Siamo al 12° piano di un edificio che si affaccia sulla baia di Sarasota. Entrando si vede una sola finestra sul lato opposto a quello degli ingressi, ed un’altra se ne scorge accanto: sono le uniche fonti di luce naturale. I soffitti strutturali sono a 240 cm di altezza.
Nonostante la distanza geografica abbiamo controllato l’intero processo costruttivo senza alcuna ossessione per il dettaglio. Abbiamo ragionato sul funzionamento di ogni cosa ed ogni giorno abbiamo compiuto una minuscola scelta: il senso di apertura di una porta, di un’anta, la dimensione di un cassetto. Lo spazio è stato utilizzato totalmente come in una barca: senza alcuno spreco. Tutto è stato costruito per durare nel tempo. Il valore visivo dello spazio è dato da fattori fisici come spessori e volumi, e da rapporti sintatticamente corretti. Gli imbotti dei muri si integrano con fianchi strutturali dell’arredo fisso che generano ante o accolgono la corsa di una porta formando un unico sistema funzionale ed estetico. I pannelli lignei fissati alle pareti diventano essi stessi parete al punto di digerirne ogni funzione, compresa quella impiantistica.
È una casa con molti passaggi, forse troppi in apparenza, ma questi varchi, che in alcuni casi possono essere chiusi da porte, modificano la percezione del luogo di continuo. L’unico elemento strutturale dell’edificio è un tratto di muro in cemento armato lasciato a vista in contrasto con il resto delle pareti lisce; una lastra di acciaio lucidata a specchio è stata applicata sul fianco del volume ligneo della zona living. La dimensione terra soffitto di questa superficie specchiante la trasforma in una terza finestra da cui osservare il paesaggio e l’ambiente circostante. Il rimando figurativo ai quadri specchianti di Michelangelo Pistoletto o alle sculture di Anish Kapoor è suggestivo: il quadro, o la scultura, include anche colui che osserva divenendo esso stesso parte integrante di un’opera mutevole. Non volevamo uno specchio per riflettersi ma un’opera in acciaio per far riflettere.
Domina l’uso del legno. Il rovere prevale nella zona living. I mobili e le porte scorrevoli che separano il living con la zona notte sono in legno laccato dello stesso colore tenue delle pareti. Il legno di cipresso caratterizza la zona degli armadi, la camera da letto e i servizi. L’uso del legno, trattato al naturale dalle venature delicate vuole riprodurre una piacevole sensazione al tatto, alla vista e nel caso del cipresso anche all’olfatto. La tattilità del pavimento stimola il contatto con i piedi nudi; i mobili di cipresso sprigionano la fragranza di questa conifera utile ad allontanare tarme e batteri. Le maniglie, le impugnature dei cassetti, le aste per appendere gli abiti i ganci, sono stati realizzati in legno di massello. La nostra cliente voleva rivivere l’esperienza di alcuni suoi viaggi in Giappone dove l’hinoki, il cipresso giapponese, è largamente utilizzato sia per la costruzione delle case tradizionali che per la realizzazione di oggetti di uso domestico. Eppure io mi sono ricordato di una aristocratica cassapanca di mia nonna in una vecchia e povera casa siciliana, lì, Dina (mia nonna), custodiva il corredo di biancheria protetto dal profumo di cipresso.
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