E' stato recentemente inaugurato il Nuovo Auditorium della Banca di Credito Cooperativo "G. Toniolo" di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta, nell'entroterra siciliano. Opera di FABBRICANOVE, studio di architettura con base a Firenze, l'intervento è la prova di una possibile e fertile convivenza fra memoria urbana e architettura contemporanea.
La scintilla che dà vita al progetto è un vincolo della Soprintendenza ai Beni Culturali che prescrive la ricostruzione della facciata storica sul Corso principale: una prescrizione diventa l'occasione e il pretesto per portare nella cittadina una voce architettonica fuori dal coro, che si distingue dal contesto e che offre nuovi spunti di riflessione sulle modalità di aggiornamento dei tessuti storici consolidati.
Il Nuovo Auditorium della Banca di Credito Cooperativo "G. Toniolo" (B.C.C.) di San Cataldo, nasce dalla volontà del suo committente di creare un luogo pubblico per eventi culturali aperti alla cittadinanza, oltre che per accogliere incontri di tipo aziendale. Un gesto per la città, dunque, oltre che per gli interessi dell'istituto bancario. Un luogo rappresentativo nel quale gli abitanti possano riconoscersi, ritrovarsi, scoprire nuove opportunità per lo scenario urbano che li circonda, intorno a una rinnovata dimensione della cultura.
Siamo in provincia di Caltanissetta. E la localizzazione è importante per comprendere la forza di questo progetto, che trae spunto da un vincolo della Soprintendenza per dare vita a un nuovo oggetto dalle linee contemporanee che si presenta come un'alternativa possibile al tessuto del centro storico consolidato, piuttosto che come un elemento estraneo e autoreferenziale. A riuscire in questa impresa per nulla scontata, soprattutto perché lontana dalle dinamiche di trasformazione dei grandi centri urbani, è FABBRICANOVE, lo studio di architettura fondato nel 2009 a Firenze da Enzo Fontana, Giovanni Bartolozzi e Lorenzo Matteoli "con l'obiettivo di indagare linguaggi e nuove sostanze del progetto contemporaneo a partire da un approccio di tipo urbano", spiega il team la cui età media è under 40.
L'intervento affronta la delicata questione dell'inserimento di un manufatto a vocazione contemporanea lungo l'arteria principale di un centro storico consolidato. La dialettica con la Sovrintendenza ha contribuito a mettere a punto una soluzione interessante: l'originaria facciata storica, crollata in seguito ai cedimenti della preesistenza, viene ripristinata con gli originari elementi architettonici, così come richiesto dalla Sovrintendenza, e diviene nel progetto una quinta scenica e urbana che filtra il volume del nuovo auditorium: un monolite scuro e compatto, che svetta dall'intera composizione. "L'intero auditorium è concepito come un voluminoso monolite incastonato che emerge e si svela sul retro e verso l'alto, nella copertura", racconta FABBRICANOVE. La nuova architettura non è celata, anzi c'è un punto in cui, lungo la perpendicolare al corso (via Dante), la facciata ricostruita si interrompe e la nuova architettura si rivela: passato e presente si confrontano in un corto circuito che invita a una nuova e originale lettura del tessuto urbano e della sua architettura.
L'auditorium, che si distribuisce su una superficie di 1300 metri quadrati, si articola su quattro livelli e un seminterrato che ospita l'archivio della banca e i locali tecnici per le macchine termiche dell'impianto di climatizzazione. Al primo livello si trova il foyer che si apre sul corso principale attraverso cinque portali; il secondo accoglie la grande sala dell'auditorium con circa 280 posti a sedere suddivisi in due settori; il terzo livello è dedicato a una galleria inclinata per 130 posti; l'ultimo livello ospita la sala riunioni e gode di una terrazza ricavata nello spessore fra la facciata-quinta e il nuovo volume.
Per il nuovo volume FABBRICANOVE ha scelto il grigio antracite per il rivestimento dell'auditorium con l'obiettivo di renderlo visibile, di permettergli di giocare un ruolo attivo nella compagine urbana, di creare un dialogo con la storica facciata ad intonaco chiaro ricostruita sul corso. "Il progetto propone una modalità di inserimento nel contesto non invasiva ma decisa, chiara, leggibile come 'sovrapposizione' e che quindi non rinuncia alla espressività del linguaggio contemporaneo", spiegano gli architetti. Il rivestimento del volume esterno è stato realizzato con una pezzatura dei pannelli a taglio verticale (costituiti da fibre a base-legno e resine), volta ad ottenere un rivestimento prezioso e di qualità, che funziona come una facciata ventilata.
Un altro elemento significativo dell'intervento è il sistema strutturale, che si concentra nel perimetro del monolite e consente di avere all'interno dell'auditorium spazi aperti con luci libere che raggiungono 120 metri lineari. Questa soluzione genera uno spessore vuoto, una sorta di intercapedine che i progettisti ricavano fra la facciata ripristinata e il nuovo auditorium, che avvolge l'interno monolite e nel quale gravita tutto il sistema di distribuzione. Questo spessore vuoto è definito dai setti in cemento armato sui quali, attraverso elementi a sbalzo, sono ancorati i ballatoi e le scale interne ed esterne. Da un punto di vista distributivo l'opera appare come avvolta da una fascia continua (lo spessore vuoto), ora visibile ora celata, che abbraccia e corre lungo i vari livelli come un nastro e stacca l'edificio dall'adiacente della sede bancaria. L'elemento chiave di lettura del progetto, che ritorna in diversi lavori dello studio FABBRICANOVE, è la volontà di svincolarsi dalle briglie di un atteggiamento di chiusura verso l'innovazione, tipico dei contesti storici consolidati, per dimostrare come una consapevole e disincantata conoscenza della storia della città possa costituire la base per dare vita a un linguaggio aggiornato, compatibile sia con le esigenze della vita contemporanea sia con le tracce e i segni della memoria architettonica. Da qui deriva la propensione alla stratificazione funzionale e storica, che si manifesta nella capacità di interpretare la contemporaneità senza violare la memoria delle preesistenze.
GLI ARCHITETTI RACCONTANO IL PROGETTO
"Il progetto per l'auditorium della B.C.C. si innesta nella parte alta del Corso V. Emanuele, arteria viaria principale di San Cataldo, in provincia di Caltanissetta. Un auditorium per la banca ma a vocazione pubblica per eventi culturali aperti alla cittadinanza. Il progetto rientra in un rilevante processo di trasformazione urbana, che nell'arco di un decennio ha interessato il restauro della sede principale della banca, l'antistante piazza ed il retrostante parcheggio. La soluzione progettuale prevede la ricostruzione della preesistente facciata ottocentesca, cosi come prescritto da un vincolo della Soprintendenza ai Beni culturali, mentre il nuovo volume dedicato alle funzioni dell'auditorium si colloca dietro al fronte ricostruito, che diventa una vera e propria quinta scenica. Il nuovo auditorium si configura come un monolite incastonato, che emerge e si svela verso l'alto nella copertura e lungo il fianco su via Dante, dove la facciata ricostruita si interrompe e il volume scuro e compatto si rivela: passato e presente si confrontano apertamente, invitando ad una nuova lettura del tessuto urbano e della sua architettura. In assonanza con il monolite, l'interno della sala, su due livelli, propone il colore grigio antracite a pavimento e soffitto, mentre il rivestimento a parete (fonoassorbente e fonoisolante), è integrato ad un sistema di illuminazione ispirato ancora una volta alla dimensione urbana del progetto, dove tagli di luce si riflettono in un gioco di traiettorie che evocano teatrali atmosfere." (FABBRICANOVE)
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