Uno spazio disegnato appena, poche linee, un palcoscenico semplice.

Un’ immagine un po’ chiusa, un po’ dilatata.

Un’ immagine , dove segni in conflitto tra loro, compongono un tutto profondo.

Un aspetto lirico, luci, ombre.

Un dualismo perfetto tra negativo e positivo, tra ciò che c’è da vedere e ciò che deve essere nascosto.

Un dualismo tra realtà e finzione.

Un dualismo tra ciò che sta davanti e ciò che sta dietro, dietro alle spalle e non solo, dietro ancora.

Un dualismo tra tensioni sociali complesse e un semplice fantasma.

Un lavoro di relazioni sottili, quasi alchemiche, alla ricerca di quel misterioso equilibrio tra la nostra interiorità e ciò che sta a noi attorno.

Un lavoro che rimane su un linguaggio che pone domande.

Un lavoro che ha la convinzione di non dare mai soluzioni.

Questo mi sembra già una buona forma di risposta.

Ad ognuno la sua strada.

Solo allora su questa scala ci si potrà un po’ perdersi……

Solo allora su questa scala ci si potrà un po’ trovarsi…..

Nella verticalità del suo spazio liquido, nelle sue solide superfici orizzontali.

Nel suo non finito, fatto di aggiunte, di sguardi nuovi, di nuovi pensieri.

Nella sua leggera follia, ad occhi chiusi.

Nella sua ingenua semplicità, ad occhi aperti.

Un passo giù, un passo in su, e tutto si rincorre……

Momenti sospesi.

Un passo felice, un attimo di pausa.

Il silenzio è sottile, il confine sfocato.

Tremore, calma, gravità di corpi.

Un contenitore di significati, un altrove.