La villa si trova sulle prime colline a ridosso della città. Il contesto è caratterizzato dalla presenza di edifici di interesse storico architettonico prevalentemente di tipo residenziale edificati a partire dalla fine del 1800. Ville della borghesia benestante caratterizzate da giardini con alberi ad alto fusto dal carattere decorativo e dal forte impatto visivo, in analogia a quanto realizzato in quegli stessi anni (1879) nel progetto dei vicini Giardini Margherita (parco pubblico cittadino) in cui sono evidenti legami con il giardino all’inglese o romantico.
La villa fu costruita da una famiglia benestante negli anni ’30 del secolo scorso in stile “liberty”, anni nei quali a Bologna si incominciavano a realizzare anche le prime ville in stile razionalista.
La facciata principale è caratterizzata dalla presenza di modanature, cornicioni o marcapiano di intonaco, e da fasce verticali (lesene) tra le finestre e agli angoli del fabbricato in mattoni di laterizio faccia a vista. Le finestre hanno una particolare e tipica (per quegli anni) forma ad arco. I serramenti, ancora discretamente conservati, sono in legno smaltato di colore bianco (rigorosamente conservati e fatti adattare dal falegname per poter inserire all’interno un vetrocamera per ridurre le dispersioni termiche); la parte superiore delle finestre (la maggior parte a due ante e alcune ad anta unica) è a forma di mezza luna. Il sistema di oscuramento è a persiane avvolgibili con movimento “a visiera”, sempre in legno smaltato di colore testa di moro.
Per ridurre la dispersione termica, oltre a sostituire i vetri, è stato utilizzato uno speciale intonaco interno coibentante a base di sughero in modo da non modificare l’aspetto estetico delle facciate esterne. E’ stato rifatto completamente il coperto utilizzando una coibentazione di 16cm in fibra di legno avendo cura di mantenere lo spessore originario del tetto in corrispondenza delle linee di gronda per non alterare la percezione estetica dell’edificio.
La villa, ristrutturata nel 2016, è stata nuovamente oggetto di lavori nel 2019 per il rifacimento completo del tetto (che non era stato possibile realizzare nel precedente intervento) con il conseguente recupero del volume sottostante che ha consentito di ricavare una nuova zona notte con la realizzazione di due camere e bagno.
E’ stata rivista la distribuzione e il layout del piano sottostante dove si sono liberati gli spazi prima occupati dalle camere da letto dei figli. Così facendo si sono spostate alcune aree funzionali della casa: la cucina è stata spostata e fusa in un unico ambiente con la zona pranzo; la camera padronale è stata spostata dove prima c’era la cucina e al posto della camera è stata inserita la stanza della musica/studio.
Lo spazio che ha subito la maggiore trasformazione nella zona giorno è stata forse la cucina che è stata volutamente inserita un unico ambiente informale e multiuso dove poter cucinare, pranzare, studiare, leggere un libro e stare in compagnia.
Dal punto di vista impiantistico erano già state predisposte le necessarie modifiche per la nuova distribuzione, ma la parte più complicata è stata la difficoltà di realizzare lavori così “pesanti” dopo una ristrutturazione appena terminata e con una casa appena finita. I nuovi lavori hanno comportato infatti la parziale demolizione di alcuni solai per sfruttare al meglio i volumi al piano superiore.
L’intervento non era tuttavia più rinviabile: ricavare uno spazio per i ragazzi più riservato e adeguato alle loro esigenze e liberare spazio da destinare alla zona giorno.
Il primo progetto aveva un carattere ben preciso, contraddistinto da un segno decisamente contemporaneo e rigoroso, anche per l’utilizzo di colori e materiali, a contrasto con la “scatola” architettonica preesistente connotata da elementi stilistici tipici dell’epoca e ancora intatti.Il nuovo intervento doveva mantenere questo carattere, e se possibile esaltarlo proseguendone il segno.
Si è deciso quindi di riadattare gli elementi precedenti, integrando il progetto di nuovi segni in continuità con i preesistenti, cercando di accentuarne il carattere materico e di deciso contrasto.
Per fare questo si è continuato a utilizzare un materiale apparentemente freddo e dalla natura industriale come la lamiera di ferro, che tuttavia per la sua “forza” espressiva si prestava bene a creare una “rottura" con gli elementi e le forme “classiche” della villa che, a partire dalla facciata, sono state mantenute anche all’interno con le finestre lungo le pareti esterne.
Gran parte di questi segni/elementi in ferro, dalle linee semplici e minimali, sono realizzati su disegno. La boiserie tridimensionale a tutta parete dell’ingresso che nasconde, integrandola, la porta di accesso alla casa e quella del guardaroba; il tavolo da pranzo e la libreria a tutta altezza; la scala in ferro che collega i due piani e che è parzialmente mascherata, fungendo anche da parapetto, da una pennellatura irregolare realizzata con una lamiera acidata delabree di De Castelli e che in parte (nel sottoscala) ha anche funzione contenitiva.
Il resto è completato da una scelta di pezzi di design a cui sono particolarmente legato, oltre che da una selezione di pezzi d’arte ereditati e raccolti nel tempo.
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