Ristorante in via del Pigneto, nello storico quartiere dei ferrovieri, scenario di molti film di Pasolini, negli ultimi anni riscoperto e portato a nuovo. Il progetto unisce spazi informali come quello del winebar ed ambienti da vecchia osteria.
Il bancone mescita con vista su strada, il fulcro della sala winebar, organizzata con panche in pelle, sgabelli e tavolini d'appoggio spostabili; si è scelto di rendere il winebar particolarmente operativo, con postazione pane, affettatrice, bagnomaria, mescita e piatti espressi dalla cucina che rinnovano continuamente l'aperitivo e la clientela.
Tre sale collegate tra loro senza interruzioni architettoniche, un dehor, materiali come marmo, legno e ferro, sono le tessere del mosaico che compone Primo al Pigneto. Gli interni ricostruiscono un ambiente curato, ospitale e strategicamente informale. Le scelte architettoniche sono calibrate per accogliere un pubblico estremamente eterogeneo. Da Primo al Pigneto si ritrovano esperti gourmet, giovani artisti, neofiti della cultura gastronomica e buone forchette.
L’ambiente è l’ideale per cene private, per festeggiare un compleanno o un anniversario, o cene aziendali.
Nella prima sala il banco bar in legno e marmo, circondato da sedute e tavoli bassi, è l’ambiente ideale per gli aperitivi, serviti con una versione italiana di tapas, e per la mescita abbinata ai formaggi che fanno bella mostra dalla teca. Nelle due sale interne le marmette anni ’30 segnano il pavimento, e fanno da contraltare al soffitto a volte.
Una bottigliera cielo terra connota un’intera parete e sottolinea la volontà di fare ricerca anche nelle aziende vinicole, con una cantina composta da circa 400 etichette originali, divertenti e legate per lo più al territorio nazionale e alla Borgogna, con una particolare attenzione ai vini biodinamici e non filtrati.
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