Vi è anche un condominio tra le prime opere di Tarpino, il complesso Fio Bellot, architettura progettata nel 1952: Si tratta di un edificio dalle forme pure (quasi un cubo) a due piani con copertura piana che include anche un rustico contiguo: Le superfici esterne sono trattate a intonaco con un sottile basamento in pietra. Il prospetto sud-est é caratterizzato da lunghi balconi, introversi rispetto alla facciata e protetti da frangisole, volti a mettere in diretta comunicazione i tre vani in affaccio. Le prime opere di Tarpino esprimono un intento di semplificazione delle forme architettoniche, portato avantio attraverso l'impiego di un vocabolario che si compone di pochi elementi chiari, quasi la trascizione di un linguaggio che a Ivrea le architetture cosiddette d'autore stavano diffondendo
testo di Luca Lazzarini, tratto dal volume "Le case Olivetti a Ivrea" edito da Il Mulino nella collana di Studi e Ricerche dell'Associazione Archivio Storico Olivetti
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