COSTRUIRE IL PAESAGGIO E UN ECONOMIA DI COMUNITA’
Un’ delle più grandi rivoluzioni silenziose in Italia parte dal cibo, diventa un atteggiamento di vita, una nuova etica comportamentale. Per piccoli punti, ma sempre più densi, porta alla ripresa del territorio da parte di “nuovi agricoltori” e al ridisegno del paesaggio, alla riattivazione di economie locali, alla riattivazione di reti di solidarietà, di lavoro, di conoscenza, alla costruzione di una comunità altra. Paia de Pasqua è la storia di uno di questi.
LOCALE DIVERSIFICATO COMUNITARIO
Lo sfondo culturale di questo progetto lo troviamo bene espresso nelle parole di Carlo Petrini (Slow Food).
(…)Spreco e fame sono due facce della stessa medaglia. A fronte di una produzione alimentare che sarebbe sufficiente per sfamare 12 miliardi di esseri umani in un momento storico in cui gli abitanti del pianeta sono 7,3 miliardi, quasi 800 milioni di persone soffrono di fame o di malnutrizione. Ciò significa che quasi il 40% del nostro cibo è sprecato: tonnellate di derrate alimentari buttate via o che rimangono a marcire nei campi. Questo sistema alimentare non funziona, è schizofrenico. Occorrono nuovi paradigmi che consentano una volta per tutte di sradicare la vergogna della fame e ridare al cibo il valore che merita”(…) L’acquisto di quantità industriali di derrate alimentari determina l’abbassamento indiscriminato dei prezzi. Tanto che ai contadini alla fine costa di più raccogliere i prodotti di quanto si ricava dalla vendita. Per due anni in Piemonte i contadini non hanno raccolto le pesche perché il costo della manodopera superava i ricavi: quintali di pesche sono marcite sugli alberi. Questo sistema alimentare ha basato sullo spreco la sua ragione d’essere e spesso i contadini sono in una condizione di non guadagno».
PERCHÉ GLI ARCHITETTI
Cosa ci fanno gli Architetti in un’azienda agricola? Prima di tutto coltivano l’orto ed il loro è un “Orto in Movimento”, dove fatica ed osservazione dei ritmi della natura sono attività FONdative del pensiero progettuale. L’Imprenditore ci mette i soldi, l’idea, il cuore, l’Agronomo le sue conoscenze, l’Ingegnere idraulico i suoi studi e calcoli sul regime delle acque ma chi meglio dell’Architetto ha per sua formazione un approccio complesso, in grado di tenere insieme in modo organico ognuna di queste istanze. “Progettare il non Costruito in Movimento” è forse una delle operazioni professionalmente più sofisticate, significa disegnare una cosa pensata per essere dinamica e in continua trasformazione a volte anche imprevedibile.
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