L’area sulla quale sorge l’edificio si trova a Catania all’incrocio tra le vie Vecchia Ognina e Cervignano. La zona costituisce il limite verso la costa della parte est della città il cui sviluppo era iniziato dai primi decenni del 900 attorno all’importante asse viario e commerciale, costituito dalla sequenza viale XX Settembre - corso Italia, che dalla centrale e storica via Etnea conduce appunto sino alla scogliera lavica ed al mare.
Il lotto, di forma trapezia, è inserito in un contesto di edilizia residenziale, per lo più di recente realizzazione, costituita da edifici multipiano. Questi edifici sono costruiti in genere sul filo stradale e configurano un tessuto urbano molto compatto e denso.
Le norme tecniche di attuazione del PRG, in seguito, hanno introdotto per la zona severe limitazioni alle altezze dei nuovi edifici in funzione dei distacchi dai fabbricati limitrofi e alle dimensioni massime delle cortine su strada. Queste limitazioni hanno costituito un elemento essenziale nella stesura del progetto che doveva conciliare lo sfruttamento della potenzialità edificatoria dell’area con la ricerca della qualità architettonica e della forma urbana dell’intervento.
Il progetto pertanto cerca di trasformare le difficoltà in occasioni.
L’impossibilità di allineare l’edificio sui fili stradali, seguendo la logica insediativa di questa porzione di città, è risolta segnando i confini del lotto con uno spesso bordo rivestito in pietra lavica che riprende gli allineamenti dei fabbricati limitrofi e contiene le aereazioni dei sottostanti piani interrati. Questo muro è scavato in corrispondenza degli accessi pedonali condominiali o privati.
L’obbligo d’interruzione della cortina sulla via Cervignano diviene il pretesto per creare una corte-giardino comune d’ingresso all’edificio, così come l’arretramento dalla strada o dal confine l’occasione per realizzare dei piccoli giardini privati.
Il contrasto tra la forma regolare e irregolare del corpo di fabbrica causato dalle norme sui distacchi diventa lo spunto per una riflessione sullo scavo del volume e sul rivestimento con l’utilizzo, lì dove l’edificio ha un andamento regolare o si allinea sui fronti stradali, di una pelle dura in pietra lavica e, lì dove il corpo di fabbrica si piega in modo irregolare, di una pelle morbida e vibrante in legno di castagno, un filtro con funzione di regolazione della luce naturale che crea condizioni di intimità domestica nelle retrostanti logge.
L’edificio progettato è in classe A2 ed è dotato di un impianto solare termico per la produzione di acqua calda sanitaria e di un impianto fotovoltaico. Questo livello di certificazione energetica, stante la localizzazione, è stato raggiunto utilizzando sistemi a ventilazione naturale di protezione passiva dall’irraggiamento diretto (pareti a schermo avanzato, frangisole, copertura a tetto ventilata). Pannelli di legno mineralizzato, materiale biologico che favorisce gli scambi igroscopici, costituiscono il cappotto della struttura in C.A.
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