soleggiamento ottimale e uno sguardo diagonale attraverso il giardino sulla la campagna all’orizzonte, evitando l’affaccio diretto sulla casa antistante. Le lunghe pareti inclinate assorbono e riflettono il calore nei pomeriggi estivi. Il giardino inoltre agisce come una pozza d’aria fresca, che può essere portata all’interno delle abitazioni attraverso la ventilazione trasversale. La facciata sulla strada contiene l’ingresso, i salotti e i loro balconi, che costituiscono una relazione con il paesaggio distante. Le loro dimensioni cambiano in base al loro diverso carattere. I balconi del soggiorno sono più ampi e più aperti, i balconi di servizio sono più piccoli e il loro parapetto è talvolta più alto del normale, per consentire una maggiore privacy. Nonostante tutti i vincoli del contesto, il risultato è un edificio compatto con buone prestazioni energetiche, una soddisfacente esposizione al sole, ventilazione trasversale e la possibilità di installare un sistema di circolazione d’aria controllata. Il progetto ha un’impronta a terra minima e preserva le qualità del sito e degli edifici circostanti.
Tutte le contraddizioni del sito sono risolte attraverso la configurazione spaziale, riscoprendo all’interno del processo di progettazione la capacità negoziatrice dell’architettura.
Progetto: Francesco Spanedda, Massimiliano Campus Direzione lavori: Antonio Sanna
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