iniziamo dai numeri: 2200 mq di superficie, 400 coperti interni, 500 coperti esterni, 800 mq di roof garden, 3 cucine, sala conferenze 100 posti, 3 sale privè, 10 postazioni scuola di cucina, 35 ml bancone bar, 20 ml bancone pizza, 2 forni a legna con due squadre in parallelo, gelateria, forno, gastrobistrot, ....., 35 km di cavi LAN, completamente domotico, 55 telecamere, 6 maxischermi, ..... Questo progetto rappresenta uno dei più complessi e grandi concept enogastronomici del mondo.
Un ristorante (Romeo), una pizzeria (Giulietta) e una gelateria (Frigo), per una superficie di oltre 2200 mq, si sviluppano all’interno di locali posti in posizione ipogea alla base del monte Aventino, nel cuore del quartiere Testaccio, tra via Marmorata ed il Lungotevere Testaccio.
L’obiettivo, è stato quello di “proporre qualcosa d’inedito e trasversale, che facesse dialogare, con naturalezza, cucina pop e ristorazione d’eccellenza, architettura e design d’avanguardia, cercando di preservare, grazie anche alle soluzioni progettuali, gli elementi della convivialità, dell’accoglienza e del calore, indispensabili al successo di ogni realtà ristorativa, anche di grandi dimensioni”. E’ forse uno dei progetti più ambiziosi e innovativi degli ultimi anni sulla scena romana che cerca di fondere diverse realtà gastronomiche in un’architettura mutevole e sorprendente. I locali si differenziano tra loro quindi non solo per l’offerta gastronomica ma anche per quella architettonica.
La flessibilità degli spazi, che possono essere tra loro separati o comunicanti, la polifunzionalità, dovuta alla molteplicità di scenari richiesti nell’arco della giornata e la ricchezza compositiva, sono le caratteristiche principali di questo colosso della ristorazione.
Tre progetti articolati e complessi che sono stati realizzati attraverso l’uso di tecnologie avanzate di modellazione 3d, in grado di modificarsi negli spazi, nelle luci e negli arredi per assolvere alle diverse esigenze funzionali ma soprattutto per poter offrire differenti suggestioni al consumatore affinchè potesse gustare cibi di qualità in luoghi “magici”.
La sfida di Romeo è stata quella di realizzare una sintesi naturale di concetti e modelli che possono apparire distanti come lo street food e l’ alta cucina nell'intento di mettere insieme la cucina quotidiana tradizionale italiana ad una visione di cucina senza confini. È un ristorante sito alle pendici del colle Aventino, a Piazza dell’Emporio, all’interno di uno spazio che ha subìto diverse trasformazioni negli anni (bunker anti-aereo nel dopoguerra e concessionaria di automobili ai giorni nostri) che conta più di 140 coperti per un totale di 700 mq aperti al pubblico e 300 mq di locali tecnici per il personale.
Il locale si compone di una sala principale con ampie vetrate, attestata sulla piazza, con soffitti altissimi (circa 7 metri) illuminata dall’alto da grandi lucernai e di una lunghissima galleria voltata caratterizzata da rientranze e sporgenze. Uno spazio articolato e non di immediata lettura che ha necessitato di un attento studio e di un accurato rilievo.
Collocata in adiacenza al ristorante Romeo e ad esso collegata attraverso una parete mobile, apribile in casi straordinari, si trova la pizzeria Giulietta. E’ una pizzeria di nuova concezione sia per lo spazio architettonico in cui è inserita sia per il tipo di prodotto che offre al consumatore che conta ben 110 coperti per un totale di circa 500 mq. Un grande luogo scenografico al centro del quale due forni a legna preparano pizze gourmet a scelta fra napoletana e romana. Anche in questo locale, il visitatore viene catturato dalla ricchezza e dalla varietà degli elementi architettonici in gioco, diversi per forma e materiale, che regalano all’utente sensazioni mai provate, permettendogli di avvicinarsi ad uno stupore culinario già inebriati da quello architettonico. Come in un quadro di Magritte si viene immediatamente rapiti dai grandi volumi modulari sospesi a soffitto (buffer, espositori, illuminazione) che si possono manovrare attraverso un sofisticato sistema domotico al fine di creare diversi scenari e configurazioni spaziali. Questi elementi si rapportano con delle grandi quinte sceniche, poste sulle pareti longitudinali, attrezzate per ospitare riproduzioni multimediali, banner pubblicitari, performance di musicisti e attori come ci si trovasse in un set cinematografico. Sui lati corti dello spazio che delimita la sala principale, si trovano due pareti retroilluminate in listelli di legno, disposti secondo una texture irregolare, di essenze e colori diversi dagli altri utilizzati all’interno del locale.
Sinergia tra atmosfera, architettura e design, tutti rivolti all’innovazione ed alla sperimentazione nell’ottica della ricerca, della originalità e del rifiuto naturale a trend, mode e linguaggi consolidati.
Alla fine del tunnel che ospita l’area dedicata ad eventi e corsi di cucina, la sala polifunzionale, la sala conferenze e il laboratorio del forno, c’è lo spazio riservato al gelato artigianale di Frigo, già conosciuto nella sua versione food trunk nei mercati rionali romani e che ha avuto la prima sede fissa al banco di Romeo al Mercato di Testaccio.
A differenza di Romeo e Giulietta che sono comunicanti internamente, la gelateria possiede un unico accesso indipendente su via Marmorata 30 e presenta un’architettura più minimale proprio per differenziare l’offerta gastronomica di promozione di un prodotto più informale, più rapido e meno costoso come il gelato artigianale. Frigo si ispira al gelato creato attraverso materie prime naturali e prodotti di eccellenza con una particolare attenzione alla preparazione delle basi.
Dal punto di vista architettonico l’obiettivo è stato quello di consentire al visitatore, di muoversi all’interno di un involucro architettonico/contenitore, contaminato da una serie di elementi funzionali e formali che posti in relazione tra loro, generassero una ricchezza spaziale capace di emozionare l’utente. Gli elementi architettonici così definiti, in relazione tra loro, creano contrapposizioni spaziali il cui risultato sono percezioni e prospettive sempre differenti.
Un roof garden occupa l’intera superfice in copertura per un totale di circa 1000 mq. La volontà progettuale è stata quella di ripristinare l’antico pendìo del colle Aventino come da progetto originario del 1956 mai realizzato.
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