L'appartamento posto all'interno di un palazzo del '400 fu la casa di famiglia sino al terremoto del Friuli del 1976, in seguito al quale l'intero edificio si spaccò in due. Il palazzo fu subito ristrutturato da un punto di vista statico, ma lo shock del terremoto fu tale che l'appartamento non fu più abitato, cadendo in uno stato di completo abbandono. Dopo quasi 40 anni una delle figlie decide di farlo ridiventare la sua casa. Pur essendo stato svuotato di ogni arredo, l'interno trasudava ancora di storia familiare con tutti i suoi carichi emotivi positivi e negativi. Il desiderio dei clienti era di uno spazio totalmente contemporaneo, che cancellasse ogni riferimento al passato.
Ma lentamente il progetto ha fatto emergere l'unicità di spazi e materiali che l'appartamento possedeva: la sua storia centenaria unita a quella familiare costituiva un patrimonio che non poteva essere tombato nel nuovo. Il progetto è quindi il risultato di vari dialoghi; con la storia, con i clienti, il loro passato e il futuro, con gli spazi e i materiali presenti, e, certamente, con le nostre personali ossessioni.
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