L'ingresso, caratterizzato da elementi architettonici tipici del primo '900, ha rispettato un'impostazione classica e simmetrica, e una scelta di piante consona all'epoca Liberty dell'edificio.
Il portico di ingresso, con i leoni di pietra avvolti da ortensie, peonie e bordure di Bergenia, tutte essenze tipiche dell'epoca Liberty.
Portali di gelsomino segnano il passaggio tra le diverse "stanze" del giardino, disegnate da basse siepi sempreverdi.
La vista dal portico sul giardino di ingresso: si intravvedono le arcate di rose rampicanti che incorniciano - a mo' di finestre - la vista dall'esterno.
Il pergolato di glicine esistente
Il giardino visto dal cortile posteriore
Le basse siepi formali sempreverdi scandiscono lo spazio e creano le diverse "stanze" del giardino.
Il giardino circonda su due lati una villa del 1910, ristrutturata con un intervento del geom. Raffaele Parasci, che ha portato al recupero del sottotetto e al miglioramento energetico dell’edificio, oggi in classe A. La villa mantiene l’originaria impostazione architettonica e decorativa delle facciate, caratterizzate da cornici, modanature, lesene e ferri battuti originali.
Il progetto del giardino non ha potuto quindi prescindere dalla forte connotazione d’inizio ‘900 dell’edificio e delle aree esterne, con le caristiche pavimentazioni. Lo schema delle piantagioni e la scelta di colori, materiali e dettagli tende ad armonizzarsi con questa impronta stilistica, senza tuttavia ricadere nel “falso antico”.
Ho quindi voluto coniugare il rigore formale di un impianto classico ed elegante, con la creazione di spazi suggestivi, vivibili e gradevoli, ricercando l'equilibrio tra una tradizione senza tempo e una concezione contemporanea del giardino.
Punto di partenza, oltre alle esigenze del committente, sono state naturalmente le preeesistenze: ho quindi fatto i conti con l'ombra fitta di tre grandi tassi (
) e di un albero di cachi (
), lungo le fasce perimetrali del giardino, e con il mantenimento di un bel pergolato di ferro battuto coperto dal vecchio glicine, sopra il vialetto d’ingresso laterale.
Punto focale dell'intervento è poi l'ingresso, con la marcata simmetria del portico, della scalinata fiancheggiata dai due leoni di cemento e dalle masse morbide di peonie e ortensie.
Il lato verso strada poneva la questione del rapporto tra privacy ed accoglienza: da una parte, occorreva fornire una certa protezione dall'esterno; dall’altra, il desiderio della proprietaria di non chiudere eccessivamente la vista verso strada.
Questa zona di ingresso, formale e visibile dall'esterno, che costituisce una sorta di “biglietto da visita”, è quindi separata dalle altre zone - più appartate - del giardino da vivere: lo spazio è così suddiviso in una serie di “stanze”, che fungono anche da filtro tra la dimensione pubblica e quella privata, creando zone con diversi gradi di intimità.
Le “stanze” del giardino
Tutto il progetto ruota attorno al modo in cui lo spazio è suddiviso, e in cui è perseguito l’equilibrio tra due tendenze opposte: da una parte il desiderio di fioriture esuberanti e romantiche, dall’altra il bisogno di ordine e razionalità. La scelta è quindi ricaduta su un preciso stile, molto utilizzato nei giardini inglesi, che coniuga la libertà di rigogliose masse arbustive o erbacee con la presenza ordinatrice di siepi formali sempreverdi, che qui creano due ampi rettangoli (le “stanze”) e una sorta di “vestibolo” di transizione tra l’ingresso e lo spazio privato.
L’altezza delle siepi e la dimensione delle stanze è stata attentamente calibrata per equilibrare pieni e vuoti, tenendo anche conto della presenza degli alberi. L’effetto è quello di un fluire armonioso del prato attraverso varchi e prospettive che scandiscono lo spazio, ampliandolo, e incorniciano le vedute, invogliando ad esplorare gli angoli non visibili.
Year 2013
Work started in 2013
Work finished in 2013
Status Completed works
Type Parks, Public Gardens / Single-family residence
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