La scatola che racchiude la piccola casa vacanze racconta il rapporto tra i suoi abitanti e la luce. Il volume si modella come un blocco lapideo scalfito per svelare la forma dell’abitare. La massa viene compromessa per garantire l’ingresso della luce, nei punti di compromissione in cui si stabilisce il dialogo tra l’interno e l’esterno. Il passaggio della luce dentro lo spessore murario, per raggiungere e riempire lo spazio dell’abitare, viene enfatizzato dalla sottrazione della materia. Le scalfitture stabiliscono a loro volta un dialogo cangiante con la luce dando vita ad un gioco chiaroscurale. Un gioco nel quale la variazione delle geometrie delle ombre interagisce in modo sempre nuovo con le geometrie delle strombature, consentendo una lettura sempre dinamica delle superfici. Qui trovano un sintesi estrema la necessità di compromettere la massa in modo calibrato, per preservare il segreto intimo dell’abitare, e la volontà di attribuire un’immagine plastica al piccolo volume che cerca di interpretare il carattere vernacolare e pittoresco del contesto in una dimensione estetica contemporanea. Il progetto nasce da una piccola abitazione nel borgo marino di Tonnarella, che si presentava come un volume privo di ambizioni espressive e configurato alla stregua delle abitazioni popolari dei borghi marinari e rurali. L’abitazione è infatti collocata in un’area al limite tra il tessuto abitato, che qui si sfrangia, e lo spazio aperto della campagna. Il sistema insediativo non è più riconoscibile perché compromesso da una serie di interventi che ne hanno fagocitato il carattere originario, riorganizzandosi in un insieme caratterizzato da accentuate dicotomie. L’intervento di riconfigurazione dell’abitazione parte invece dall’idea della conservazione di alcuni caratteri tipologico formali, provando a ribaltare il senso del vernacolare, spesso assunto come bieca emulazione di falsi storicismi, in un’operazione di astrazione figurativa degli elementi di linguaggio consolidati nel tessuto esistente. La nuova funzione ricettiva ha comportato la massimizzazione degli spazi con un sistema distributivo in cui il connettivo viene ridotto all’essenziale, per ritrovare un rapporto con lo spazio comune e con il paesaggio nel volume sovrapposto alla copertura. La giustapposizione viene marcata da una differenza cromatica per denunciare il rapporto tra le proporzioni della massa originaria e quelle della nuova configurazione volumetrica.
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