Il Maam (Museo a Cielo Aperto dell’Architettura Moderna di Ivrea) è un frammento del programma di rivalutazione del patrimonio architettonico olivettiano di Ivrea che ha preso forma alla fine degli anni 1990 in concomitanza con la crisi finale della Olivetti ed è culminato nel 2018 con l’iscrizione di “Ivrea città industriale del XX secolo” nell’elenco Unesco dei Beni Patrimonio dell’Umanità. Il percorso museale si sviluppa per quasi due chilometri all’interno dei luoghi in cui sorgono le principali realizzazioni legate al programma urbano voluto da Adriano Olivetti a partire dagli anni 1930 e che costituisce uno dei tentativi più originali e innovativi di dar forma concreta ad una città moderna fondata su principi comunitari con il contributo dei maggiori architetti italiani attivi tra il 1930 e il 1980. Il Museo offre una risposta organizzata alla domanda di conoscenza della Ivrea moderna che da sempre è meta dell’attenzione di un pubblico proveniente da tutto il mondo, consentendo una immersione rapida e sufficientemente approfondita nella complessa vicenda industriale, architettonica e di riforma sociale di cui la Olivetti è stata promotrice per quasi ottant’anni. Il Museo suddivide la storia dell’avventura industriale e culturale della Olivetti in sette capitoli, affrontati in altrettante stazioni informative collocate nei pressi degli edifici rappresentativi del tema trattato da ciascuna di esse. L’apparato informativo del Museo è inoltre arricchito di pannelli illustrativi collocati lungo il percorso tra le stazioni che aggiungono informazioni, invitano a osservare particolari punti di vista o inquadrano specifici dettagli della struttura urbana e degli edifici. La realizzazione del Museo è stata anche l’occasione per riqualificare i percorsi pubblici della città olivettiana con l’inserimento di elementi di arredo, il riordino di aree verdi, la mitigazione della segnaletica stradale e pubblicitaria. Un ruolo determinante del progetto di riqualificazione è stato infine attribuito all’illuminazione, attraverso la creazione di un nuovo sistema luminoso decorativo che riguarda le singole stazioni, i percorsi di collegamento tra l’una e l’altra e particolari ambiti del paesaggio urbano (l’antica strada tra le vigne che parte dal Quartiere Castellamomnte di fornte alle case di Figini e Pollini, la grande area verde di fronte alle case di Figini e Pollini, la scalinata a fianco dell’Edificio dei Servizi Sociali, l’allea di pioppi cipressini su via Jervis lungo il parco del Palazzo Uffici ad esempio) che oltre a consentire eventuali visite notturne al Museo, attribuisce nuova dimensione scenografica e maggiore sicurezza ai percorsi pedonali ed agli spazi pubblici della città olivettiana.
Progetto: Enrico Giacopelli G-Studio (con Franco De’ Berardinis) Consulente museografico: Pier Paride Vidari, Progetto grafico: Lucia Fuso Progetto illuminotecnico: Paola Urbano Ricerche storiche e testi del Museo: Paolo Scrivano, Patrizia Bonifazio Ricerche iconografiche: Paolo Peruccio Fotografie: Paolo Mazzo
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