Il complesso edilizio di cui il nuovo giardino fa parte è composto da un insieme di quattro edifici posti su un lieve poggio, che vede nella piccola cappella dedicata a Santa Lucia, risalente ai primi anni del XV secolo, il più antico manufatto.
Circondata da alcuni ettari di terreno, la villa ha avuto fino alla fine del XVIII secolo più che altro vocazione agricola.
Dove oggi si estende il giardino, precedentemente era solo un campo con pochi alberi da frutto e sparuti olivi decimati da una recente gelata. Unica preesistenza arborea di rilevanza era il filare di Cupressus sempervirens che delimita il ciglio della scarpata e di fatto delimita l’area indicata per la nuova progettazione.Della tradizione del giardino storico sono state rispettate sia forme che essenze, fondamentale è la considerazione che il giardino avrebbe dovuto essere “sempreverde”; da qui la riproposizione di essenze arboree quali il Cupressus sempervirens, il Laurus nobilis, il Buxus sempervirens, la Santolina chamaecyparissus.
Il progetto, sfruttando la naturale conformazione del terreno, consiste in primo luogo nella realizzazione di un arioso parterre scandito da aiuole di bosso al cui interno sono disposte a scacchiera aree di santolina e prato rustico. Le ultime aiuole poste sul confine a valle dell’intervento sono state piantumate con delle rose del tipo iceberg.
Per sua natura e posizione il nuovo giardino è di fatto un vero e proprio giardino segreto che si apre agli occhi del visitatore solo se ci si avvicina alla terrazza della villa. Superando un lieve dislivello si arriva alla “grande terrazza”, un ripiano interamente pavimentato con ciottoli di marmo bianco di Carrara e pietra serena di Firenzuola. Percorrendo il ripiano si incontrano quattro basse fontane ovali, realizzate in marmo bianco delle cave Michelangelo di Carrara, che versano la loro acqua in una vasca posta più in basso al livello del parterre. Nel parterre prendono posto piccoli eventi architettonici disposti simmetricamente rispetto all’asse centrale: da una parte la “peschiera”, dall’altra il “tempietto”. Il tempietto, interamente costruito in pietra serena, è ricoperto da una struttura in rame ossidato composta da più di quattromila foglie. Al cambiare delle ore e delle stagioni il sole proietta sulla parete retrostante gradevolissimi giochi d’ombra. Sulla stessa parete si apre una finestra che incornicia il superbo panorama delle colline che circondano la proprietà. A un piano più basso: “la stanza di Demetra”. Completamente circondato da una siepe di alloro, oggi alta soltanto 200 cm ma che nel tempo dovrà superare i 300 cm, questo spazio accoglie al suo interno il ninfeo. Per esaltare il contrasto con il verde cupo dell’alloro sono stati messi a dimora tre varietà di ninfee : Ninfea alba plenissima, Ninfea marliacea chromatella, Ninfea marliacea carnea.
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