L’edificio è costruito su un terreno con forte pendenza, un crinale a confine tra il nucleo del villaggio e la zona di nuova edificazione. Il progetto si confronta con le due realtà, ricercando un dialogo profondo con il paesaggio. Da quest’ultimo infatti deriva il concetto di volume monolitico, in cls, incastrato nel pendio, come se fosse uno dei massi erratici che si trovano nei prati. Il gusto della “casualità” si traduce nella pianta pentagonale irregolare e, in alzato, nel coronamento dalla linea spezzata. L’approccio architettonico al paesaggio si esprime nella volontà di progettarne delle inquadrature. Per questo, le facciate sono determinate dalle viste “da dentro verso fuori” e le aperture corrispondono alle viste migliori piuttosto che a soluzioni formali. Anche la ricerca materica indaga il rapporto natura-costruito. Il cls delle facciate è bocciardato, come una roccia naturale, tranne che per le cornici delle finestre, come citazione della tipologia locale, e evoca i vecchi intonaci di calce nel colore giallognolo, qui ottenuto con l’aggiunta di inerti in marmo di Laas e del pigmento Terra di Siena. Gli interni sono caratterizzati dall’uso di materiali locali, la Silberquarzit lavorata a spacco e il larice della Val Monastero, con inserti in cirmolo.
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