Thom Browne NY è un brand di indiscutibile e consolidato successo nel panorama della moda internazionale.
Ciò che contraddistingue lo stile del marchio newyorkese è l’idea di proporzione, e più precisamente la decostruzione delle proporzioni tradizionali della sartoria maschile sulla base di un’immagine innovativa e contemporanea della figura umana.
Si definisce proporzione un rapporto di misura tra diversi elementi. In particolare: un rapporto tale da produrre un’armonia. Per trasferire sulla scala architettonica degli store monomarca le nuove armonie immaginate da Thom Browne, Asa studio albanese si è ispirata all’ homo vitruvianus di Leonardo: la proporzione del corpo umano come unità di misura per l’architettura.
Il risultato di questo approccio è un linguaggio che attinge a due canoni diversi e complementari: il razionalismo architettonico italiano tra le due guerre, con una particolare attenzione al lavoro di Giuseppe Terragni, e l’estetica degli office spaces americani degli anni ’50, in una combinazione di codici estetici del vecchio e del nuovo continente.
Gli ambienti dei nuovi showroom Thom Browne sono scarni, scanditi da pochi ma riconoscibili elementi. Un palinsesto stilistico rigoroso ma al tempo stesso versatile, capace di riadattarsi e
di ri-proporzionarsi in contesti e location diversi. Alcune regole progettuali sono però sempre mantenute.
Le pareti che dialogano con l’esterno sono in alluminio e vetro, schermate da un sistema di veneziane metalliche. Le pareti interne sempre rivestite in marmo.
La cornice sul pavimento usata per “riproporzionare” le misure della stanza. I cromatismi dominati dal contrasto dei neri e dei bianchi. L’illuminazione generale che usufruisce di neon industriali disposti in modo da creare una precisa ritmica della luce. Gli arredi tecnici costituiti da appendiabiti in semplicissimo tubolare di acciaio.
Per gli allestimenti interni, invece, sono stati recuperati pezzi originali di designer americani ed europei degli anni 50 e 60: Edward Wormley, Paul McCobb, Jacques Adnet e Maison Jansen, Pierre Jeanneret, integrati da mobili su misura ispirati al medesimo mood.
I principi stilistici sono riproposti, con piccole variazioni di contesto, negli innumerevoli store inaugurati a Tokyo, Shanghai, Macao, Pechino, Nanchino, Seoul, Los Angeles, Chengdu.
Esiste tuttavia anche l’idea di creare progetti speciali che scardinano il palinsesto standard con scelte originali, come nel caso del negozio del Design District di Miami. Si tratta di concept store che si presenta come una “scatola di piastrelle grigie”, ideata dallo stesso Thom Browne ispirandosi ai rivestimenti delle vecchie metropolitane e sviluppata in collaborazione con ASA studio albanese.
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