Un gabbiano vola.
Sbarca su un isola. Deserta.
Precedentemente popolata di frastuoni provenienti da una vicina discoteca.
Il bianco vuole esprimere la sua voce ed il blu permeare vesti dai colori sbiaditi.
Il silenzio lascerà spazio all'immaginazione e le riflessioni si concretizzeranno in loquaci silenzi.
Mattoni, cemento e tanta volontà fanno casa. Ed è un viavai. Prima di muratori, poi di turisti.
Alcuni pensano di sapere tutto e questo è tutto quello che sanno.
Vengono, vanno, partono, ritornano. "Il tempo scorre", dicono. Non è vero che non hanno tempo, e se avessero tempo lo dimostrerebbero...
Altri non sanno, o sanno di non sapere. Loro, se vogliono, possono restare. Sono sbarcati, come il gabbiano. Hanno fatto casa. Lì , su quell'isola, quella individuata dal gabbiano.
9 famiglie allontaneranno la memoria dei frastuoni bisbigliando dentro nove nuove abitazioni convertite da una vecchia discoteca.
Ora sanno la differenza tra tendenza e bellezza; sanno che la prima è effimera, l'altra è duratura.
Ora possono ascoltare il suono del silenzio e trovare la perfetta armonia.
Ora sanno che immaginare è più importante di sapere.
Ora sanno che la felicità è nascosta dappertutto e che basta scovarla per godere delle piccole cose, perché un giorno ci guarderemo indietro e ci accorgeremo che quelle piccole cose erano grandi.
Allora parlerà il muratore, l'ospite e il viandante. Ma tutti non ricorderanno le trascorse parole di un semplice architetto, che cercava di fare distinzione fra costruzione e creazione affermando, tra i vari frastuoni, che "una cosa costruita si può amare solo dopo che è stata costruita, ma una cosa creata si ama prima che esista".
Libeccio, Scirocco, Mezzogiorno, Grecale, Sharqi, Tramontana, Maestrale, Ponente e Levante sono i nove venti che ora soffiano sulle nove abitazione, circa 90 metri quadrati all'ombra e cinquanta al sole per ogni singola abitazione.
{{item.text_origin}}