Ristorante “Particolare di Siena” Progetto Architettonico e Direzione Lavori a cura dello studio di Architettura Vincenzo Bennardi.
La trasformazione del locale già destinato in precedenza a Ristorante ha previsto una diversa distribuzione degli spazi oltre che ad un restyling completo di ogni ambiente.
In origine le sale erano distanti e scollegate unite da un lungo percorso che mescolava, in modo anomalo, ambito privato con quello pubblico. Le sale sono state unite, grazie ad un intervento strutturale che ha permesso l’apertura di un varco in parete interna, guadagnando un nuovo collegamento veloce tra l’ingresso, sala centrale e sala laterale/grotta.
Gli interventi edili sono stati numerosi, l’immobile molto ampio 250 mq, ha subito la completa riqualificazione impiantistica sia dal punto di vista elettrico che meccanico/idraulico. Osservando la pianta di progetto si può notare lo spostamento dei bagni degli addetti, da una zona decisamente troppo nevralgica e baricentrica e allo stesso tempo lontano dall’ingresso. Con il nuovo layout l’area privata è ben separata da quella pubblica, gli addetti entrano in modo indipendente nel ristorante attraverso un ingresso secondario nel retro e da li si spostano subito negli spazi di lavoro.
Il disegno dei serramenti è radicalmente cambiato, questo aspetto è stato un elemento molto importante per la fisionomia dell’intero locale, in quanto tutto lo spazio pur avendo tre aperture ampie sulla strada si presenta con tre spazi paralleli distinti e profondi. La scelta di sfruttare la luce degli infissi in facciata, grazie a cristalli interi, puliti e privi di montanti ha consentito di guadagnare un nuovo rapporto tra interno ed esterno, ovvero tra ristorante e il resto della città di Siena, un rapporto fatto di contaminazioni più intime, primo vero passo per una trasformazione radicale. In passato dal fronte strada, gli interni del locale erano invisibili, nascosti dagli imponenti portoni in legno, non vi era alcuno scambio, alcun rapporto diretto, ed ecco quì il primo fondamentale ingrediente della metamorfosi l’abbandono dello stereotipo tradizionale definito “antica trattoria” come spazio chiuso, spazio buio, la soluzione è stata quella di aprire e “allargare” le porte.
La sera i giochi di luce prendono il sopravvento sulla scena urbana. All’interno le volte a crociera, i mattoni in cotto faccia a vista, e la grotta scavata a mano ben si legano in un contrasto armonioso fra antico e moderno, un linguaggio contemporaneo presente nei dettagli dell’allestimento della scaffalatura a tutta parete che sovrasta nella sala più grande, o le tre nicchie circolari modellati a misura nella parete di fondo della sala centrale, camini a bioetanolo mai realizzati in questo modo, le fiamme dei camini, le luci a led programmate e i contrasti cromatici contribuiscono in modo perentorio a creare quel caratteristico tipo di architettura chiamata “emozionale” un ambientazione in grado di valorizzare il proprio design, la cena in penombra diventa un’esperienza nuova, multisensoriale.
Il Design è stato curato quindi in ogni dettaglio, così come le apparecchiature e tutti gli elementi d’arredo a corredo. Recentemente è stato aperto uno spazio esterno a giardino, sotto le mura di San Domenico, il tutto sempre con la medesima filosofia migliorare l’esperienza di un evento culinario.
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