La presenza di una vasta cisterna ipogea sotto Piazza Guglielmo Marconi – una delle piazze più importanti della città di Formia – non fa che confermare il ruolo primario che da sempre l’acqua ha rivestito per un territorio di riviera ricco di sorgenti e falde acquifere. Acqua di mare e acqua dolce che già i romani avevano sapientemente “domato” attraverso possenti opere di ingegneria idraulica. Cisterne, porti, molini sono stati per secoli fonte di ricchezza e di benessere. Recuperarne le tracce, coglierne la memoria, è certamente una operazione portatrice di nuova vitalità (culturale, ma anche economica), nonché occasione di riqualificazione dello spazio pubblico. Abbiamo accolto, quindi, con entusiasmo l’idea dell’amministrazione locale di valorizzare, rendendola visitabile, la suggestiva cisterna borbonica oggetto del concorso di idee. Con un progetto che tenta di coniugare leggerezza e fluidità, stabilendo un legame anche simbolico tra la piazza attuale e quello spazio sotterraneo che – in qualche misura – l’ha generata.
La soluzione progettuale proposta per l’accesso alla cisterna consiste in un unico elemento verticale che dal centro della piazza, perforando una delle volte a ridosso della parete Est, penetra nell’ambiente ipogeo. Il corpo cilindrico in metallo è sormontato da una calotta sferica che riflette l’intorno, offrendosi come elemento di arredo urbano della piazza. Tale accesso diretto dal centro della piazza ci è parso anche il modo migliore per sancire una sorta di legame di appartenenza tra la piazza e il grande spazio voltato su cui essa giace.
Quanto al futuro assetto della piazza, oltre alla presenza della sfera riflettente (che cela l’accesso alla cisterna), l’unica alterazione è costituita dalla presenza di 16 proiettori ad incasso a pavimento disposti circolarmente in corrispondenza dei tiranti di sostegno della sottostante passerella sospesa. Anche questo “segno” pressoché immateriale tende a rafforzare quel legame tra ciò che è in superficie (la vita presente) e ciò che resta in profondità (la nostra storia).
Oltre a garantire a tutti l’accesso al percorso di visita in condizioni ottimali e senza barriere architettoniche, il progetto si propone di offrire una esperienza esplorativa nuova attraverso una passerella che consenta di percorrere lo spazio sospesi a mezz’aria. Il percorso ha, infatti, un andamento a spirale in cui il punto di partenza e di arrivo, pur coincidendo sulla loro proiezione orizzontale, sono a quote diverse: si procede lentamente nello spazio vuoto della cisterna avvicinandosi sempre più all’acqua. Non è necessario fare il percorso a ritroso; basta servirsi della scala o dell’ascensore per la risalita. In questo modo si evitano “cul de sac” e flussi incrociati di visitatori che possano ostacolare la passeggiata (circa 40 metri la lunghezza del percorso circolare). Inoltre la dimensione della passerella può essere contenuta al minimo ingombro lasciando allo spazio e alla superficie dell’acqua la massima visibilità. Il corpo dei collegamenti verticali, pur di dimensioni contenute, consente di smaltire efficacemente e rapidamente piccoli gruppi di visitatori: l’ascensore può trasportare fino a 5 persone o, in alternativa, un non deambulante con accompagnatore. La scala elicoidale, ancorata al cilindro dell’ascensore, offre una ulteriore modalità di accesso rapido.
Una breve nota merita l’attenzione posta al comfort ambientale: trattandosi di una cisterna ipogea, le sue caratteristiche di isotermia creano una condizione di umidità relativa particolarmente gravosa. Per ridurre la sensazione di disagio dovuta all’eccesso di umidità, abbiamo ipotizzato di utilizzare la trave portante della passerella (un tubo di sezione 220 mm) come diffusore di aria di ventilazione per distribuire lungo tutto il percorso, attraverso piccoli fori, un flusso di aria esterna più secca. La feritoia continua alla base della calotta di accesso consentirà di smaltire la sovrappressione così creata attivando anche un positivo ricambio d’aria.
Per quanto riguarda l’illuminazione artificiale, è stata evitata qualsiasi prossimità di corpi illuminanti e cavidotti alle strutture murarie e al pavimento della cisterna, risolvendo così le consuete problematiche connesse con le interferenze visive e con le inevitabili – e spesso invasive – opere di installazione. Sul piano manutentivo, tutti i proiettori sono accessibili dal percorso e non necessitano, pertanto, di interventi manutentivi complessi e costosi.
Il concept morfologico della passerella – un elicoide intercettato agli estremi da due elementi rettilinei – al di là della originalità della soluzione formale, che consente modalità percettive suggestive e inconsuete – trova una sua puntuale quanto efficace risposta nella soluzione statica individuata: quattro mensole in acciaio, ancorate ai pilastri centrali della cisterna, sorreggono la trave continua ad andamento curvilineo della passerella. Una corona di tiranti disposti lungo il margine esterno del percorso stabilizza la struttura evitando oscillazioni dovute ai carichi dinamici. I tiranti (diametro di circa 30 mm) sono ancorati a profili a doppio T posti al di sopra dell’estradosso delle volte, sotto la pavimentazione esistente, con funzione di ripartizione dei carichi.
La scena luminosa è una scena variabile e programmabile attraverso un sistema di tipo domotico costituito da tre sottosistemi, ciascuno corrispondente ad una tipologia di illuminazione: architetturale, d’accento, emozionale. In aggiunta vi è l’illuminazione funzionale e di sicurezza (percorso e collegamenti verticali) e quella della piazza. a) Illuminazione architetturale: segue le linee di forza della struttura (pilastri e volte); utilizza 16 proiettori a led con doppia emissione verticale fissati sulle flange di supporto delle mensole che sostengono la passerella. b) Illuminazione d’accento: crea riflessi, ombre, linee in movimento; utilizza 15 proiettori led orientabili nascosti lungo il profilo esterno della passerella (e quindi mai visibili direttamente). La focale è variabile da spot a wide-flood per la massima flessibilità di puntamento. c) Illuminazione emozionale: si concentra nel tratto terminale del percorso allo scopo di vitalizzare l’elemento liquido con effetti anche cromatici; utilizza 3 proiettori led RGB subacquei, accessibili tramite botola posta sulla passerella di uscita. d) Illuminazione funzionale: linea continua lungo la passerella a spirale (strip led nell’attacco a terra) e puntiforme sui sottogradi della scala (incassi monoled miniaturizzati). e) Illuminazione della piazza: crea un cerchio luminoso nella pavimentazione della piazza in corrispondenza del percorso sottostante; utilizza proiettori carrabili ad incasso pavimento con emissione unidirezionale radente.
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