发布时间:2019-11-03 00:00:00 {{ caseViews }} {{ caseCollects }}
设计亮点
将历史遗迹融入现代建筑,打造具有地域特色的学习教育与旅游目的地。

PREMESSA

La progettazione del polo rappresenta un’occasione preziosa per riflettere sul senso di uno spazio pubblico nel cuore del centro storico della città, ricco di potenzialità inespresse, con valenze naturalistiche (la vista panoramica sulla vallata) ed un passato glorioso ancora vivace nell’immaginario collettivo della comunità ma in cui al presente essa non si riconosce. Tale riflessione è necessaria non solo per gli artisti, gli architetti o gli addetti ai lavori ma per tutti gli abitanti della comunità che vogliono ricostruita una valenza collettiva di cui essere fieri.

La proposta progettuale per tanto ha inteso l’area in oggetto come la possibilità di "riconoscere un luogo" oggi non più familiare e inglobarlo all’interno del sistema cittadino come parte integrata ed armonizzata, integrante e necessaria, un luogo di grande aspettativa da parte di chi abita la città. A tal fine particolare attenzione è stata posta nel ricucire la realtà del tessuto urbano circostante attraverso un sistema di piazze, monumenti alla memoria e giardini tematici, percorribili con continuità in lungo ed in largo da tutti, con l’obiettivo di rendere l’ipotesi progettuale funzionale e di alta permeabilità e tenendo in considerazione le esigenze di tutti i potenziali utenti, sia diretti che indiretti. Con lo stesso fine la progettazione ha voluto coinvolgere, fin dalle prime fasi, artisti, archeologi e storici locali per ottimizzare la comprensione delle esigenze della comunità e proporre un’idea quanto più possibile vicina alla realtà del territorio e perciò fattibile.

Capitolo.1 Qualità dell’inserimento della proposta ideativa nel contesto urbano e ambientale

Criteri e impostazioni generali del progetto: alla ricerca di un’identità

Sostare nell’area di intervento ed osservare le dinamiche sociali, che in essa si sviluppano oggi, produce una sensazione di incertezza ed estraneità, di mancanza; gli episodi architettonici circostanti e distribuiti sui due livelli della città, piazza San Francesco e via D’Afflitto, che essa raccorda, non si relazionano tra di loro. Passeggiando intorno all’area nasce la triste consapevolezza di trovarsi in nessun luogo un pò come nell’età dell’inurbamento di fine ottocento ben descritta dal titolo del libro di William Morris "Notizie da nessun luogo" parchè il vecchio non c’era più ma nemmeno il nuovo e non c’erano parametri per "riconoscere" il presente, solo la possibilità di progettare il futuro.

Da qui la riflessione: che cosa manca a questo luogo per essere riconosciuto? Manca l’identità!

La ricerca del’ identità che questo luogo aveva ed ha perduto nel tempo diventano l’urgenza, la motivazione e la guida nella progettazione dell’intervento. Da dove si parte? Chi siamo? Da dove veniamo?

L’analisi dei documenti storici, la raccolta delle informazioni tramandate oralmente di generazione in generazione, l’analisi delle qualità naturali e artificiali del sito hanno condotto all’individuazione di fattori invariabili presenti da tempo, una memoria antica e una memoria più moderna, da essi è nata l’idea progettuale:1. la chiesa ed il convento annesso di San Francesco , che testimoniano il passaggio e la sosta del Santo in questi luoghi, distrutti dagli eventi sismici rispettivamente del 1980 e del 1930 e poi 1962;

2. le fabbriche della ceramica che costituivano luoghi di lavoro e perciò "laboratori" di attività antiche come quella dei "cretai" che si apprendevano andando a bottega esattamente come oggi si va a scuola (learning by doing);

3. la vista panoramica sul paesaggio che si stende ai piedi del Tricolle permette di assaporare la libertà di spirito apprezzando l’equilibrio naturale di un territorio di vocazione prevalentemente agricola;

4. l’edificio polifunzionale Hotel Terrazze Giorgione che ha introdotto negli ’50 nella città di Ariano attività turistico ricettiva e funzioni aggreganti come il cinema, portando la cittadina in un circuito di turismo nazionale e conducendo fin qui personaggi e novità sociali importanti;

5. il sistema di relazioni tra gli episodi urbani generatore di economia e strutturante la comunità esistente: il convento di Sant’Anna, il grazioso Palazzo settecentesco Bevere-Gambacorta, il Centro Pastorale con il portale barocco originale della ex Chiesa di San Francesco, la via D’Afflitto con la sua dimensione pedonale più che carrabile che si dipana lungo il tessuto edilizio medioevale e pittoresco del centro storico su cui si affacciavano floride attività commerciali, ricalcando il tracciato dell’antica via Regia dalla Cattedrale fino al Castello Normanno.

Questi elementi sono i pezzi della memoria da ricostruire, frammenti di un passato da rimettere insieme nel presente per garantire un futuro di qualità alla città attraverso le nuove generazioni da formare in una scuola innovativa e concretamente legata al suo territorio. La sosta di San Francesco in Ariano Irpino, che ha motivato la costruzione di una chiesa e successivamente di un convento nell’area oggetto dell’intervento, ha permesso di riconoscere la vocazione di questo luogo ad essere "sosta" all’interno del sistema cittadino. Nella progettazione diventa luogo di sosta dove è piacevole trascorrere il tempo, un luogo che torna alla città e dove la comunità vuole incontrarsi riappropriandosi di uno spazio ora anonimo e di passaggio.

1. Genesi di un’idea: il sito e la memoria...l’archeologia

La sosta di San Francesco invita a ricercare le tracce del suo passaggio. Genera l’esigenza di una ricerca "archeologica" che porti alla luce elementi di storia dimenticata e catalizza l’organizzazione dell’intero progetto, sia degli spazi esterni che di quelli interni. All’esterno, per armonizzare l’intervento architettonico con il contesto circostante e valorizzare il tessuto urbano, la memoria del passaggio del santo porta il verde all’interno del cuore cittadino, genera un sistema di verde con vari significati in cui si vuole "stare" (so-sta-re) su panchine di pietra locale ai cui piedi c’è un basolo con incisa una croce stilizzata per rievocare il santo attraverso un disegno tipico dell’ordine rinvenuto nelle piastrelle dei conventi francescani irpini. L’onore alla memoria del santo fa riemergere il perimetro dell’antico complesso chiesa e convento, camminando si potrà percorrere l’impronta architettonica del complesso ricostruita a terra con l’ausilio delle planimetrie storiche: il perimetro del vecchio edificio sarà realizzato attraverso l’uso della pietra locale, ovvero la Breccia Irpina con finitura graffiata per distinguersi dalla restante pavimentazione bocciardata e risaltare immediatamente alla vista. All’interno del nuovo edificio, le tracce dell’antico complesso, hanno suggerito l’idea di creare un’area definita "archeologica" da destinare all’eventuale rinvenimento di resti originali delle antiche opere murarie, ma, ove tale rinvenimento non ci fosse, l’area così definita all’interno del progetto risulterebbe una finestra aperta sul passato, finora chiusa, per dare luce alla storia del luogo, ignorata e altrimenti ignorabile dalle nuove generazioni. La rilevazione e la tutela degli eventuali resti dell’antico complesso francescano andrà concertata con la Soprintendenza Archeologica fin dall’inizio, non essendoci attualmente resti archeologici del complesso si tratta di un’ipotesi di possibile ritrovamento. L’idea di valorizzare il sito anche in senso archeologico è rafforzata dal fatto che durante le operazioni di demolizione sono emerse murature in pietra calcare di strutture preesistenti e che fanno presupporre la presenza di ulteriori opere rinvenibili durante la successiva fase di scavi per le fondamenta del nuovo edificio. All’interno del nuovo edificio tale area, che parte da poco più sotto il livello interrato di via D’Afflitto, rappresenta un ancoraggio del nuovo complesso al territorio affondando le radici nel suo passato in maniera sicura. Essa rappresenta l’occasione di creare un momento culturale ed educativo all’interno della scuola, un sito archeologico come un laboratorio permanente per continuare la ricerca di eventuali resti ma soprattutto per educare alla memoria. L’area permette di sfruttare una porzione del fabbricato (quella addossata alla parete di contenimento del dislivello tra la piazza San Francesco e la via D’Afflitto) caratterizzata dall’assenza di luce e altrimenti impraticabile. La tutela di tale area diventa architettonicamente un pozzo di luce che attraversa tutto l’edifico nel dislivello tra piazza San Francesco e via D’Afflitto, si apre sul passato e permette di organizzare funzionalmente il presente, un volume libero che attraversa quasi tutto l’edificio in senso verticale, visibile da ogni piano e in ogni momento. Essa dunque è un pozzo di luce sul passato e sul presente. L’area dedicata alla memoria archeologica che elimina la struttura a gradoni del precedente edificio e crea un livellamento della struttura portante permette di regolarizzare il comportamento sismico della stessa rispettando quanto prescritto dalla normativa specifica. All’esterno l’idea di preservare gli eventuali reperti archeologici o la memoria, che a questo punto diventa oggetto di archeologia, oltre all’evidenziazione del segno a terra del perimetro del complesso, struttura il sistema di piazza- giardini con la ricostruzione ideale e materiale dei singoli frammenti della memoria. In questo sistema esterno il giardino, detto "archeologia della memoria" raccorda in orizzontale attraverso la riprogettazione della rampa San Biagio, la via d’Afflitto con la piazza San francesco, con continuità per abbattere tutte le barriere architettoniche. In esso le nuove piantumazioni riempiono gli spazi dedicati al tracciato dell’antica chiesa, del chiostro del convento (hortus conclusus), del giardino fuori le mura (più pubblico), del campanile, mentre la piazza onora la memoria prendendo la giacitura dell’antico complesso e ricollocando nell’ubicazione originale il portale barocco di ingresso al convento attraverso la sua ricostruzione perchè diventi portale di tutta la nuova piazza, traguardato da ogni prospettiva di arrivo dalla città. I punti più importanti del vecchio complesso di San Francesco rimarranno individuati nella piazza. Salendo le scale di Rampa San Biagio e cominciando a passeggiare per il giardino "archeologia della memoria" si incontra una fontana. Essa continua quella tradizione storica che vide nel XVII secolo la costruzione di fontane ristoratrici lungo la Strada Regia che attraversava il paese per condurre in Puglia: L’omaggio a tale tradizione è stato necessario considerando che la Strada Regia passa proprio qui accanto con il nome di via D’Afflitto. Dunque la memoria permette di ricucire il passato al presente ma anche il tessuto edilizio urbano sparpagliato in episodi architettonici senza relazione unitaria, riammagliando il nuovo edificio al contesto ambientale e mitigando il costruito attraverso il verde pubblico e i monumenti all’identità del sito stesso. Il luogo riacquista identità e torna a rappresentare la comunità.

2. Genesi di un’idea: la forma architettonica nasce dal "tipo" della fornace

La testimonianza della presenza di botteghe di "cretai" e delle fornaci in cui essi "laborabant" risale ufficialmente in Ariano Irpino al XIV secolo, le fabbriche-laboratorio esistevano sul territorio come tipologia architettonica nella struttura della civitas arianese fin da quando la città stessa si organizzava in borgo intorno al Castello normanno. Dovendo ricercare una tipologia ancorata al territorio è stato naturale scegliere questo "tipo" legato idealmente e fisicamente all’attività pratica che si svolgerà-apprenderà nella Scuola Polo di eccellenza agroalimentare. La fornace era ed è l’officina del fare e così è la nuova scuola della città dove a fare non saranno solo gli alunni ma tutta la comunità, un laboratorio dove si lavora in qualsiasi momento della giornata. Le fornaci locali si sviluppano in orizzontale più che in verticale per adesione alla conformazione naturale del Tricolle, sviluppando lo spazio in profondità e lasciando il ruolo di camino ad aperture nella "cupola della volta-grotta naturale. La progettazione ha scelto la torre camino per accogliere la funzione di laboratorio su vari livelli ma anche per costruire lo spazio di accoglienza e penetrazione orizzontale e verticale, fondendo la tipologia in profondità della fornace locale ed prendendo spunto dal camino verticale, assente in esse. La torre collega in verticale ed in orizzontale tutti i livelli della struttura dall’area archeologica (le radici del passato) al laboratorio di fisica-planetario in cima alla stessa da dove si può sognare e realizzare il futuro.

La torre è’ l’elemento caratterizzante di tutto il progetto, è il cuore tecnologico della macchina scuola da cui parte e ritorna tutto. All’esterno avrà una pelle che protegge con la pietra l’interno tecnologico e trasparente datore di luce, aria e funzionalità.

3. Genesi di un’idea: la valorizzazione della veduta paesaggistica dalle "terrazze"

La tipologia della torre è stata scelta anche perchè permette di valorizzare al meglio la vista paesaggistica che dal luogo si ha verso la vallata meridionale ai piedi del Tricolle. La torre intercetta orizzonti lontani e sereni alimentando la libertà di spirito delle nuove generazioni verso il futuro pieno di speranze e ambizione di benessere. Permette di valorizzare al massimo la qualità paesaggistica del territorio arianese. E’ una torre di avvistamento del futuro e di vigilanza dello sviluppo territoriale in collegamento visivo con le torri del castello normanno a riproporre un sistema moderno di controllo del territorio in tempo di pace e non più di guerra come nel passato medioevale saraceno, normanno. Delle torri del Castello Normanno vuole essere l’erede moderno.

4. Genesi di un’idea: la memoria recente

L’Hotel Terrazze Giorgione ha portato la contemporaneità nel piccolo centro di Ariano Irpino, ricco di abitanti colti ma pur sempre risultante un piccolo borgo. La costruzione dell’hotel del teatro-cinema e del ristorante aperto sulla vista panoramica del territorio con le famose terrazze ha rappresentato il progresso e la possibilità di una "dolce vita" nel paese, rinnovando tutta la cittadinanza che si riconosceva in questa struttura. Per più di mezzo secolo la struttura ha accentrato intorno a sé tutta la vita del paese, è stato luogo di incontro e di novità. Il nuovo Polo di Eccellenza Agroalimentare vuole conservare la multifunzionalità del vecchio complesso aggiungendo qualità architettonica e tecnologica alla memoria recente di un edificio icona dell’immaginario collettivo. Il portico, il teatro-cinema e il ristorante sulle terrazze sono frammenti di quella memoria recente che vengono preservati e rimontati con fare "archeologico" nella progettazione del nuovo polo perché strutturanti la coscienza degli abitanti della città.

5. Genesi di un’idea: le potenzialità del contesto urbano circostante l’area

Il sistema di episodi architettonici ed urbanistici ha guidato l’operazione di inserimento di questo edificio nel contesto circostante. Il polo è pensato per generare quelle relazioni di ricostruzione del tessuto edilizio del centro storico oggi assenti. La nuova scuola e la sua valenza architettonica devono ricucire, risanaree ricostruire un’immagine unitaria del centro storico non solo come spazi e volumi ma in tutte le funzioni che in questo luogo c’erano e devono tornare ad esserci per ridare identità ad un luogo oggi non riconosciuto ma non sconosciuto e dunque tornare ad avere l’identità al presente, fatta di passato e possibilità future.

Descrizione della proposta architettonica

Partendo dalle 5 motivazioni che hanno generato l’idea della forma di tutto il progetto il polo è stato pensato come un organismo che nasce e si alimenta nel territorio prendendo e dando suggerimenti per continuare la storia culturale ed economica della civitas arianese.

I punti toccati nella progettazione hanno l’ obiettivo di ridare alla collettiva forme e funzioni in cui riconoscersi: la sala auditorium, la vivibilità pedonale, la dolce vita del passeggio spensierato , lo spazio verde nel centro storico; il ristorante terrazze con la veduta panoramica sul paesaggio; l’arte in continuità con le tradizioni locali (l’arte dei cretai), la garanzia del progresso attraverso una scuola-laboratorio innovativa

Superare il dislivello e garantire un collegamento funzionale tra Piazza San Francesco e via D’Afflitto e contemporaneamente valorizzare il panorama ha rafforzato la volontà di scegliere la forma tipologica della torre che avvitandosi al centro del lotto permette di connettere in senso verticale ed orizzontale tutte le funzioni ospitate sui vari piani. La consapevolezza che la struttura appartiene a tutta la città ha indirizzato l’ubicazione delle attività fruibili dalla stessa ai piani terra di piazza e della via suddette, costruendo un edificio permeabile non solo agli alunni ma a tutti e intendendo il polo come una comunity center aperta in orari extrascolastici. Ai piani terra della struttura ci saranno le attività fruibili direttamente dalla collettività: la biblioteca, il ristorante- pizzeria-bar didattici, l’auditorium, l’area "archeologica", l’accesso alla palestra, il portico per il passeggio, il sistema verde articolato per temi e significati. Un sistema di tre scale, anche di sicurezza, e tre ascensori rende il centro multifunzionale permeabile in senso verticale garantendo alla comunità l’accesso ai luoghi pubblici della struttura, come i vari terrazzi aperti sul panorama o sul centro storico piuttosto che il planetario posto in copertura sotto le stelle. Le aule sono state ubicate negli ultimi tre livelli del complesso proprio per lasciare ai piani direttamente in contatto con la città quelle attività fruibili senza limiti spazio-temporali dalla stessa. Costruendo un civic center si è voluto rendere la struttura permeabile in orari extrascolastici senza nulla togliere alla sicurezza e alla facile gestione dello stesso. Tutte le aperture al pubblico saranno controllate con serramenti capaci di garantire la fruizione solo delle funzioni interessate. L’accesso alla struttura avviene in una doppia agorà che non ha limiti di altezza e che accoglie visivamente tute le attività che si svolgono nella struttura. Doppia perché ce n’è una su via D’afflitto ed una su piazza San Francesco che si fondono e diventano il cuore pulsante di tutto il polo. Entrambe sono concepite come luogo della comunità (non solo scolastica) luogo di connessione e di smistamento, luogo di incontro, di riunioni, di studio individuale e collettivo, con spazi flessibili e interscambiabili all’occorrenza. I laboratori sono distribuiti nella struttura a seconda delle attività didattiche specifiche dell’istituto alberghiero come nel rispetto dei parametri indicati nel bando. Essi fondamentalmente sono contenuti nella grande torre laboratorio o intorno ad essa.

L’inserimento nel contesto urbano è mediato dal sistema giardini-piazza che permettono l’integrazione delle attività esterne con quelle interne e l’armonizzazione dell’architettura con il contesto urbano. Il verde è il primo elemento dell’intervento che si traguarda dalla città: su piazza San Francesco l’edificio è arretrato e anticipato su ogni lato dallo piazza e dal verde che a seconda dell’ubicazione diventa giardino della lettura, archeologia della memoria, parco San Francesco, giardino terrazza; giungendo al sito dal Castello lungo via D’Afflitto l’edificio è arretrato rispetto al volume preesistente e dematerializzato nell’angolo per dare priorità al verde rampante della riprogettazione di rampa San Biagio. Tale angolo di verde filtra l’impatto del volume della costruzione. Anche in senso verticale gli ultimi livelli si "paesaggizzano" con giardini pensili che temperano le aule dal punto di vista climatico e riprogettano l’attacco al cielo in memoria di quelle terrazze Giorgione dalle quali si godeva la vista sulla vallata ancora impressa nella memoria collettiva della cittadinanza. Nei piani intermedi l’affaccio delle vecchie "terrazze" Giorgione è riproposto continuamente nei terrazzi che aprono l’edificio al paesaggio e alla vista sul centro storico. Il polo è organizzato per blocchi funzionali: le attività di laboratorio e il collegamento verticale delle varie funzioni sono ubicati nella torre fornace, al centro del lotto e motore del progetto, le attività didattiche sono ubicate nel blocco a destra (guardando da via d’afflitto) con palestra e auditorium aperti al pubblico, i servizi e gli uffici sono situati nella parte a sinistra. I blocchi funzionali sono collegati da un efficiente sistema connettivo multidirezionale orizzontale e verticale per penetrare tutto l’edificio e raggiungere senza barriere architettoniche ogni attività, il verde all’esterno e quello pensile all’interno. Il sistema connettivo è organizzato intorno a tre scale poste due ai limiti del lotto e uno al centro di esso garantendo con efficienza anche la sicurezza in caso di evacuazione. L’area "archeologica" non è solo monumento all’identità del sito ma fa parte del connettivo spazio temporale, sviluppa il percorso dall’interrato fino alla piazza San Francesco con una rampa di pendenza percorribile da tutti per meditare sul passato e la continuità con il presente. Il volume libero dell’area archeologica attraversa tutto l’edificio da cielo a terra fino ai piani delle attività didattiche che si adagiano su di esso come su basi certe e sicure. La rampa, che sovrasta la terra "archeologica", è un’importante via di fuga per i livelli che incontra.

La distribuzione delle attività è descritta nelle tavole della proposta progettuale.

- piano terra via d’afflitto: agorà affacciata su area rcheologica sottostante, essa funge anche da foyer al cinema con bar didattico e relativo laboratorio, servizi igienici e depositi;- piano interrato: spazio adibito alla memoria storica definita area archeologica, depositi, camerini per il cinema-auditorium, piccola area parcheggio per addetti ai lavori;- piano primo su v d’a: area destinata ai servizi igienici, area tavolini bar didattico, area per esposizioni temporanee;- piano secondo su v d’a: ingresso superiore alla sala auditorium, laboratorio di accoglienza turistica, affaccio sull’area archeologica e sull’area espositiva, con un piccolo ufficio stampa;- piano terra psf: biblioteca che si affaccia su un giardino tematico della lettura a disposizione di tutta la comunità, 1 laboratorio enogastronomico; 1 cucina, 1 laboratorio di sala, un ristorante mensa didattico aperto al pubblico in orario extrascolastico affaccio sull’area archeologica;- piano primo psf: uffici amministrativi, laboratorio di simulazione aziendale, laboratorio linguistico e informatico, palestra con spogliatoio e servizi per alunni e docenti, affaccio sull’area archeologica;- piano secondo su psf: uffici e servizi igienici dedicati, servizi igienici, 4 aule per attività didattiche, affaccio sull’area archeologica; accesso sul terrazzo giardino;- piano terzo: 9 aule con laboratorio di analisi sensoriale, servizi igienici,- piano quarto: 7 aule con lab di sala, laboratorio di bar e bar, laboratorio enogastronomico, servizi igienici; laboratorio di chimica; terrazzo giardino;- piano quinto laboratorio di fisica e planetario aperto a tutta la città con scala che permette il collegamento a tutti i livelli e sia da via d’afflitto che da psf.

Tutto l’edificio vuole relazionarsi in armonia con il contesto circostante senza portare contraddizioni ma novità compatibili. Per questo l’esterno del polo è pensato come una stratificazione di pelli che nella parte più esterna si confrontano direttamente con la città e la sua tradizione costruttiva diventando materiche ed opache, mentre verso l’interno esse si fanno più trasparenti e tecnologiche per omaggiare il progresso che la scuola rappresenta. Ove necessario, specie sulla facciata a sud, tali strati di pelli sono intermediate da un sistema di brise soleil per ridurre l’irraggiamento estivo in linea con l’attenzione al confort e al risparmio energetico. La scelta di usare in alcuni punti una pelle trasparente è motivata dalla necessità di ottimizzare l’illuminazione e l’aerazione naturali soprattutto per le attività didattiche ma anche per dare luce in profondità ad ambienti che rimarrebbero per loro stessa ubicazione poco confortevoli da tale punto di vista. Tale strategia permette di avere un aspetto estetico innovativo e funzionale allo stesso tempo.

Capitolo. 2 L’impatto dell’architettura nell’organizzazione di una didattica innovativa e l’aspetto pedagogico nella progettazione

La consapevolezza che l’architettura può influenzare il processo pedagogico sia in senso materiale, con la costruzione dello spazio dell’apprendimento, sia in senso spirituale in quanto forma d’arte ha portato alla scelta di forme organiche, circolari e dinamiche, di spazi interscambiabili, aperti e senza limiti tradizionali, che si affacciano sul panorama o sul verde, all’assenza di corridoi, alla creazione di spazi connettivi che si affacciano su altri spazi senza claustrofobia ma incarnando leggerezza e spirito di libertà. Un’ulteriore apertura alla facilitazione dell’apprendimento è sembrato essere il canale dell’arte declinato in un istituto alberghiero nella promozione della conoscenza attraverso i cinque sensi. Si è inteso l’arte come veicolo innovativo nell’insegnamento dell’enogastronomia, l’arte da utilizzare quotidianamente con elementi che fanno empatia e accompagnamento alla vita. In un istituto alberghiero l’educazione al cibo e alla produzione enogastronomica locale passa attraverso l’esperienza pratica dei cinque sensi. Il cibo è fatto di sapori, profumi, colori, forme belle da toccare, suoni di natura che si muove al vento vivifico dell’impollinazione. L’aspetto artistico non può essere assente in un polo di eccellenza ubicato in un luogo di antiche tradizioni ceramiste. La ceramica arianese dal 1700 ha assunto caratteristiche uniche che la contraddistinguono ancora oggi nel panorama di produzione nazionale ed internazionale. Essa ha due caratteristiche inconfondibili, le forme ed i decori. Il prospetto laterale sul nuovo giardino di rampa San Biagio ospita per tutta l’altezza un pannello di ceramica che immortala e ricorda l’esperienza della vita attraverso i cinque sensi. Le piastrelle decorate in maniera tradizionale, presenti nelle famose cucine in muratura locali, hanno suggerito l’idea di decorare ogni laboratorio della nuova scuola con pannelli in ceramica dai temi tradizionali ma manufatti in tempi moderni dagli artisti contemporanei della ceramica arianese. Queste opere “colorate” fanno ponte e sintesi, tra passato e presente, razionalità e creatività. I colori delle decorazioni sono espressione dei cinque sensi: la vista – il blu, l’udito – il giallo, l’olfatto – il rosso, il gusto – il verde, il tatto – il marrone, divenendo mediazione e azione. In esse si è posto in primo piano la ricerca di uno specifico stile atto a creare un ambiente di apprendimento rispondente alle necessità didattiche e ai bisogni educativi, creativi degli studenti. Allo scopo di superare il concetto di aula rettangolare le aule sono pensate con flessibilità, alcune di esse possono essere aperte per creare spazi di attività per classi parallele o di sperimentazione didattica. Sono state distribuite in modo tale da avere più luce possibile per facilitare il benessere degli alunni, alcune si affacciano direttamente sul giardino pensile perché il verde possa diventare momento di relax e di aggregazione anche durante le lezioni. I laboratori sono adiacenti alle attività didattiche connesse per creare fusione tra teoria e pratica. Hanno tutti una forma organica con la disposizione delle sedute a segmenti quasi circolari per valorizzare l’apprendimento democratico.

Capitolo 3. Funzionalità, accessibilità

Tutto il polo è stato pensato permeabile alla scuola e alla città ed è percorribile sia in senso orizzontale che verticale attraverso un sistema di connettivo che parte ed arriva nell’agorà su piazza San Francesco collegata direttamente con volumi aperti a quella sottostante su via D’Afflitto. Ta torre stessa al centro del progetto è un collegamento continuo da cielo a terra con volumi senza altezze per connettere ed accentrare tutte le funzioni specifiche didattiche o fruibili al pubblico esterno. All’interno di essa una scala di sicurezza conduce dall’interrato alla copertura Altre due scale poste in zone periferiche, come già detto, adempiono alla funzionalità e alla sicurezza. tutte sono collegate senza dislivelli orizzontali per garantire l’accessibilità agli utenti senza barriere architettoniche. Alle tre scale si aggiunge una rampa che collega il piano terra su via d’afflitto con piazza San Francesco come passeggiata meditativa sulla memoria del sito con l’archeologia come chiave di lettura della ricerca di identità. E’ inserita nel sistema delle vie di fuga dell’edificio dunque è estetica, fonte di luce e funzionale al complesso. Ogni scala è accompagnato da ascensori che permettono di giungere fino in copertura e ai vari giardini pensili. All’esterno la sistemazione della piazza e dei giardini tiene conto dell’accessibilità attraverso la complanarità o il superamento del dislivello con un andamento in pendenza unitario in continuità.

Capitolo 4. Sostenibilità e aspetti tecnico costruttivi

RELAZIONE – CONTRIBUTO ARTISTICO

L’essere umano è fatto di materia e di spirito. Che prevalga un aspetto che un altro, in entrambi i casi ciò che abbiamo a disposizione per conoscere, per fare esperienza del mondo esterno sono i cinque sensi.

L’intento del progetto è quello di percorrere tutta la sfera conoscitiva sensoriale, attraverso “l’immaginare” e il “fare”. Quest’ultima è quell’espressione che ha dato vita alle grandi opere arianesi.

L’arte popolare è stata per i ceramisti e per gli intenditori l’espressione più alta di tutti gli stili che si sono succeduti nei vari secoli. Per riuscire a comprendere a fondo l’identità delle opere che ho creato, nonchè la loro collocazione all’interno dell’istituto alberghiero, bisogna partire dalla storia del nostro territorio. La maiolica di Ariano Irpino ha due caratteristiche inconfondibili, le forme ed i decori.

Queste opere “colorate” fanno ponte e sintesi, tra passato e presente, razionalità e creatività.

I colori delle decorazioni sono espressione dei cinque sensi: la vista – il blu, l’udito – il giallo, l’olfatto – il rosso, il gusto – il verde, il tatto – il marrone; divenendo mediazione, e d’azione.Infatti, quel che più ci interessa oggi, sono per noi motore di ricerca di formazione attraverso la valorizzazione completa degli studenti individuale.

È impensabile avere innovazioni senza che esse si aprano a un linguaggio innovativo e contemporaneo praticabile. In tale contributo, non solo l’arte per l’arte e l’arte da ammirare e contemplare; ma anche l’arte da utilizzare quotidianamente con elementi che fanno empatia e accompagnamento alla vita.

Per concludere, si è posto in primo piano la ricerca di uno specifico stile atto a creare un ambiente di apprendimento rispondente alle necessità didattiche e ai bisogni educativi, creativi degli studenti.

Year 2017

Client Comune di Ariano Irpino

Status Competition works

Type Parks, Public Gardens / Public Squares / Urban Furniture / Restoration of old town centres / Social Housing / Schools/Institutes / Research Centres/Labs / Multi-purpose Cultural Centres / Theatres / Museums / Concert Halls / Libraries / Associations/Foundations / Cinemas / Conference Centres / Shopping Malls / Showrooms/Shops / Bars/Cafés / Pubs/Wineries / Restaurants / Interior Design / Custom Furniture / Lighting Design / Graphic Design / Art Galleries / Exhibitions /Installations / Urban Renewal / Monuments / Book shops / Media Libraries / Furniture design / Product design / self-production design

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重焕历史记忆 | 意大利 Ariano Irpino 学校与农业旅游园区设计
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