The Sign è il nuovo business district che ridisegna lo skyline di Milano sud-ovest.
Il complesso, ad opera di Covivio su design della società di progettazione integrata milanese Progetto CMR, nasce come riqualificazione di un ex sito industriale degli anni ’50 che acquista, oggi, una veste completamente nuova, in linea con il fermento culturale e creativo che caratterizza l’area in cui si è sviluppato.
Oggetto dell’intervento è infatti il recupero dell’ex Fonderia Vedani e la sua successiva riconversione in un nuovo complesso mixed-use, costituito da tre edifici direzionali da 9, 11 e 3 piani fuori terra ciascuno (SLP complessiva oltre 20.400 mq - GBA pari a 33.195 mq).
Il concept sviluppato dal team di Progetto CMR interpreta il recupero urbano secondo molteplici chiavi di lettura, operando sia al livello dell'architettura del singolo edificio che ad un livello più ampio, con l'obiettivo di ricongiungere il sito con il contesto circostante e di ricostruire un dialogo con le altre aree del quartiere.
“Questo progetto è un nuovo importante tassello per la riqualificazione di questa porzione di Città- afferma l'arch. Massimo Roj, AD di Progetto CMR - Poco più di un anno fa siamo arrivati noi di Progetto CMR nel nostro nuovo HQ, e a breve avremo dei nuovi “vicini”, i dipendenti che andranno a popolare The Sign. Questo quartiere sarà sempre più vivo, architettonicamente all’avanguardia e sostenibile, perfettamente in linea con il nuovo volto di Milano”.
L'architettura del nuovo complesso vuole trasmettere visivamente il valore innovativo del progetto, in linea con i nuovi complessi che sorgono vicino: i tre corpi di fabbrica sono accomunati da una facciata fortemente contemporanea e accattivante, una serie di lembi dorati che si alternano alle trasparenze del vetro in una sequenza vivace e vibrante.
Ad interrompere il gioco della scansione pieno-vuoto, un elemento che è stato inserito per unire idealmente i tre edifici in un unico e armonico complesso: una frattura trasparente che corre lungo tutte le facciate e che costituisce il “segno” distintivo del progetto.
Nel ricostruire la connessione con il quartiere gioca un ruolo determinante l'ampia zona verde prevista dal progetto, che rende l'area di intervento accessibile e permeabile, riaprendola nuovamente alla comunità. In particolare, lo spazio compreso tra i due edifici per uffici (c.a. 4000 mq) è stato pensato come ideale prolungamento del parco del vicino complesso IULM, dando così vita ad un unico grande corridoio verde che vivacizza l'area.
La sostenibilità ambientale e sociale sono pertanto i due punti focali dell'intervento, studiato anche per raggiungere la certificazione LEED Platinum. Il progetto prevede infatti soluzioni per incrementare la vivibilità del sito, unite a sistemi per una gestione efficiente delle risorse utilizzate dal complesso, come l'acqua e l'energia: rete duale, recupero dell'acqua meteorica per l'irrigazione, tetti verdi, impianti refrigeranti innovativi, soluzioni per il miglioramento della qualità dell'aria e del benessere termico all'interno degli edifici. Inoltre, verranno utilizzate piante autoctone per le aree a verde , così come legno proveniente da foreste certificate.
Per gli interni sono stati scelti gli arredi Manerba. Su ogni livello dell’edificio si integrano “hard spaces e soft spaces”, due macro gruppi di aree con caratteristiche opposte ma complementari. Per gli “hard spaces”, definiti dalla connotazione tradizionale di ufficio in cui sono indispensabili sale riunioni, uffici open, uffici singoli, aree lounge e aree break, sono state scelte le poltroncine basse girevoli con comodo schienale imbottito della collezione “Undecided”, disegnate da Raffaella Mangiarotti e Ilkka Suppanen, sia con rivestimenti grigi tinta unita che con cover molto decorative come le millerighe di Paul Smith o pattern grafici di Pierre Frey.
Funzionale all’obiettivo della separazione e configurazione degli spazi in maniera armonica, creando angoli riservati, la serie di versatili paraventi curvi “Giunco”, progettati per Manerba da deamicisarchitetti, che alla versione di elementi cilindrici in legno ayous disposti lungo una piastra metallica verniciata moro sablé, aggiungono le varianti con montanti in legno laccato nero opaco ed elementi metallici cromati e con montanti in legno laccato ottanio opaco ed elementi metallici verniciati bianco opaco, e che rappresentano la soluzione ottimale per separare aree con funzioni differenti.
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